Ricette Vegetariane e Vegane

I 3 film per riaccendere lo spirito natalizio

Se lo spirito di Natale scarseggia e non accenna ad arrivare ti dico subito che questi tre film potranno riaccenderlo. Così tanto che ti ritroverai in cantina a cercare disperatamente tra gli scatoloni perduti le cianfrusaglie, addobbi e decori di ogni tipo e sorta.

 Partiamo subito con il presupposto che sono da sempre allergica alle commedie romantiche. D’accordo Pretty Woman, Dirty Dancing, Bridget Jones, Ghost e tutto il repertorio irripetibile anni 90 -quelli non si toccano- ma ho fede in Michael Myers, Serial Killer con motoseghe sempre accese e facce di cuoio. Ho trascorso la mia infanzia, adolescenza e adesso vecchiaia in compagnia di urla completamente innamorata di Ghost Face et similia. Chi mi conosce rimane sempre stupito quando confesso di avere una forma di perversione per le commedie natalizie (tanto quanto il fatto che mi rilassi con l’esorcista). Così stucchevoli e smielate. Con una trama ricchissima di luoghi comuni e un finale che di sorpresa ha ben poco.

Tra addobbi ricchissimi ed esasperati, bimbi felici, amori impossibili a lieto fine, elfi golosi di spaghetti e caramelle e non in ultimo ogni forma di Babbo Natale vivente pronto a esaudire i nostri più incredibili desideri. È un film dell’orrore in egual modo, per certi versi. A volte sogno di entrarci dentro, una scena, e fare strage proprio come fossi in un negozio della thun (ti ho mai detto che vorrei entrare lì dentro e rompere tutto con una mazza da baseball urlando bastaorsacchiottibastaaaaa!!? Ecco, adesso lo sai). Eppure. C’è qualcosa di realmente magico e ti ritrovi commossa con i fazzoletti a tirar su con il naso felice che i due si siano messi insieme alla vigilia dopo una serie di peripezie sciocche che sono riuscite però in qualche modo a farti ridere. 

Divento quasi romantica. Mi viene voglia di cantare Last Christmas con il soffione della doccia e uscire per la strada a decorare i semafori. Far attraversare le vecchiette, addobbare gli alberi della villa comunale e raccogliere per terra le cartacce. Mi viene voglia di essere quasi una brava cittadina.

È una sorta di ipnosi. Di malattia improvvisa. Di psicosi, ecco credo sia la parola giusta.

Lasciarsi trascinae da tutto il catalogo che il signor Netflix ha messo a nostra disposizione – e non solo- ci aiuterà a riaccendere lo spirito del natale perso ne sono sicura. O, ci farà uscire fuori di senno del tutto. Credo sia bene o male la stessa cosa.

Nonostante ogni anno faccia sempre la solita lista con la maratona dei film di Natale da vedere assolutamente (e la farò pure quest’anno perché sono un’anziana abitudinaria ripetitiva) ultimamente si fa fatica a star dietro alle nuove uscite. Me ne ero persa un bel po’ in questi ultimi due anni ma tranquillo Babbo Natale -so che mi stai leggendo- sto recuperando a una velocità imprevista. In questi giorni mi sono immolata (risate registrata) e ne ho visti tre in un sol colpo. È per questo che poi ho cominciato a girare in maniera convulsa attraverso gli oggetti con fili di luce? Sì. Ed è per questo che ho già tre alberi con le luci accese nonostante avessi promesso di farne al massimo due (e ne ho già altri due in mente)? Sì. Ed è per questo… Ok la smetto.

E al grido di “voglio scriverci un post” che ha quel sapore di “lo faccio per lavoro. È uno sporco lavoro ma qualcuno dovrà pur farlo”, eccomi qui. Qui con tre titoli. Anticipandoti -in modo anche piuttosto preoccupato- che è solo l’inizio. Ne vedrò ancora e ancora. Tutto il catalogo. E ti annoierò, ammorberò, stresserò, affinché tu ne veda anche solo uno insieme a me. Perché lo faccio, ti stai chiedendo? Perché sono una bruttissima persona. E perché il ruolo da assistente di Babbo Natale che svolgo con orgoglio da decenni non voglio mica perderlo a causa tua, sia chiaro.

I Believe in Santa

Partiamo con “Credo a Babbo Natale”. Con  Christina Moore e John Ducey? Sì, partiamo. E cominciamo con questo, dai. Lei somiglia in modo impressionante a Chiara Ferragni; non gli occhi ma movenze-bocca-naso sì. In alcune inquadrature si fa fatica a non credere sia lei (tra dieci anni). Lisa detesta il Natale e si innamora di Tom che invece ne è letteralmente ossessionato tanto da addobbare pure il water (che poi diciamolo, è sacrosanto addobbarlo. C’è ancora qualcuno che non lo fa? Nessuno mi risponda, grazie). Insomma la storia mia e di Pier al contrario. Un’ora e mezza che corre velocissimamente e ti ritrovi a chiederne ancora. Forse una miniserie? Sì. Una bucket list ricca ed emozionante -per Tom, chiaramente- piena di caselle da depennare: albero da accedere, canti di natale, trenino di natale, addobbare casa, fare biscotti e distribuirli anche nelle zone limitrofe, glassare qualsiasi cosa pure i parenti e il vischio. Il bacio sotto il vischio.

Riuscirà Lisa a reggere tutto questo?

Tom fa sentire persone come me quasi sane di mente. QUASI. Una storia che ci ricorda quanto sia difficile convivere con gli invasati-pazzi-malati-fanatici del Natale. Quanto il coraggio di chi ci sta accanto sia da premiare. Quanto anche la comprensione delle persone adulte, razionali e logiche debba essere in qualche modo premiata (non rinunciando a un punto della bucket list, sia chiaro). Per un attimo ho provato quasi (sottolineo quasi) tenerezza per il Torinese. Poi però sono corsa in cantina a prendere ancora addobbi. Però ecco potrebbe far “ragionare” per qualche secondo anche persone come noi. Voglio esagerare: giusto qualche secondo.

(che poi Babbo Natale esista e lo sappiano tutti quelli sani di mente è un altro discorso)

Voto 7 e 1/2

da vedere assolutamente!

 

Un castello per Natale

 

Film prodotto da Netflix e uscito nel 2021. Con Brooke Shields e Cary Elwes più una superba apparizione di Drew Barrymore. Lei è Sophie Brown che lascia New York per recarsi in Scozia a visitare il castello descrittole dal padre, che cinquant’anni prima lavorava nelle terre circostanti. Tutti gli ingredienti nostalgici e avvincenti ci sono? Sì. Ci sono, te lo giuro.

Myles è il duca e proprietario del castello caduto in disgrazia.  Sophie è una  miliardaria scrittrice famosa con la voglia di comprare un castello. Vabbè che te lo dico a fare abbiamo già capito. Almeno sappiamo come andrà a finire mi sono detta. Perché Brooke Shields mi ha sempre lasciato l’amaro in bocca con il finale di Laguna Blu. Non ho mai capito se quelle bacche maledette fossero velenose o no. E se fossero sopravvissuti. Almeno qui, niente mistero ma solo tantissimo meraviglioso tartan, kilt a go go e cagnolini adorabili più una buona dose di amicizia e buoni propositi.

Vomitevolmente carino con paesaggi mozzafiato e viste imperdibili capaci di farti venire voglia di mollare tutta la tua vita e trasferirti nel paesino adiacente al castello per fare la maglia. Maglioni, sciarpe e calzettoni. Giochi sulla neve, cioccolata calda e milioni di alberi da addobbare.

Per un attimo mi sono detta: vado. A fare plaid patchwork in quel della Scozia e mi sposo il tassista che lavora 3 giorni l’anno. Poi mi sono ricordata che ho freddo quando ci sono 22 gradi.

Ma solo per questo, chiaro.

Voto 7 e 1/2

 

Falling for Christmas

Con Lindsay Lohan, Chord Overstreet e Jack Wagner. Ti dico subito che se hai visto Melrose Place quando vedrai il padre di Lindsay avrai un sussulto e urlerai “Booooonooooooooo” ricordandolo a bordo piscina, ma parentesi volgare a parte questo film è maledettamente carino. Provo un’antipatia atavica nei confronti della Lohan. Non l’ho mai digerita tanto. Lo scorso anno mi aveva conquistato con la storia del Pilk (latte e pepsi): bibita inaspettatamente buona che ha fatto impazzire il web (e pure me che l’ho provata e dedicato un video). Ma era stata una semplice parentesi, confesso. Poi il fastidio era tornato più prepotente che mai. Non sono mai riuscita a vedere nulla che la riguardasse. Poi arriva con il film di natale e mentre mi maledico per star compiendo il gesto. Play.

Me ne innamoro. Me ne innamoro a tal punto dal (tal e dal insieme mi piacciono, scusa) dare il voto più alto a questo terzetto vincente: otto pieno. Te ne innamorerai. Carino, divertente e scanzonato. Un’ora e mezza trascorre velocissimamente tra gag e sì: storia romantica assicurata. Vomitevolmente carino anche questo? Sì, forse il più dei tre.

Lei viziata, antipatica e proprietaria di catenecatenecatene di alberghi, manco a dirlo miliardaria (ovviamente. Ce ne può essere una simpatica?) perde la memoria dopo una rovinosa e incredibile caduta. Lui con la storia più triste dell’universo, belloccio, dolce, tenero, patatoso e amato da tutto il paese che lotta contro ogni tipo di ideale con figlia a carico cerca di salvare il piccolo alloggio invernale.

Chi la salverà? Chi lo salverà?

Chi le farà tornare la memoria e cambiare per sempre la vita? Una storia che avremmo tutti potuto scrivere a sei anni in prima elementare ma non ha importanza: è bellissima.

Stramaledettamente bellissima.

Dovrò compensare tutto questo amore, dolcezza e patatosità rivedendomi Nightmare e Halloween -tuttitutttitutti i numeri- in una sol notte ma ne è valsa la pena.

Lanciati senza paura e fatti fagocitare da tutto questo orrorifico sentimento natalizio. Arriverai a Dicembre forgiato (come l’anello nel Monte Fato non lo scrivo ma l’ho pensato, confesso)

Voto: 8 Pieno e pure più

(Lindsay mi piaci. Può succedere anche questo a Natale)

Di tutto questo il Torinese mi ha detto: “Sto confrontando i tuoi voti con quelli di IMDB. I Believe in Santa 4.4, Un castello per Natale 5.5, Falling for Christmas 5.2: Che il torinese abbia dei riferimenti critici sbagliati io l’ho sempre detto.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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