L’idea dei biscottini a forma di bustina da tè è ormai “superata” talmente tante volte si è vista (sottotitolo: per chi frequenta food-ambienti social). Quelle a metà decorate con il cioccolato fondente poi su Pinterest vanno proprio di moda tanto quanto i BiscoRenna ma è innegabile che catturino (eccome) l’attenzione nella loro sorprendente semplicità. Era da un po’ che mi riproponevo di provarli (volevo fotografarli e offrirli) e quale migliore occasione se non adesso? L’ora del tè, tisana, latte caldo, cioccolato ha forse un altro periodo dell’anno migliore per essere rappresentata? Suppongo proprio di no. Ognuno con le proprie voglie e passioni si ritrova almeno una volta con una tazza fumante in mano. Io ultimamente ho fatto incetta di uno speciale infuso alla Banana e Caramello che mi ha letteralmente conquistato. Qualsiasi sia l’impasto che si scelga per questi biscottini a forma di busta da tè, il successo è francamente assicurato.
L’idea di abbinare, nel caso, l’essenza stessa della bevanda proposta in accordo con quella contenuta nella frolla non è da sottovalutare. In armonia o in contrasto (cioccolata calda? biscotti speziati al peperoncino. tisana banana e caramello? biscotti alla cannella. latte caldo con cacao amaro? biscotti al tè matcha e così ad libitum). Inizialmente volevo decorare la superficie biscottosa. Scrivere il nome di un fantomatico tè. Scrivere un messaggio. Fare una piccola confezione che contenesse “la bustina” con della carta da forno e magari disegnarci sopra. O un nome, perché no. Magari dell’ospite che riceve il pensiero (che sia un’ottima idea regalo golosa neanche lo dico) ma poi il tempo blablabla, le solite cose e. E mi è bastata la semplicità della corda alimentare bianca a sorreggere la bustina dolce.
xt-align: justify;”>Il risultato è in assoluto tra i migliori mai visti. Scenograficità (si può dire dai, è Natale e anche l’accademia della Crusca è più buona) in una disarmante semplicità. Senza contare la moltitudine di personalizzazioni che questa piccola delizia permette.
Immagino un bel barattolo di vetro con dentro questi biscottini e una selezione di tè come ottima idea regalo. Dall’erboristeria sino ai negozi specializzati e senza andare troppo lontano (neanche con il portafogli) al supermercato stesso ormai si trovano tè, tisane e infusi di ottima qualità o buoni e basta. Una bella confezioncina magari interamente realizzata in casa e in accompagnamento queste deliziose bustine zuccherose e un ricordo indelebile per il ricevente è assicurato.
La settimana che precede il Natale è sicuramente quella più impegnativa. Che sia dal punto di vista psicologico sino ad arrivare a quello organizzativo. Mancano i regali, a volte i cari che sono dall’altra parte del mondo o tragicamente in altri mondi. Manca sempre un po’ tutto nell’avvincendarsi nel Natale e nel giorno stesso. Chi ha la serenità familiare vorrebbe più denaro. Chi ha denaro vorrebbe più serenità familiare. Chi ha la salute vorrebbe più compagnia, comprensione e ipad. Chi ha più ipad vorrebbe solo più salute. E’ sempre difficile accettare, godere e ringraziare per quello che si ha. Tutto dall’altro punto di vista sembra più facile, più bello, più desiderabile.
La realtà in fondo è talmente semplice da risultare ovvia: bisogna godere di quello che si ha. Mai di quello che non si ha. Cercare disperatamente in ogni angolo del proprio cuore e testa tutto quello che c’è sotto le luci. Intorno. E mai oltre confine.
Io quest’anno ho il terrazzo addobbato in maniera esasperata. Tre alberi di Natale. Tante luci. Un gazebo sospeso in aria con una stella cometa rossa che sa di desiderio. Di cuore. E sangue. Il copriwater con Babbo, Renna e Pupazzo di neve che sorride. Una teiera costosa con i disegni natalizi. La pioggia di stelle. Regali impacchettati. Luci di qui. Luci di lì. Alberelli stilizzati, pungitopo, caramelle, il mio libro sulla libreria e le lattine di Pastiglie Leone con Maghetta. Progetti nuovi e in cantiere, sorprese e.
E sarei stupida se piangessi e mi lamentassi per quello che non ho. Nonostante sia la cosa per la quale rinuncerei a tutto questo e molto di più.
Ma a Natale e nella vita non si baratta nulla. Si deve sottostare alle regole che il “destino” e quello che “soggettivamente” si è scelto di essere ci offre. Ed è per questo che il mio Natale sarà splendido. Perché lo scorso anno papà non è riuscito a mangiare neanche un misero pezzo di pane. Un misero. Pezzo. Di pane.
E anche se la chemio ci respira con il fiato sul collo. Le piastrine non bastano mai. Io sono lì quando tramonta con il mio telecomandino. E accendo il gazebo. La stella appesa. L’albero. L’altro Albero.
E accendo anche il mio cuore. Di speranza. E Sogni.