Ricette Vegetariane e Vegane

Cosa c’è nel generalmente mio Carrello (e dispensa)

(Il mio sogno era intolarlo uozinmaicarela proprio scritto così. Ma mi sono trattenuta. Ecco, l’ho detto)

Seguirà un Video complementare nei prossimi giorni (con frutta fresca, verdura e specifiche)

Questo Post sarà utile per tutti quegli sventurati che si arrovellano con la domanda “ma cosa mangia ‘sta cretina?” così semmai voleste invitarmi a pranzo-cena-merenda basterà che vi rimandi a questo link e il gioco è fatto (furbo no? mi sa di no).

 

Vi va di fare questo “giochino” insieme a me? Complice il fatto che su Youtube è un continuo di “what’s in my bag?” – “what’s in my fridge?” – “what’s in my comodino?” (giuro, comodino) – “what’s in my iphone?” e via discorrendo, io mi sono prefissa di farne due importantissimi. What’s in my cervella e what’s in my carrella. Che ve ne pare? E allora una domenica, come preannunciato su Facebook e Twitter, ho aperto la dispensa e ho messo “alla come viene viene” quello che avevo in casa, giusto per non falsare nulla e per fare effettivamente vedere in primis a me stessa cosa non manca mai in casa. Sono stata felice di scoprire, visto che comunque non era una cosa organizzata, che niente mancava all’appello (solo il sesamo nero ma quello bianco c’era. A dirla tutta pure la zuppa di Miso e l‘Aceto di mele ma erano in ufficio, quello che io chiamo iperuranio, che ha una dispensa molto più grande di quella che ho qui in casa. E di togliermi le ciabattine e mettermi gli stivali da pioggia solo per scendere giù e fotografare proprio non ne avevo voglia). Non ho stabilito un numero di prodotti, proprio perché a rischio di essere ripetitiva non essendo organizzato è stato un po’ più svuotare la dispensa e vedere cosa c’era. Qui la spesa si fa costantemente e se questo è possibile, è inutile che io mi prenda qualche merito, è solo grazie a Seby e Alessandro, due santi che mi sopportano e che lavorano per me nell’azienda di famiglia (ne ho parlato diversi volte. Sono amici. Non dipendenti. Amici che mi sopportano e che per qualche inspiegabile ragione non si licenziano in cerca di un Capo professionale, al contrario di me). Seby e Ale si occupano di organizzazioni ma ormai sono diventati a pieno titolo “coloro che si occupano delle organizzazioni personale dell’antipatica ed esigente Signorina Guardo”.

Alcuni di voi, amici speciali, hanno potuto conoscere Alessandro in occasione del Salone del Libro di Torino (c’era Alessandro con mio papà e mia mamma) e Seby in occasione della presentazione del Libro a Catania (era lui il pazzo che all’improvviso mi ha dedicato i fuochi d’artificio). Questo per dire, e ci tengo tantissimo, che senza loro due la mia dispensa non sarebbe mai così ricca e fornita di quello di cui necessito. Loro stessi si rendono conto quando il latte di soia sta finendo in dispensa (molti mi chiedono come faccia a tenere tutta questa roba e di quanto spazio io possegga. Prometto che in maniera molto sintetica vi svelerò i miei segreti più torbidi, anche se potrei pure ometterli. La realtà è che sono fortunata, grazie al mio papà, e ho moltissimo spazio a  disposizione tra casa-studio-ufficio-iperuranio e cantine). Io, Seby e Ale (e pure il Nippotorinese, altro santo che controlla insieme ai due Angeli della mia vita) compriamo bene o male sempre le stesse cose. Al Nippotorinese provvedo sempre io ma a essere sincera in questo periodo di assestamento familiare, dopo la tragica perdita del mio amore papà, mamma si prende cura della dieta del nordico al quale probabilmente scoppierà il fegato entro la fine dell’anno. Mamma non si era mai preoccupata di fare la spesa per noi, chiaramente, ma adesso che anche lei vive un momento di difficoltà è tutto meno organizzato e molto spesso capita che i prodotti per il Nippo li compri lei (farò anche cosa c’è nel carrello del Nippo perché merita, in quanto al novanta per cento è comunque un carrello salutare di una persona che sa cosa mangia e perché lo mangia).

In pratica quindi io nel carrello metto ben poco. Compro molto online. Compro molto “virtualmente”: ovvero io stilo la lista e Ale e Seby, durante le loro attività lavorative giornaliere, provvedono. Ormai sono talmente preparati che sanno pure l’ultima marca di tofu in uscita. Se prima Seby non sapeva cosa fossero il seitan e il tofu, adesso potrebbe tenere un comizio davanti ai vegani più preparati (fermo restando che non ha capito bene perché io mangi queste schifezze, ben intesi). Sono arrivata a 40 prodotti non mostrando Tofu e Seitan. DI fresco diciamo che a parte frutta e verdura ho messo soltanto lo Yogurt di Soia, di cui comunque non faccio tutto questo grande uso se non in rare occasioni. L’ho fatto perché quella domenica nel mio frigo di tofu e seitan neanche l’ombra. Fatta piccola doverosa premessa che risponderà per i più curiosi alla domanda “come fai a trovare tutti questi prodotti”, comincio con l’elenco e l’enunciazione e piccola spiegazione per chi fosse interessato.

Partiamo col presupposto che semmai dovessi sceglierne il dieci per cento, e quindi lo stretto necessario per la sopravvivenza giornaliera, io direi sempre e solo: carote/zucchine/verdure/ortaggi in genere, salsa di soia, riso e tè (ma anche senza avocado, limone, un frutto esotico a caso e la cannella comincio a dare numeri, eh).

1 Riso in genere. Non devono mai mancare in dispensa almeno tre (è proprio la base) varietà diverse di riso che si riassumono principalmente: chicco tondo giapponese, basmati indiano e carnaroli (soprattutto per il Nippo perché il Riso è un prodotto comune in quanto rimane tra gli alimenti anche da lui preferiti, che di certo un “pastaro” non è).

2 Riso giapponese per Sushi. Ecco nello specifico se manca questo è un po’ come il caffè a casa di mamma. Si va in iperventilazione.

3 Gallette di Riso. Ne faccio uso da un anno circa ed è una passione che va a periodi. Ci sono momenti, soprattutto in un determinato periodo del mese, dove sono proprio affamata e ho bisogno di sentirmi piena, sazia e appagata come se avessi mangiato cartone. Ci potrebbe pensare il seitan direte voi. Sì, ma avendo una difficoltà con il glutine si amplificherebbe il problema del gonfiore e dell’irritazione umorale. Le gallette quindi devono esserci soprattutto per fare “bruschette” con il pomodoro o con crema di avocado e lime (buonissime!). Mi piacciono pure bagnate nella salsa di soia, giusto per farvi capire come sto messa.

4 Shirataki. Seppur ci sia stato il periodo degli Shirataki, adesso ne sono meno ghiotta, ma li tengo ugualmente sempre in casa perché che siano con il pesto di avocado, o semplicemente con salsa e basilico o anche solo con gomasio e salsa di soia non possono mai mancare.

5 L’alga Nori mi occorre per la sopravvivenza. Se manca la Nori qui cominciano a tremare tutti. Non tanto per il sushi in sé (anche) quanto perché a me piace arrotolarci anche solo il tofu o le carote (o l’avocado) e poi inzuppare questa sorta di “involtini” pucciati nel wasabi dentro la mia onnipresente ciotolina di salsa di soia. La Nori mi piace moltissimo. Non posso farne a meno.

6 Insieme alla Nori la cuginetta Wakame (purtroppo la Goma, quella piccantina un po’ gelatinosa che servono spesso al ristorante giapponese, arriva confezionata con una salsa di gambero come conservante e quindi impossibile per me da mangiare) sta lì in bella vista. Anche mamma a casa sua ne tiene sempre un pacchetto. E’ un po’ il mio salvavita. Non sai cosa dare a Iaia? Reidrata la wakame ed è fatta. In insalata, nel miso o in qualsiasi preparazione di insalata ricca, soprattutto con avocado o pomodoro o tofu, mi fai sempre felice.

7 Latte di soia. Non sono una che prende il latte al mattino. Io prendo il caffè e sto cercando di ridurlo fino a farlo scomparire. La realtà è che dovrei proprio abituarmi a farlo quotidianamente. Uno yogurt di soia, un bicchiere di latte di soia o qualcosa di simile, magari alternando perché sempre soia non fa neanche bene, ma è innegabile che io in dispensa abbia sempre una copiosa fornitura di Latte di Soia. Per la preparazione di qualsivoglia ricetta devo averlo. Allo stesso modo riso, kamut e farro e qualsiasi tipo di latte vegetale.

8 Il latte di mandorla senza zucchero da un po’ è diventato una fissa e lo uso molto spesso per gli smoothie o per il gelato alla banana e cannella che mi faccio semplicemente congelando la banana e buttando tutto nel mixer (farò presto un video esplicativo). Ne basta giusto qualche goccia, altrimenti mi piace tantissimo freddo con un po’ di tè matcha o freddo con la cannella. Caldo lo gradisco un po’ meno, come il latte di riso (proprio non riesco) e tutti gli altri latti vegetali (se deve essere caldo, per qualche oscura ragione solo soia).

9 Alla stregua del latte non è mia abitudine giornaliera mangiare Yogurt di Soia ma quelli che mi piacciono di più sono della Provamel, soprattutto alla ciliegia. Tengo però sempre lo yogurt bianco in frigo per diverse preparazioni, anche per il Nippotorinese, e per qualche eventuale snack o smoothie per quanto mi riguarda. Ma non è un alimento che se non è presente me ne rendo conto immediatamente.

10 Nocciole, Noci, Mandorle e Pistacchi. Sgusciati e puliti li trovo dal mio adorato Orazio, Fruttivendolo di fiducia. Me ne riempie sacchetti e li regalo spesso ai miei amici speciali. Non possono mai mancare e quando sono sotto allenamento ne mangio sempre qualcuno al mattino o al pomeriggio. Una manciata di noci, per quanto stupido possa sembrare, sazia. Non facendo poi uso di olio extra vergine d’oliva o olio vegetale in genere (è sbagliato e non ho mai asserito che sia giusto ma è così) per me è fondamentale adoperare semi oleosi e frutta secca, che riescono a darmi grassi sufficienti per la veicolazione intestinale.

 

11 Anacardi. Non ne facevo un largo uso (e neanche adesso) ma nelle preparazioni di dolcetti raw sono onnipresenti e mi sto un po’ allenando nella preparazione dei “formaggi vegani”; che non mi entusiasmano personalmente tanto da introdurli nella mia dieta. Non sono mai stata una fan di nessun formaggio in vita mia (facevo parte della fazione mozzarella-ricotta salata-primo sale siculo e basta. Ma in tarda età) e continuo a non esserlo. Gli anacardi però li tengo in dispensa che non si sa mai vien voglia di preparare  qualcosa di sfizioso.

12 Avena. Per il porridge (e anche per biscotti e preparazioni che piacciono molto al Nippo. Faccio anche le barrette di cereali e frutta secca per cui mamma grazie al cielo impazzisce) con il latte di soia e cannella (ne ho parlato qui).

13 Crusca. La prendo una-due volte a settimana con il latte vegetale o mangiata così al mattino. Non è un alimento di cui vado matta ma sazia tanto e fa bene al transito intestinale, quindi tendo a tenerla spesso in casa (sono una golosa cronica di tutti i cereali biologici da colazione; che siano quinoa soffiata e tutto il resto, cerco proprio a non tenerli in casa molto spesso perché non mi so controllare e se acchiappo il riso soffiato et similia sono capace di mangiare quello pranzo-cena fino a quando finiscono. Con latte di soia e cannella. Mi piacciono da andar fuori di testa.

14  In casa avevo solo questi legumi ma generalmente non possono mai mancare ceci, lenticchie e fave che compro sfusi dal mio fruttivendolo di fiducia. Di fave secche chi mi segue assiduamente (santo subito!) sa già vado proprio matta. Anche fresche, ma secche per fare il macco di fave con i semi di finocchio sono qualcosa di paradisiaco. Le mangio non troppo spesso perché tendo a non digerirle ma le fave non possono mai mancare. Se ce le ho in casa mi sento al sicuro.

15 Qualsiasi tipo di preparati di legumi e dove vi è l’onnipresente orzo, ma anche quinoa. Farro, orzo perlato et similia sono presenti in dispensa sempre e ne faccio uso una volta a settimana. Dipende dal tipo di attività fisica che svolgo e da come mi sento nel periodo. Tendo ad avere una difficoltà con i carboidrati seppur non raffinati e sempre integrali nei periodi di sedentarietà (che purtroppo ultimamente sono tanti per via di lavoro e impegni).

16 Tè nero, verde, bianco, giallo, rosso e a pois. Tostato o no. Sencha, bancha, kokeicha, qualsiasi tè deve essere in dispensa. Mi fa venire una maledetta tachicardia ma sono comunque fissata e ne possiedo di svariate tipologie. Non sono affatto un’intenditrice perché occorrerebbero tempo e studio, ma tracanno felice e contenta quando non sono nel periodo paranoico “non reggo la tachicardia”. A volte la reggo e sono felicemente esaurita.

17 Il matcha è il tè che se manca do i numeri. Non può mancare. Io il matcha lo venero. Oltre a piacermi moltissimo lo rifilo a chiunque ovunque. Nel salato. Nel pesce. Nei muffin. Ovunque. Da ormai un decennio il matcha è il sale di casa mia.

18 Che siano Choco Tea o quelli della Pukka Herbs, infusi o deteinati (la settimana scorsa ho ricevuto un regalo pazzesco dal Nippo), in genere d’inverno mi piace moltissimo coccolarmi anche prima di andare a letto. E’ un ottimo modo per bere un po’ visto che sono una di quelle cretine che beve al massimo (se tutto va bene) quella goccia di acqua al mattino per prendere la pillola della tiroide e bon. Non metto ovviamente zucchero ma quasi sempre del dolcificante, dipende dai gusti. Dolcificante privo di aspartame. Naturalmente no miele. Niente fruttosio (perché non mi piace). Niente stevia (che altera il sapore) ma a volte Dietor liquido. Fa rabbrividire anche me questa asserzione ma amarissimo, dipende dai gusti, proprio non è possibile.

19 Il succo di agave personalmente non lo avevo mai preso fino a qualche mese fa. Continuo a non prenderlo se non in rare occasioni ma per la preparazione di cupcake raw e cheesecake raw mi è tornato utile e da lì amore infinito. Una tantum sepofà. Pur non mangiando spesso muffin vegani, cupcake e roba con farina seppur integrale (sì lo so sono noiosa, antipatica e pazza), ho ceduto qualche volta nell’ultimo anno allo zucchero di canna grezzo, ma essendo abituata ormai da anni a non mangiare nulla di zuccherato il mio palato sta bene così (la cheesecake raw e il cupcake raw per quanto mi sono piaciuti mi hanno mandato le papille gustative al manicomio).

20 Bacche di Goji. Non le mangio ogni mattina come i cranberry e le mele disidratate e pure i gelsi bianchi e tutta quella serie di frutta disidratata. Non sono una fanatica ma da un po’ li tengo in dispensa e qualche volta ne butto giù qualcuno senza regolarità.

21 Uvetta di Corinto. Uhm. Non sono (ero) una grande appassionata di uvetta ma da un po’ faccio uso di questa uvetta, non giornalmente ma quando ho voglia di farmi porridge o mangiare quinoa soffiata e cereali. Mi piace il gusto dell’uvetta in queste rare (ma come ho già detto abbondanti in senso di quantità) occasioni.

22 Lo confesso mi piacciono tutti i semi ma a volte pranzo solo con quelli di girasole (anche chia e zucca). Sì lo so è pazzesco. Ma mangiare una ciotolina di semi (ci metto succo di limone e sale. Non guardare lo schermo così!) mi sazia tantissimo (unisco due frutti e via) ed è un toccasana per il mio intestino. Soprattutto i semi di girasole (e lino! Ho dimenticato il lino) sono tra i miei preferiti e si possono preparare deliziose salsette.

23 Sempre in fatto di semi, come dicevo quelli di lino sono nella pole position dei miei preferiti (anche se difficilmente non me ne piace qualcuno, confesso. La canapa? Mi fa impazzire). I semi di Lino sono perfetti alleati soprattutto se c’è di mezzo l’essiccatore e nella preparazione dei dolci raw. Ben presto farò video e post esplicativi. Fatto sta che non possono assolutamente mancare nella mia dispensa.

24 C’è un mix che contiene semi di lino e semi di chia che adoro e che mi piace mettere anche nei cereali o nel porridge, oltre che sull’insalata o anche quando pranzo con i semi di girasole. Ricchissimi di omega tre (ho già parlato diverse volte dei semi di chia), è un pacchettino che mai manca nel carrello, nella dispensa e nel cuore di Iaia.

25 No dico voi non avete in casa i semi di zucca? Se così fosse: vergognatevi. Non aggiungo altro. Ovunque vanno bene. Anche e soprattutto nell’insalata o così come snack. Al Nippotorinese piacciono moltissimo negli impasti del pane che faccio spesso in connubio con i semi di girasole.

26 L’olio di cocco io lo uso già da diverso tempo per struccarmi buttando all’aria tutte quelle fesserie di Dior e Chanel che adesso se ci ripenso denotavano solo tanta ignoranza e pigrizia e mi hanno fatto pure buttare milionarie acque micellari. Con una confezione di olio di cocco sto mesi e mesi. Mi strucco. I miei capelli (ho dei bruttissimi capelli io, eh) sono migliorati grazie agli impacchi e le punte non si diramano in ottomila doppie punte ormai. L’olio di cocco mi ha cambiato la vita. Mi sono ostinata fino a circa 40-50 giorni fa a non mangiarlo mai. Ovviamente perché sono una psicopatica, non perché sia un ragionamento giusto. Poi dopo la preparazione di qualche dolcetto raw mi sono imposta di farlo ed è scoppiato l’amore. Certo non è un ingrediente che adopero settimanalmente per il “dentro” nonostante per il “fuori” lo adoperi giornalmente, ma quando capita adesso non mi tiro più indietro. E sai cosa? Sono molto orgogliosa di me.

27 Non si vede bene dalla foto ma trattasi di cioccolato fondente raw, manco a dirlo completamente vegano. Da quando è facile trovarlo mi sparo barrette in endovena un giorno sì e l’altro pure se sono sotto allenamento. Se sto ferma a scrivere come una scema no. Ma un quadrato di cioccolato fondente non ha mai ucciso nessuno (anche se vorrei perire così, diciamocelo).

28 Gomasio. Sesamo e sale. Ne ho parlato diverse volte. Per una che non adopera condimenti è fondamentale. E anche se li adoperassi (intendo condimenti “comuni”) lo sarebbe ugualmente. Molte volte lo faccio io stessa, altre volte lo compro. Mi piace sugli spinaci e soprattutto sui fagiolini. Mi piace lessarli e poi mettere abbondante salsa di soia e gomasio. Lo faccio spesso durante la settimana.

29 La salsa di soia è come acqua per me. Senza la salsa di soia sono una donna infelice. La metto ovunque. E’ un po’ come l’olio per voi umani. In realtà ho dimenticato (credo di averlo già scritto ma ormai sono nel pallone e in totale confusione) di scrivere l’aceto di mele e quello di riso. Il primo oltre che sui capelli non lo adopero spesso nei piatti, ma lo prendo al mattino (un cucchiaino sciolto nell’acqua) mentre quello di riso lo prendo solo quando mangio il nostro buonissimo sushi fatto in casa.

30 Wasabi. Se prima lo odiavo (proprio come l’avocado e lo zenzero) adesso sento di poter asserire con assoluta certezza che senza non vivrei. Acquisto wasabi in tutte le forme, in polvere o in tubetto già pronto così e grazie a Japan Centre (vendita online che amo e di cui faccio abuso manco fosse Forever 21) posso comprarne bancali in offerta (ormai mi conoscono e mi infilano pure nel pacco regali di Natale. Sono praticamente la cliente migliore nel mondo, suppongo. Una casa in Giappone potevo comprarla).

31 Sono siciliana. Potrei mai vivere senza la cannella? Se per molti è una moda ormai, qui a noi siculi ce la mettono nel biberon? Tutti i dolci siciliani hanno la cannella. Se non c’è la cannella ce la mettiamo noi. Pure nel ragù si mette la cannella. Pure nella pastasciutta. Ok la smetto. Non mi piace assolutamente la cannella confezionata. Grazie al cielo ho Orazio Santo Fruttivendolo di Fiducia che l’acquista a sacchi, manco fossimo a Casablanca, e io ne faccio incetta continua. Freschissima, profumata e incredibilmente buona, la metto chiaramente in tutte le preparazioni dolci. Dal porridge ai cereali ai dolcetti raw.

32 Amo tuttetuttetuttetutte le verdure. Forse semmai dovessi dirne una che non mi fa impazzire, ma che comunque mangio ugualmente se capita, è il radicchio. Tutte le verdure e gli ortaggi senza distinzione. Il cavolo in tutte le sue forme.I broccoli. I cavolfiori. Non c’è una verdura o un ortaggio che non sia di mio gradimento, ma se mancano le zucchine e le carote posso pure piangere lacrime amare fino a prosciugarmi. Ho messo sul tavolo solo queste due perché sono in assoluto i must have immancabili. Sono un po’ come il mascara e il fondotinta. Mi piace pure il rossetto e l’eye liner ma se mancano fondotinta e mascara ‘ndo vado? (fermo restando che mi trucco una volta al mese e che esco sempre struccata ma era un esempio talmente cretino che volevo farlo)

33 Datteri. D’accordo i fichi secchi mi piacciono molto ma da due anni ormai vivo per questi datteri israeliani morbidi, succosi ed enormi che sempre Orazio (oh io Orazio lo amo, c’è poco da fare) mi fornisce. I datteri, oltre che essere indispensabili nella preparazione di dolcetti vegani e raw, sono buonissimi. Che siano imbottiti di frutta secca, ricoperti di cioccolato o semplicemente così. Sono un dolcetto delizioso. Dopo pasto o colazione. Un dattero è uno di quei momenti belli della giornata. Quando finiscono io vado letteralmente in depressione.

34 Sempre da Orazio giornalmente mi rifornisco di frutta esotica. Ecco. Io non sono una fissata con la frutta di stagione. Sì forse dovrei. L’ambiente blablablafrizzielazzi. Ma già nel mio piccolissimo credo di contribure in minima parte all’universo. Potrò mangiarmela una papaya a dicembre, no ? Il Nippo con una cotoletta in bocca a volte giusto per tediarmi mi dice “Sai quanta benzina si è sprecata per portarti questa papaya qui?”. So che scherza (un po’ no, ma vabbé) ed eticamente è un discorso che andrebbe affrontato, ma santo cielo bisogna pur vivere. E’ già norma che io mangi avocado 365 giorni all’anno e confesso, senza nascondermi, che lo è pure per molta altra frutta esotica. Non mangio ovviamente solo quella che amo e apprezzo la frutta di stagione, ma non è affato raro che io mi nutra (proprio pranzo ma soprattutto cena quasi sempre) solo di frutta esotica.

35 Il limone lo mangio a morsi. Lo mangio con il sale e il bicarbonato. Lo metto sui semi come ho detto. Lo metto sull’avocado. Mi piace il limone spremuto sul riso lesso (lo facevo anche quando ero obesa e quando poi mangiavo otto chili di patatine). Mi piace la limonata, i ghiaccioli fatti in casa con base di limonata, mi piace sulla wakame e pure sull’insalata come unico condimento. Mi piace il limone ovunque. Io senza limone, intendo giornalmente, impazzisco. Il mio papino impazziva per la limonata e la passione per il limone la devo sicuramente a lui. E’ in assoluto (semmai dovessi decidere un frutto con una pistola puntata alla tempia) il frutto-agrume che più preferisco. Niente viene prima del limone. Per me è  vita. Ricordi e vita.

36 Sempre da brava sicula quando è periodi di mandaranci, mandarini e arance piango per la commozione. Cerco di incamerarne il più possibile. Ne mangio una quantità vergognosa e mi piacciono da morire le spremute, anche ghiacciate. Nel freezer, fatte tipo granita all’antica. Per i mandaranci farei follie!

37 Ho fotografato lo zenzero in polvere ma in realtà lo preferisco in radice fresco. Soprattutto negli smoothie (non lo avevo in casa al momento dello scatto anche se manca raramente). Sono un’amante delle spezie. Non tutte. Mi piace ad esempio mangiare l’ananas con limone e sale e qualche volta aggiungo il pepe nero. Non sono una patita del piccante ma mi piace moltissimo il pepe. Non ne faccio un uso quotidiano e neanche settimanale ma quando ho voglia di pepe una tantum me ne concedo una bella quantità (seppur faccia male e lo so). Lo zenzero in polvere però ultimamente lo prendo spesso con l’acqua calda e il limone che mi ha consigliato la mia amata Ombrellina.

38 Si è capito che ho una perversione per l’avocado. E’ assurdo perché prima lo detestavo. Cotto. Crudo. In crema. Poco importa. L’ho mangiato, per voglia, anche acerbo e solo i temerari come me sanno quanto possa essere disgustoso. Fosse per me mangerei avocado tutti i giorni e in molti periodi l’ho fatto gonfiando come una zampogna. Ricco di grassi buoni e dalle infinità proprietà (lo metto sui capelli e in faccia ottenendo risultati incredibili) non manca mai in casa mia. E’ più probabile che manchi l’acqua ma l’avocado: mai. Chi me lo procura? Il migliore sul mercato? Sempre Orazio Santo Fruttivendolo di fiducia, cui si deve la mia sopravvivenza.

39 Sono una fan sfegatata della senape e quando impazzisco mi faccio pure una salsetta yogurt e senape davvero buonissima come dressing per insalata. Mi piace sperimentare tantissime senapi. Amo quella al mango che il Nippotorinese mi porta da Torino fatta proprio artigianalmente e ho assaggiato con piacere senapi multigusto. Rimango fedelissima a quella classica di Digione e mi piace moltissimo con le carote, con le zucchine bollite e pure sulle gallette di riso.

40 Avevo dimenticato i semi di canapa durante la numerazione ma non potevo non dar loro il giusto rilievo. I semi di canapa sono buoni a dir poco. Sono ipercalorici ma mi piacciono tantissimo. Così nudi e crudi a cucchiaiate (guarda un po’? Con tanto limone sopra).

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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