Mi sono fatta una tisana, esattamente della Yogi Tea, quella ginger lemon che in questi ultimi due giorni mi ha aiutato a depurarmi da tonnellate di porridge salato che ho mangiato convulsamente. Mi sono detta che dovevo fermarmi. Non dovevo montare nessun video, finire qualche disegno, continuare ad addobbare casa che sembra più fornita del reparto Rinascente e che non dovevo rispondere a nessun commento, mail, messaggio su qualsiasi social, piattaforma e ignorare pure tutti i piccioni viaggiatori. Mi sono detta che se non riesco a ripartire da qui, che è il mio posto in assoluto che odora di casa, ho davvero un grave problema. E difatti ce l’ho eccome. Giro intorno giusto per non entrarci. Perché qui c’è lo specchio. Quello vero. Quello grande che rimanda la realtà; per carità non è che dalle altre parti non ce ne sia già in ingente quantità ma su RunLovers bacchetto tutti e urlo di mangiare porridge e smetterla con la birra come reintegro, su Youtube posso fermare quei quattro momenti spensierati, su Instagram continuo a scarabocchiare perdendo tempo perché avrei cose ben più “urgenti” da fare ma va bene così, sulla pagina Facebook credo che un mio status sia l’ennesimo attimo sfuggente da sottoporre agli altri e mi spavento pure di essere invadente. Instagram stories l’ho provato ma vedere numeri da capogiro per un albero di Natale mi ha fatto supporre che sia del tutto inutile. Come può una che ama raccontar storie e che sogna di farlo sempre meglio meritarsi tal attenzione per l’ennesimo albero di Natale? Snapchat ci ho provato ma allora a questo punto faccio il vlog con calma perché altrimenti mi piglia male, che sono una perfezionista maniacale e poi diciamocelo i filtri mi stanno tutti male. Tranne quello del cagnolino, ma che poi apri la bocca e vien fuori la lingua e non mi pare il caso che ho un’età. Insomma tutti a raccontar storie, io per prima, ma nessuno a fermarsi davvero per farlo perlomeno al meglio, sempre io per prima intendo.
Il mio “impegno” giornaliero prima era solo stare qui. Tra queste mura di template strampalato e in mezzo a ricette che non hanno mai voluto essere solo questo. Nessun consiglio. Nessuna bravura. Del resto vuoi farti consigliare da una che ha problemi alimentari e non sa fare un caffè? Mi fermo sempre più spesso chiedendomi che direzione davvero io debba prendere ma soprattutto voglia prendere. Mi sono misurata e confrontata con moltissimo. Credo di aver spaziato e girovagato ovunque. Di essermi ispezionata ed esposta anche sin troppo. Ma quando sono con una tisana in mano. Quando sgombro la mente e cerco di rilassarmi davvero penso solo una cosa.
Mi manca il Blog.
Penso solo questo. Mi manca il mio Blog. Quello di una volta. Quello dei vecchi tempi. Quando usciva una ricetta e un delirio ogni giorno, cascasse il mondo, alle 12:12. Quando eravamo qui tutti uniti a commentare per ritrovarci. E mi manca soprattutto il conto alla rovescia con la tombola. Ho creduto che fosse meglio non farla (ma vorrei farne due-tre puntate speciali sotto Natale ma poi ti dico, ok?) proprio perché se manca il resto manca tutto. Vorrei ricominciare ma ho paura di farlo. Innegabile che da quando la tragedia emotiva di papà mi ha colpito non sono più riuscita a essere io, ma neanche un’altra e un’altra ancora. Ho rincorso decine e decine di me senza capire bene quale fossi. E no, non ho ancora capito. Quando papà stava male mi chiedevo: chissà come sarà quando andrà via. Adesso la risposta la so. Sarà che. Che non si capisce più chi sono, dove sono, dove sto andando e soprattutto perché. Certo la mattina mi alzo convinta che sono quella di prima e che devo fare questo, questo e quest’altro ma quando sono con questa tisana ferma e da sola, senza niente intorno, capisco che questo questo e quell’altro è per confondermi e per deviarmi. Per depistarmi e non farmi capire la verità. Maestro Yoda non ha mai sbagliato del resto. La risposta è dentro di me e la so da tempo. Solo che non ho il coraggio molte volte di ammetterlo a me stessa.
Ho paura di rileggere questi pochi post dell’anno sicuramente in cui ho scritto meno perché per quanto poco mi ricordi so che sono promesse di tornerò, non tornerò, sto tornando ma poi. Ma poi non torno mai. Come faccio su Instagram. Anche lì sto cercando di ritornare su quella strada abbandonata ma è un po’ come il Nulla di Neverending Story. Lo sento intorno e mi fagocita. Allora giri un video e urli ciaoooo su Youtube, anche in quelle giornate che vorresti dire ciao e buttare la faccia sul cuscino. Non ho problemi ad ammettere di aver a che fare attualmente con uno stato di depressione. Candidata e consapevole da tempo, eh. Mica ci sono arrivata impreparata ma come diceva papà: l’importante è capire il problema e risolverlo. Dunque io sono infelice perché è morto l’uomo della mia vita e non me ne faccio una ragione. Sono depressa perché quando non me ne faccio una ragione capisco che invece devo farmela. E dopo essermela fatta devo ricominciare a fare quello che fa prima di tutto stare meglio me davvero e non credere che mi faccia star meglio. E l’ultimo passaggio è: il Blog. Scrivere mi rende felice. E se ho smesso di farlo nel posto dove maggiormente mi confrontavo significa non impegnarsi seriamente. E non farlo da parte mia è inaccettabile perché se c’è una cosa che mi riesce sempre bene è impegnarmi seriamente. Sì, d’accordo la stanchezza ma è una giustificazione, no?
Voglio impegnarmi seriamente e non promettere di farlo.
Quello che vedi sotto è il primo esperimento di Vlog. Ci sono stati altri esperimenti e qualora fossi colto da masochismo c’è pure una playlist. In pratica con un pulsante vieni catapultato nella vita, nella casa, negli affetti e apparentemente nella testa dei pensieri estemporanei. Abitudine su Youtube è farli per tutto il periodo natalizio. Non per fare la solita outsider ma ci tengo a precisare che i miei video non sono monetizzati e che pur essendo un patner verificato di Youtube al momento ho deciso volontariamente di non essere una stipendiata da Google. Usufruisco del servizio gratuito e ringrazio, bon. Percepire denaro dalla pubblicità per farti vedere il nuovo pupazzetto di Koi, o darti una ricetta che ho già postato qui o che ancor peggio appartiene a qualche grande chef (ergo replicata malissimo) non è propriamente da me, ma in generale capisco e non giudico. Facciamo che non fa semplicemente parte del mio essere. L’intenzione -te lo dico proprio senza tanti giri di parole- è che se un giorno deciderò di voler monetizzare i miei video sarà quando a mio insindacabile giudizio li reputerò utili per gli altri. Al momento li giudico solo utili per me.
Non c’è il conto alla rovescia come gli altri anni ma c’è un’illustrazione leggermente più elaborata al giorno sul mio profilo Instagram in gemellaggio con quello di Ombretta. Non c’è il Pappamondo come due anni fa quando viaggiavamo insieme per il Mondo mangiando dolci tipici natalizi di tutte le parti del Globo, ricordi? Non ci sono tantissime cose e forse non c’è neanche la vecchia me che tra un pochino soffierà sulle candeline (beh lì forse avrò bisogno di un aiuto chimico perché zenzero e limone non basterà. Ma mi deprimerò di più l’anno prossimo, dai. Quindi mi godo l’ultimo anno da “giovane”, su). So che non ci sono molte, tante e troppe cose ma so anche che non smetterò di cercarle, trasformarle e rielaborarle. Fosse solo perché se papà potesse vedermi di tutto questo sarebbe molto dispiaciuto. Amava vedermi cucinare 45 torte da tutte le parti del mondo. Mi diceva con quegli occhi lucidi, bellissimi e innamorati: Con te il Natale è sempre esagerato ma bellissimo.
Ecco io vorrei che fosse di nuovo così. Come i vecchi tempi.