Ricette Vegetariane e Vegane

I cappellini coniglio per uova

E insomma il cappellino di Totoro per le uova è stato fatto e questo significa che può essere solo una bellissima Pasqua e non meno importante che i preparativi pasquali per l’albero di Pasqua, da giorni in preparazione, sono giunti al termine. Habemus due alberum pasqualis (consecutio temporum e lingua latina N.C.). Ho organizzato giusto un post apposito con tanto di tedioso racconto perché rovinarvi le giornate è una priorità che perseguo come obiettivo di vita. E insomma (insieme a “che siccome” sono i miei due inizi preferiti) l’albero di Pasqua c’è, il cappello di Totoro pure, la rubrica Fantasie di Pasqua con trilioni di sorprese è in fase organizzativa e procede come un treno ad alta velocità dove servono “salato o dolce?” e dove i bagni sono superpuliti (quanto ho amato il Freccia Rossa Torino-Roma lo so solo io) e cosa desiderare di più: Ma santo cielo molte più cose!

Perché il segreto è: mai accontentarsi soprattutto quando si parla di amenità e inutilità che diventano imprescindibili e importanti come ad esempio le orecchie di coniglio per le uova. Ora seriamente: ma davvero voi volete lasciare le vostre uova così?

Abbandonate al loro guscio con l’interno liquido. Nostalgiche a temperatura ambiente (chi le mette nel frigo si becca il ceffone eh!) mentre attendono la loro fine crogiolandosi nell’amletico dubbio: fritto, bollito, in camicia, decorato, spiaccicato per terra, in faccia al marito, come impacco per capelli sfibrati, come maschera rilassante al viso? No. Le uova hanno una loro dignità, dannazione.

 

E meritano una Pasqua con i fiocchi! (ah vero potrei fare dei fiocchi. uhm…) Per questo motivo qui, che si rispettano le uova, si è pensato bene di confezionare per le tenere creature deliziosi cappuccetti conigliosi.

Ma come si fanno? Panno Lenci! Come per Totoro anche qui occorrerà pochissimo panno lenci, colla, ago e filo e pennarello indelebile. Qualora proprio con l’ago e il filo non ce la si potesse fare, il contorno del cappellino potrebbe essere incollato solo che, uhm, esteticamente non sarà il massimo.

Non bisogna cucire dall’esterno ma sempre dall’interno e quindi infila di qui ed esci di lì (tecnica infallibile) una volta rigirato su se stesso mica si vede! Andate sul sicuro. Dopo aver disegnato sul panno lenci la sagoma del coniglietto ritaglia per bene in doppio in modo che poi si possano cucire le due parti e infilarle sul guscio dell’uovo. Una volta creato il cappellino (ebbene sì abbiamo praticamente finito) si possono applicare dei dettagli bianchi sulle orecchie per renderlo giusto più credibile. Con il pennarello nasino, occhietti e baffetti. Fattoooooooooooooooooooooo!(muciacia escidaquestocorpo).

Possono essere dei segnaposto carini e alternativi e si possono conservare per tutte le Pasque successive (cosa da non sottovalutare). Sono carini per le bomboniere o come cadeau a fine pasto magari mettendoli come copricapo a delle uova di cioccolato e confezionate con carta trasparente e nastrini o fiori. Adorabilmente inutili, i cappellini per uovo colorano la casa e rendono tutto più puccioso e kawaii, il che non guasta mai. L’atmosfera pasquale, del resto, con i suoi colori tenui e pastello, a differenza dello sfarzo natalizio con i dorati e gli argentati e il rosso fuoco e inteso,  rilassa. Rilassa e introduce alla primavera e a quella che dovrebbe essere un po’ la spensieratezza e la voglia di domenica tra amici tra pic nic e  passeggiate.

Rincasare e trovare le uova con i cappellini conigliosi vi assicuro è un momento epico e a tratti commovente.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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