Il corpino era troppo stretto e i sedici gancetti stavano quasi esplodendo. Le stecche sembrano ripiegarsi tanta era la trazione e i merletti ben stirati sul davanti facevano una piega diversa a causa del gonfiore dell’addome. Era stato un pranzo pesantissimo ma dopo aver digiunato per tre lunghi giorni, in preda ad una scocciatura con il marito, il cibo fagocitato velocemente non era proprio riuscita a digerirlo. Era rosa cipria l’abito, con nastrini che si rincorrevano come due gattini piccoli sull’erba. Non facevi in tempo a capire la trama dell’intreccio che ti giravano un po’ le pupille. Era discontinuo ed enigmatico quell’abbracciarsi di nastro e, mentre il colletto rimaneva ben stirato dritto sul collo perché almeno quello non si era gonfiato, arrivò il maggiordomo.
“Tè, Madame?”
“Per carità. Piuttosto un po’ di acqua calda con della scorza di limone”.
Fuori i ciclamini erano sbocciati e il glicine straripava nella sua ridondante bellezza. Il vento faceva muovere quelle sfere come fossero pianeti sospesi e fluttuanti. Un po’ ubriachi, se è possibile pensare che terre volanti piene di alcool siano facili da immaginare.
Stava lì, piena di cibo e vuota di parole. Lui si diceva che fosse a una battuta di caccia ma la verità era ben altra e lei lo sapeva.
La baronessa Smith allentò un gancetto e non era decoroso certamente un atteggiamento di questo genere, ma nella stanza ormai c’era solo il suo piccolo Tom che giocava con un trenino di legno. Il maggiordomo sarebbe entrato per portare l’argenteria ma non si sarebbe reso certamente conto di quell’incuria, o perlomeno lo sperava. Tom beveva del latte da una tazza e rideva gridando, ma non troppo, “ciuff ciuff”. Sul piatto vicino c’era un piattino ricolmo di biscottini al miele e un altro conteneva soltanto delle briciole.
“Dai un biscotto alla mamma, Tom?”
I capelli biondi e ricci di Tom le ricordavano quelli di lui. Quando non c’erano bugie e loro due stavano sotto quel glicine leggendo fiabe al loro piccolo. Come al rallentatore notò ogni movimento di quei fili d’oro che fluttuavano come fiori al vento mentre si avvicinavano a lei.
Il bimbo le porse il biscotto e sorrise.
A lei non restò che scoppiare a piangere. Quando lui si voltò e scomparve.
Da due anni Tom era morto cadendo da quell’albero nel mezzo di una fiaba. Da due anni quei piatti erano senza biscotti e quella tazza senza latte.
Quando ho tenuto in mano per la prima volta questo servizio di antiquariato, acquistato qualche sabato fa, non ero arrivata neanche alla cassa che. Mi ha raccontato questo. Non la proprietaria che ha soltanto detto “è appartenuto a una Baronessa Inglese dei primi del 900”. Me l’ha raccontata la tazza con l’aiuto del piatto grande e dei dettagli fondamentali del piatto piccolo.
Devo preparare dei biscotti per Tom e per la Baronessa Smith.
Primo! E ora leggo
Che bello, Iaia. Sai qual è il tuo più bel talento nello scrivere? La delicatezza. Grazie per questo micro-affresco.
Weilà
Ê deciso allora! Ti porterò tutti i miei servizi acquistati ai mercatini di antiquariato, piatti e piattini, tazze e bicchieri, così io potrò ascoltarne le belle storie che tu saprai raccontarmi 🙂
La tua nascosta anima gotica mi sconfinfera assai…e già mi tenti con promesse granitose di amore eterno e poi mi inviti in viziosi triangoli amorosi…ah, sssssseduttrice ♥
Brividi 🙁
clap clap!
Della baronessa Smith mi sono già innamorato
Che bello trovare questo racconto ora, a letto,piena di sonno, spegnere e addormentarmi. Grazie
Che bello, non so se piangere oppure no.
Molto dolce, e il fatto che tu abbia ricavato questo racconto solo guardando questo servizio…saresti una scrittrice fantastica, e di questo son gelosa, perchè diventare scrittrice è il mio sogno nel cassetto.
Comunque sei bravissima in tutto quello che fai. 🙂
Notte.
Chissà se chi ha realizzato quei piattini, quella tazza avrebbe mai immaginato che un giorno, più di cent’anni dopo, avrebbero ispirato un così bel racconto?! Magia dell’arte e del talento…
[…] ho letto questi flash legati a un momento e correlati a uno o più sapori mi è venuto in mente il servizio della Baronessa Smith. Quello che mi ha regalato il Nippotorinese e che è stato musa di tante storie. Che apparivano. […]
[…] Come il servizio della Baronessa Smith anche questo servizio nasconde molte storie. […]
[…] Baronessa Smith […]