Ricette Vegetariane e Vegane

Cosa c’è nel mio Carrello: Farina di Cocco, Biscotti Vegani al Sesamo e Lievito Alimentare

Questa settimana nel mio carrello ci sono questi tre prodotti.

Farina di Corro Raw

E che differenza c’è ? Presto detto. Innanzitutto ho adoperato insieme a Ombretta questa farina per la realizzazione dei Bounty Raw Vegan che se ti fa piacere puoi vedere in formato VideoRicetta qui. Si può sostituire la farina di cocco fino al 25% della farina di frumento in modo che i dolci siano più ricche di fibre tanto per cominciare e pure il valore delle proteine chiaramente aumenterà.  Può essere utilizzata nelle bevande o come addensante ed è buonissima con i cereali. Da aggiungere al muesli (ma pure da aggiungere al latte di mandorla senza zucchero. Mai provato?). Fosse per me il cocco me lo mangerei a cucchiaiate morendo soffocata e felice (un po’ come dirò poi per il lievito alimentare. Va tutto bene. Centodiciottomisenti?). A differenza della farina di cocco che si trova facilmente in commercio e alla quale visivamente siamo abituati, questa è molto fine come fosse farina davvero per l’appunto e si presta quindi a sortire un effetto delicato e molto soft. Viene prodotta in Germania e come valori nutrizionali per 100 grammi ha 352 kcal. Dico solo che pure nel caffè è buona. Suppongo non ci sia altro da aggiungere.

Il lievito alimentare

lo tenevo in dispensa. Lo adoperavo per provare cose ma. Non lo avevo mai mangiato così a cucchiaiate. E indovina quando l’ho fatto? Ma con Ombretta ovviamente! Quando prima di stare male entrambe contorcendoci dal dolore (lei tra spasmi e coliche e io tra colori da Umpa Lumpa e intossicazioni provocati dalla vitamina A) mostravamo tronfie e trulle trulle l’insalata di avocado-pomodoro-guacamoleinsomma con il lievito alimentare messo come condimento (a seguire diapositiva). Io non so cosa mi ricordi esattamente ma posso asserire che mi piace. Mi piace quella sensazione di perire con qualcosa che ti ostruisce il passaggio esofageo. Guardare negli occhi Ombretta che tentava di aiutarmi allungando la mano con gli occhi sbarrati mentre io (dopo aver mangiato la granita alla nocciola, inciso. Tre vaschette, ennesimo inciso) la guardavo lacrimevole con la mano alla gola ed emettendo suoni soffocamento-esalazioneultimorespiro. Solo che non ho potuto resistere al Lievito di birra in scaglie a cui è stato tolto il potere lievitante. Mi sono detta: avrò una pelle bellissima santocielo! Sarà capace di ridarmi un colore che non mi faccia somigliare a un dipendente della Fabbrica di Cioccolato. E quindi giù a cucchiaiate. Insaporisce zuppe e piatti e base di cereali. Non si dovrebbero superare i 6 cucchiaini di prodotto al giorno (ma io sono sempre quella che ha mangiato 120 grammi di alga nori per due settimane quando la razione quotidiana sono 7 grammi) e non va inserito nei prodotti cotti. Chiaro no? Quindi un barattolo di 125 grammi a pasto lo possiamo buttar giù, mi pare di capire. Tentando un minimo di razionalità? Un prodotto da tenere in dispensa assolutamente. Ha la capacità di insaporire moltissimo e conferire un gusto che ti ricorda qualcosa ma non ricordi cosa. Ma è qualcosa di buono. Anzi possiamo far partire l’hashtag #cosamiricordaillievitoalimentaredisidratatosenzapoterelievitante? Molto facile e intuitivo.

Questi biscotti contengono: farina di grano, malto di grano, olio di semi di girasole, sesamo, succo di mela, nocciole in polvere, fibra d’avena, agenti lievitanti, bicarbonato di sodio e ammonio, succo di limone. E’ un prodotto completamente vegano prodotti in francia da SARLE Le Pivert Le Moulin du Pivert. Il pacco è da 150 grammi e i biscotti sono divisi in piccole porzioni che ne contengono due, facili da trasportare come spuntino o snack. Un’idea che trovo sempre geniale così nessuno deve star lì a porzionare con sacchetti et similia. I valori nutrizionali per 100 grammi sono di 495 kcal con proteine 89, carboidrati 60.1 e grassi 23.5 dovuti all’olio. Fibre 4 grammi. Sono esenti chiaramente dall’olio di palma e ci tengono a sottolinearlo proprio nella parte frontale del packaging. Provengono da agricoltura biologica e sono davvero dei biscotti sorprendenti da provare. Sarò impopolare ma a me i biscotti non attraggono per nulla e non ne faccio uso. Non ci provo proprio gusto (allora meglio sei mestolate di lievito alimentare e otto chili di avocado. Ok, mi calmo) ma da questi mi sono lasciata tentare (ora però basta. Datemi il lievito!!!!!).

 

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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