Ricette Vegetariane e Vegane

Che La magia abbia inizio

LiÈ chiaro che ormai le cose stiano in questo modo: si festeggia Halloween il 31 Ottobre e il 2 Novembre si tira fuori l’albero di Natale. Non ci vuole un antropologo che analizzi le strutture sociali, i comportamenti e le modalità dell’agire collettivo per capirlo. Stupirsi sottolinea solo la vecchiaia che avanza inesorabile (parlo per me, certamente). Da che mondo è mondo (cit) le tradizioni cambiano, si evolvono e mescolano e il web con i social non ci hanno messo solo lo zampino ma hanno dato proprio una bella zampata.

Di vita vera ce ne è, eccome e non è sempre tutto palcoscenico ma che la “pillola” sia indorata e che si cerchi di preservare molti aspetti personali -giustamente, aggiungerei- è un dato di fatto. Non ho mai fatto finta che non facessi l’albero con un mese d’anticipo per poter fare le foto e organizzarmi. Anche se questo fosse stato il mio primo e unico lavoro lo avrei fatto (chi mi segue da poco me lo chiede spesso. Ho un’ azienda nata 45 anni fa grazie ai sacrifici di mio padre che nulla c’entra con il web. Fornisco luci, materiale elettrico, illuminotecnica e tutto quello che concerne l’elettricità). Anzi. Fosse stato il mio lavoro avrei fatto sicuramente meglio e già ad Agosto stavo con le palline e i festoni per casa.

La blogosfera, come si chiamava prima, è cambiata come la vita.

A me piacciono i cambiamenti. Non sono una nostalgica in tal senso. Lo sono soltanto quando il cuore si stringe perché qualcuno non è più con noi.

Mi piace che si festeggi Halloween e non mi dà fastidio, perché se voglio festeggiare il giorno dei morti “come si fa al sud” posso farlo serenamente. Se non voglio festeggiare beh. Non festeggio.
E non guasto la festa agli altri.

La globalizzazione mi ha permesso di conoscere molte tradizioni e perché dire no al giorno del Ringraziamento? Perché dire no all’Hinamatsuri, festa giapponese, che amo e che “festeggio” ormai da un ventennio? Mariah Carey stessa ama scherzare facendosi scongelare il 2 Novembre per cantare il tormentone. Bublè stesso ironizza sul suo compito mondiale di riportarci tutti all’ordine supremo natalizio. Le feste, qualsiasi tipo di festa, riescono a portare luce e magia. Anche noia, malcontento e depressione certo, ma quando accade la problematica affonda radici diverse; che abbiamo analizzato tante volte insieme. A me, alla fine di questi banali, se vogliamo, flussi veloci di pensieri insieme a te -sorseggiando un tè- rimane solo la voglia di sognare. Di estraniarmi dalla quotidianità. Di regalare a me stessa, e di riflesso anche a chi ne ha voglia, un attimo di luce.

Non sono solo una donna che ha tanti oggetti costosi e una vita scintillante. Sono una donna con tantissimi problemi come tutti gli altri. Fortunata in delle cose e meno in altre.

Come tutti. Proprio come tutti.

Diciamo che nella vita non sono mai stata -e sono- quella che la rovina la festa. Che giudica. Che coglie l’occasione per polemizzare su qualunque cosa.
Ho poco tempo sulla terra e voglio spenderlo così quando posso.
Sognando.
Regalando sogni.
Sorridendo e se riesco a far sorridere anche poco poco poco, sono felice.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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