Sarà banale o scontato ma l’autunno quanto l’inverno sa proprio di spezie. Non riesco proprio a rinunciarci. A volte faccio esperimenti, senza grandi pretese, e ne aggiungo anche qualcuna nel caffè o nel cappuccino o in qualche centrifugato e frullato. L’odore dei chiodi di garofano mi inebria e insieme alla cannella e allo zenzero rimane uno dei miei preferiti. Sarà che mi ricorda le Rame di Napoli, biscotti tipici del catanese, che in questo periodo impazzano nei bar e nei panifici insieme alle Ossa dei Morti, altri biscotti classici e tradizionali che la mia nonna preparava con tanto amore e che, insieme alle Rame di cui ti ho parlato già, erano tra i preferiti del mio amatissimo papà. Mi sono messa in testa di creare delle Rame di Napoli in versione veg. Mi sono detta che qualcuno ci avrà già pensato ma testarda come sono già so che farò di testa mia. La stanchezza avanza inesorabile proprio nel periodo in cui non posso ammalarmi (ma mi ammalo puntualmente, leggi) e Novembre è arrivato. Lo odio così tanto e con tutte le mie forze che spero passi in fretta. Trascorso il trentuno ottobre, data in cui mi ostino a sembrare felice per Halloween, è come fare un viaggio nel Nulla, nel sottosopra e a Neverwhere tutto insieme. Insomma quel luogo che chiamo da sempre Nightmareland.
Le torte non sono mai abbastanza e la voglia di costruire cose buone e dolci per sopperire ai ricordi e ai dolori è tanta. Mi sento un po’ la food blogger leopardiana (Giacomo perdonami. Giusto un misero esempio) con picchi di pessimismo insopportabili. Poi passa però, eh. Mi impongo di pensare al Natale, alle luci e poi quest’anno ho pure un camino finto con un fuoco che sembra proprio quello che accendeva papà. Sono sicura che qualcuno si avvicinerà con qualche salsiccia o castagna o con le mani infreddolite cadendo nella divertentissima trappola.
Oggi ti lascio velocemente questa ricetta che è piaciuta molto e dal sapore tipicamente americano. Scusa per le foto, scattate con fretta e poca attenzione. A dirla tutta non volevo neanche pubblicarle perché sembravano troppo tristi e spoglie ma poi mi sono detta che no.
Bisogna farlo per ricordarsi che non sempre è tutto perfetto, studiato e composto. E che è giusto così per certi versi.
Preparazione umida:
- 130 grammi di zucchero di canna grezzo (oppure 120 di zucchero semolato e 10 grammi di melassa)
- 120 ml di olio di girasole
- 4 uova medie
- 2 cucchiai di succo d’arancia (ma va bene anche il limone)
- la scorza di un’arancia grattugiata non trattata
- un cucchiaino di estratto di vaniglia
- mezzo cucchiaino di estratto di vaniglia
Ingredienti secchi:
- 240 grammi di farina tipo 0
- 2 cucchiaini di lievito
- un pizzico di sale
- 2 cucchiaini di cannella in polvere
- un pizzico di cardamomo in polvere
- un pizzico di pepe nero macinato fresco
- un pizzico di noce moscata grattugiata
Carote e frutta secca:
- 240 grammi di carote grattugiate
- 2 cucchiai di noci tritate
- 2 cucchiai di uvetta
Per la glassa:
- 100 grammi di burro ammorbidito
- 150 grammi di formaggio da spalmare
- 100 grammi di zucchero a velo
- 100 grammi di cocco grattugiato
Scalda il forno a 180. Sbatti energicamente gli ingredienti della preparazione umida tutti insieme. Mescola poi i secchi e amalgama le due preparazioni. Non lavorare troppo l’impasto. Infine aggiungi le carote e la frutta secca. Imburra e infarina la tortiera di circa 20-22 cm e riempila. Infornala per 40 minuti e poi lasciala raffreddare.
Una volta raffreddata aggiungi la glassa: lavora il formaggio con il burro e lo zucchero fino a ottenere un composto liscio e omogeneo.
Stendi la glassa sopra la torta e se vuoi metti il cocco grattugiato.