Ricette Vegetariane e Vegane

Stollen/Kristollen/Christollen, insomma il “panettone” Tedesco!

Per 6-8 persone

  • 500 grammi di farina
  • 250 grammi di uvetta passa (uvetta di Corinto)
  • 2 uova
  • 200 grammi di zucchero di canna
  • 1 cucchiaio colmo di zucchero a velo
  • la scorza di un limone non trattato biologico
  • aroma di mandorle (io ho adoperato l’aroma panettone)
  • 1 cucchiaio di rum (facoltativo)
  • noce moscata se piace
  • 1/2 cucchiaino di cannella
  • 250 grammi di ricotta o formaggio spalmabile  (rende lo stollen molto morbido ma non appartiene come ingrediente alla classica ricetta. Tedeschi perdonatemi! Non ho adoperato il latte apposta )
  • 50 grammi di cedro e arancia canditi
  • 100 grammi di mandorle spellate e spezzettate
  • pizzico di sale
  • burro e farina per stampo
  • 1 lievito secco disidratato (o di birra fresco)

Metti l’uvetta a bagno in una ciotolina con acqua tiepida per almeno 15 minuti. Dentro un recipiente lavora lo zucchero di canna e quello a velo con le uova aiutandoti con delle fruste elettriche (meglio con il robot, soprattutto per gli ultimi passaggi che hanno tempi abbastanza lunghetti). Aggiungi la scorza di limone ben lavata e asciugata, il pizzico di sale, il rum se hai scelto di metterlo, la noce moscata, l’aroma di mandorle e la cannella. E il lievito. Gli ingredienti dovranno essere ben bene amalgamati. Aggiungi adesso la ricotta o il formaggio, il burro morbido a pomata e il lievito. Mescola bene e infine unisci la farina. Devi impastare almeno 15 minuti e il composto deve essere omogeneo e la velocità minima. Per questo sarebbe meglio trasferire tutto nel robot da cucina. In modo che lavori e faccia montare per bene tutto il composto. Aggiungi infine, quando è trascorso il tempo, l’uvetta ben sgocciolata e asciugata e il cedro con l’arancia candita. Trasferisci l’impasto in una teglia di 26-28 cm circa e cuoci per almeno un’ora. Puoi farlo riposare un quarto d’ora se vuoi prima di infornare.

Servi con abbondante zucchero a velo sopra.

Il Christollen è conosciuto più con il nome Stollen ed è un dolce natalizio che si serve sin dai primi giorni di Dicembre per augurare Buone Feste e tanta Fortuna per la chiusura dell’anno. In Trentino Alto Adige e nella zona bavarese, dove se ne reclama la paternità, è un prodotto irrinunciabile tanto quanto il Panettone e il Pandoro in Italia. E’ originario di Dresda e le variazioni, come sempre accade, sono diverse. E’ una sorta di panettone con canditi, morbido e “meno soffice  e aeroso” ma più corposo e di carattere. Non un malloppo che ti ammazza, però. Notizie ne attestano la presenza sin dal 1329 a Naumburg mentre poi nel 1474 la prima citazione del dolce nella città di Dresda ne attesta l’ufficialità d’origine. E’ fondamentale l’uvetta di Corinto rinvenuta nel rum e i canditi (ma se non riuscite a trovarla la classica uva passa andrà bene. Parola di una che l’ha fatto anche così. Per quanto la mia parola possa essere comprensibilmente accettata). Tanto quanto un ottimo burro. Il dolce si prepara ma si mangia anche dopo settimane, in quanto si conserva molto bene in luoghi asciutti e non umidi. Va detto però che qui è durato due serate. La prima volta l’ho fatto in occasione di Halloween (preparo in anticipo così provo diverse versioni e provo a essere più credibile quando pubblico). Cercavo una ricetta degna di nota che potesse soddisfare le mie due bellissime ziette Tedesche, Luciana e Agata (ben due Siore e Siori!). Ne ho fatte tre e quella che pubblico è risultata essere la migliore ricetta in assoluto. Se mi fossi basata sul giudizio di mamma avrei dovuto postarle tutte e tre perché ha sentenziato che sono in assoluto tra i dolci che mi sono riusciti meglio. La Ricetta l’ho presa dall’Enciclopedia dei Pasticcieri Italiani e in un momento di onnipotenza delirante ho fatto due modifiche piccine picciò. Diciamo che dopo aver perso la testa per il Casatiello mamma brama lo Stollen come poche cose al mondo. Mi ha fatto giurare che a Natale gliene devo fare uno intero solo per lei. E come non accontentarla?

Perché lo Stollen è davvero semplicissimo da realizzare e non vi è bisogno di una lievitazione eccessiva; quella a cui siamo abituati nelle preparazioni dolciarie natalizie intendo.

Come spesso (grazie al cielo) accade nella tradizione dolciaria tedesca ci sono delle versioni dello Stollen con l’uso del marzapane (e voglio assolutamente provarla variando e partendo da questa). Posso già dirvi sin da subito che la “genialata” di fare l’impasto e di conservarlo in freezer l’ho già fatta io e sarebbe ordunque un bene evitarne una replica. Proprio in occasione di Halloween ho tentato di avvantaggiarmi e fiera di questa ricetta pazzesca mi sono detta che non potevo non offrirla ai miei ospiti. Bene. Qualcosa sicuramente sarà andato storto, ben sottolineando quanto io sia una frana con il freezer e con il congelamento, ma sta di fatto che lo Stollen con l’impasto surgelato è stato tremendo (al contrario di quello che ho fatto immediatamente che era buonissimo. Ho diviso infatti l’impasto a metà). Mamma l’ha mangiato ugualmente senza batter ciglio ma attende la versione “fresca” fatta sul momento. Giusto ieri mi chiedeva se avessi intenzione di farla per il mio compleanno. Considerato che non lo posso mangiare e che francamente per me non cambia nulla attendo la sua valida alternativa che non potrà che essere il Casatiello.
La verità è che sfornerò Stollen per tutto il periodo natalizio. Fare questo viaggio anticipato nel Pappamondo ha portato francamente una gran confusione nel Menu Natalizio, che vorrebbe essere cosmopolita da un lato ma tradizionale al tempo stesso.

Avrò modo di tediare l’universo al riguardo, ancora e ancora (ma voi ce l’avete il Menu della Vigilia? Fate poco i furbi. Lo so che poi tutti “è ancora presto. mai dai ci pensi adesso. ma figurati! io quest’anno non faccio nulla” ma quando tirate il carrello al supermercato, accompagnate i bimbi a scuola, vi passate il nuovo blush di Pupa Natale LO SO che pensate come me:

Cosa cavolo cucino per le Feste? IO LO SO (nessuno mi contraddica che è una giornata difficile).

(come tutte le altre *risata isterica*)

Curiosità:

  • L’alzata dorata è di H&M Home
  • Il piatto è di Villeroy & Boch
  • La tazza l’ho acquistata su Amazon UK
  • Il tagliatorta è un regalo di Mamma
  • La tovaglia fa parte del corredo ricamato da Nonna Grazia
  • Il nano è una candela a cui tengo tantissimo che mi ha regalato la mia bellissima Nicol (se non segui il suo Blog: vergognati!)

 

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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