Ricette Vegetariane e Vegane

Il carbone al tè matcha

Ogni anno faccio il carbone di zucchero; il Nippotorinese, del resto, si comporta sempre male quindi non ho alcun dubbio se: dolcetto o carbone? Carbone e via (sono malvagia*disse ridacchiando convulsamente). Ho preparato questo carbone il primo giorno dell’anno. Avevo la cucina esplosa di pentole, sottobicchieri, sottopiatti, sotto bottiglia (tutto sotto qualcosa), tegami, boccali e. E insomma tipo Cucine da Incubo. Mi meritavo una pacca sulla spalla di Cannavacciuolo in pratica. Quale miglior occasione per far schizzare un po’ di albume e zucchero come fossi in un laboratorio di pozioni? Via! Metto lo sciroppo nel pentolino e monto gli albumi. Mentre giro lo sciroppo chiedo cortesemente al Nippotorinese di passarmi del colorante alimentare nero. Mi dice “finito”. Dico “In che senso?”. “Finito”. “Sì ho capito ma in che senso?”. “Finito”. “Smettila di dire finito!”. “Finito”. E lo diceva con la voce di Lurch, il maggiordomo della Famiglia Addams. Stesso entusiasmo.

Capito, dopo una serie di “finito” infinita, che era realmente finito -tanto quanto la speranza di portare a termine la missione carbone- mi faccio prendere per ben 45 secondi cronometrati dal panico. Il Carbone bianco proprio no. Poi una piccola lampadina si accende e urlo “MATCHA”, con lo stesso entusiasmo di Si può fare del Dottor Frankenstein (da leggere Frenkenstin chiaramente).

Non avevo mai visto il carbone della befana al tè matcha

E neanche ne avevo mai sentito parlare ma quale migliore colorante naturale facilmente reperibile in casa se non il matcha? Qui, lo sai, non manca mai. Il risultato? È venuto un carbone buonissimo e soprattutto SA di Matcha eccome. SA scritto proprio così maiuscolo. E allora ti trascrivo subito la ricetta così potrai provarlo anche tu.
Non essendo nero magari potrai regalarlo anche a personcine buone. Non come il Nippotorinese, tzè! (è piaciuto stranamente anche a lui).

 

La Ricetta

La ricetta è quella classica del carbone di zucchero che gira da un decennio sul web; la stessa che ho adoperato in questi anni e pubblicato sul blog.
Gli ingredienti sono (ci riempiamo quattro calzette di media grandezza con queste dosi per capirci. Vengon fuori più di 20 pezzetti ma anche di più. Se aggiungiamo alla calza anche altri dolcetti ne possiamo fare davvero tante. Prova eventualmente a dimezzare la dose se lo stai facendo per la prima volta e non sai regolarti): Per lo sciroppo: 600 grammi di zucchero e 200 grammi di acqua.
E poi ancora: 2 albumi di uova grandi con 360 grammi di zucchero semolato bianco e 240 di zucchero a velo più un pizzico di vaniglia.
Tè Matcha (io ne ho messi 4 cucchiaini perché volevo un gusto molto forte ma decidi tu. La quantità non incide. Nel caso in cui volessi adoperare i colori alimentari ti consiglio caldamente quelli in gel e non liquidi. Puoi farlo di tutti i colori e anche rainbow! Ce ne sono di bellissimi. Guarda in giro!
In un pentolino metti zucchero e acqua per lo sciroppo. Devi arrivare a una temperatura di circa 150 gradi. Se non hai il termometro calcola che dopo 12 minuti a fuoco medio alto ci arriva. Appena vedi che si formano tantissime bollicine e lo zucchero è completamente sciolto è il momento giusto. Nel frattempo nella planetaria o con uno sbattitore elettrico monta gli albumi e neve fermissima. Una volta montati versa vaniglia, zucchero semolato bianco e velo. Aggiungi il tè matcha (o il colorante alimentare). Lavora per almeno 5 minuti fin quando non viene una bella meringa corposa.
Questa meringa deve essere versata nello sciroppo quando quest’ultimo ha raggiunto la temperatura di 150 gradi circa, ovvero dopo 12 minuti circa.
Versa e gira piano piano (ma non troppo. Giusto il tempo che la meringa si amalgami allo sciroppo). Lascia sobbollire per due minutini e poi abbassa la fiamma per un altro minutino lascia andare. Versa ancora caldissimo e bollente (stai attento!) su una forma di plumcake rivestita di carta da forno. Lascia riposare almeno 4 ore (ma meglio pure 6) e e una volta solidificato il carbone sarà pronto per essere tagliato come preferisci.

 

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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