- 6 uova (tuorli e albumi separati)
- 160 grammi di zucchero
- 160 grammi di semi di papavero
- 50 grammi di noci tritate (o mandorle)
- 50 grammi di uvetta passa
- Copertura: 200 grammi di margarina o burro, 200 grammi di cioccolato al 70% e 4 cucchiai di acqua
Ungi e rivesti di carta da forno una tortiera da 26 cm. Sciogli la margarina o il burro al microonde o a bagnomaria dolcemente. Aggiungi il cioccolato e l’acqua e mescola finché si scioglie. Metti da parte.
Monta a neve gli albumi con un pizzico di sale e aggiungi metà dello zucchero mescolando piano. Quando il composto è veramente denso mettilo nel frigorifero e lascialo raffreddare. Sbatti i tuorli con il resto dello zucchero finché sono cremosi e giallo chiaro. Aggiungi 4 cucchiai di copertura al cioccolato e mescola bene. Amalgama i semi di papavero, le noci e l’uvetta al composto di uova e cioccolato. Incorpora metà degli albumi montati a neve al composto di semi di papavero e mescola. Aggiungi il resto degli albumi e poi versa nella tortiera. Inforna a 180 già caldo per 40-50 minuti finché lo stecchino non vien fuori asciutto. Lascia raffreddare nella tortiera e con un coltello stacca la torta dalle pareti delicatamente e poi sforma. Riscalda nuovamente la copertura di cioccolato a bagnomaria o nel microonde e versala sulla torta. Lasciala raffreddare e servi.
La ricetta è tratta da La Libreria di Iaia: La Cucina Ebraica di Clarissa Hyman e mi ricorda tantissimo una torta con i semi di papavero tipica dell’Est europeo che era piaciuta moltissimo a papà. Le impressioni su questa torta sono discordanti. Abbiamo il Nippotorinese (nostro critico cattivissimo e spietato) che l’ha descritta in questo modo: “sembra di prendere una ciotola dei tuoi semi, che mangi a cena, e ci butti dentro otto chili di cioccolato e burro”. E mi sembra un bell’inizio, no? Altri l’hanno definita buona ma “strana” sicuramente perché i semi di papavero danno una consistenza “crocchiolosa. Scroccoliante. Scrocroccoliante” (chiamo l’aiuto da casa e giro la ruota!). Non potendola assaggiare a me non rimane che vaneggiare al riguardo. La consistenza sembra interessante ma insomma non vorrei far la parte di una senza olfatto che descrive i profumi (nessuno dica che lo faccio sempre perché pianto un casino, ok?!). Non ci fosse stata la copertura sopra, sempre a detta del nostro terribile critico sabaudo, sarebbe forse essere potuta essere migliore e noi ne prendiamo atto (e ti facciamo pure una sonora pernacchia O Nobile Nippo!).
Il fatto è che quando si parla di Clarissa Hyman, che ha sfornato un libro bello e difficile da dimenticare come si fa a resistere? Non si può. Sicuramente una torta particolare che nulla c’entra con il comun sapore del Fondant Au Chocolat di ieri (tanto pure quello non andava bene. Ok facciamo due pernacchie e non se ne parla più?) ma una valida alternativa per chi (come me sìììì) ama i semi di papavero. Sono pur sempre quella che anniannianni fa era impazzita mettendoli ovunque (aspetta che cerco il link. Eccolo! E pure la ciambella vegana buonissima al sapore di arancia).
I semi di papavero sono lodati per le proprietà calmanti del sistema nervoso nella medicina naturale e come tutti i semi oleosi si sposano benissimo con la preparazione dei lievitati (uh stavo per dimenticare i Byalis fatti per il Pappamondo lo scorso anno!). Omega 6, grassi e proteine senza dimenticare manganese, calcio e acido linoelico. A me piacciono tantissimo anche nell’insalata e sugli spinaci lessi. Ma pure sull’avocado, a dirla tutta.