Ricette Vegetariane e Vegane

I piatti, il centrotavola, le candele e non solo. La tavola di Natale

In questo articolo troverai diverse tavole. Dalla più “istituzionale” con tanti invitati a quella meno formale per pochi intimi. Dalla tavola della Vigilia, che qui al sud è più importante del giorno stesso di Natale, a quella del 25 a pranzo che da sempre la vede meno formale; so che per le diverse regioni, soprattutto al nord è esattamente il contrario ma ca va sans dire.

La tavola più importante dell’anno?

Per una fissata della mise en place da sempre è chiaro che il periodo natalizio sia il vertice di tutto. È l’evento più atteso perché magico e pieno di condivisione, sogno e speranza. I momenti da festeggiare sono tanti e le atmosfere calde, accoglienti, profumate e decorate rendono il tutto assolutamente irripetibile se paragonato al resto dell’anno. Anche la tavola pasquale è molto divertente e coloratissima per non parlare di quella di Halloween, giusto per fare un altro esempio, creepy sì ma pur sempre tanto divertente e goliardica. A Natale però si sogna. È il momento dove il cuore di moltissimi scoppia di gioia e malinconia. Dove tutto si mescola per rivivere e vivere emozioni fortissime e importanti. È fare il pieno di luce, magia e anche buio da trasformare.

Per allestire una tavola di grande effetto per la cena della vigilia o anche il pranzo del 25 non occorre chissà quale conoscenza, occorrente e tempo. Certo, come in tutto, è contestualizzato a cosa vuoi e puoi ottenere ma il falso mito che occorra chissà quale abilità è appunto un pensiero che non ha alcuna fondamenta. La creatività ormai è alimentata dai social e dagli infiniti -forse troppi- input che riceviamo giornalmente in questa era più visiva che mai. Se prima dovevamo acquistare riviste apposite che parlavano di mise en place, interessarci, indagare, sondare adesso basta aprire un social a caso per venire investiti letteralmente da immagini che sono ispirazioni, muse e alimentazioni di creatività. Il segreto è sempre lo stesso: puntare sull’unicità. Sulla creatività. Sul proprio stile.

 

Copiare soltanto è noioso

Copiare tutto quello che si vede oltre che noioso e poco divertente non rappresenta poi il nostro vero essere. E questo si riflette e nota. Cozza un po’ con il significato di ispirazione. L’ispirazione è valida quando poi si trasforma con la propria personalità. Il giro infinito della creatività teoricamente dovrebbe essere questo. Mischiare il proprio stile all’ispirazione, interpretare con i propri averi ed eventualmente creare e trasformare quello che si ha in casa. Tutto risulterà ancor più convincente che una mera copia. E sopratutto risulterà unico, irripetibile e magico più che mai.

Sobria, elegante, divertente, minimal

Può davvero essere interpretata in ogni modo la nostra tavola di natale. In genere è sempre calda, accogliente e sognante ma se ti piace il minimal freddo e molto lineare perché mai non dovresti creare qualcosa di magico anche così? Non c’è solo una chiave di lettura (fortunatamente!) ma, appunto, infinite. Le tonalità rincuoranti per qualcuno potrebbero non esserlo per altri e non bisogna sottostare a delle “regole di buongusto” eccessivamente ferree; e lo dice una che ha il galateo sul comodino per colpa della madre (sì mamma è colpa tua, mi spiace). Zero drammi, elucubrazioni e problemi. Se ti piace una tavola bianca minimal con un centrotavola concettuale a forma di arancia o simil alberello: stupendo uguale!

Avrai già capito però che io (soprattutto con il tempo, devo dirla tutta. Che sta un po’ per “con la vecchiaia che avanza”) ho smesso di sperimentare e mi sono lanciata nel classico dei classiconi. Ero più minimal dieci anni fa e amavo più la virata moderna. Adesso manca solo l’alce (però di peluche sia chiaro!) appesa sul camino ed è fatta. Sono di orientamento squisitamente vittoriano e ogni anno che passa aggiungo forchette e bicchieri. Drappi, decori esagerati e pure oggetti in mezzo alla tavola con il folliage perché il centrotavola non basta più. E poi: oro, oro, oro e oro.

Io che avevo sempre adoperato l’argento.

Questo per dire che i Natale della nostra vita cambiano e noi con loro e forse la vera magia è proprio questa e attraverso la tavola si raccontano anche i cambiamenti, i momenti, le tradizioni e le persone diverse e sempre uguali che siedono accanto a noi. La tavola racconta in qualche modo tutta la nostra vita.

La parola d’ordine è osare

Che sia osare nell’eccesso che nell’esatto opposto l’unica cosa da abbandonare è la paura. Statuine che alcuni reputano kitsch (e chi se ne importa di quello che reputano gli altri?), addobbi, soprammobili, foliage, centrotavola chilometrici con il pino e la frutta fresca, secca, tutto. Che sia blu profondo con l’oro o bianco ghiaccio assoluto con l’argento. Che il tovagliolo sia di un divertente tartan o di seta ricamato. Che ci siano le iniziali ma anche no fino all’infinità di candele che rappresentano la magia, la carica emotiva e simbolica della luce natalizia e della speranza. E l’immancabile menù, che a mio modesto parere, rimane sempre quel quid in più che fa sentire l’ospite -e noi stessi- più coccolati che mai; oltre che un bel pezzettino di carta e sogni da conservare come prezioso ricordo.

Sfarzosa? Sfarzosa?

Come ti dicevo io negli anni ho cominciato a virare verso qualcosa di completamente diverso. Sono 15 anni che non abito più con i miei genitori perché prima chiaramente ci pensava mamma anche se l’ho sempre aiutata e negli anni è cambiato. Cambiato e trasformato tutto. Quest’anno vorrei proprio esagerare, per esempio, e farne una talmente sfarzosa che viri al kitsch. Mi sono proprio convinta di aver bisogno di tantissime foglie -credo allora ed eucalipto- in grandissima quantità e di aver anche bisogno di alci dorate alte almeno e dico almeno 30-40 centimetri. Certo sarebbe bello vedere il parente o amico di fronte in faccia ma qualora non dovesse accadere ci vediamo poi al buffet. È più importante l’alce (scherzo. Ma forse anche no). Ti ho parlato anni fa della mia tavola di natale qui e anche del mio segreto (sempre attuale) per avere un’apparecchiatura perfetta non solo durante la vigilia ma proprio durante il periodo (puoi leggere qui) 

Scovare tesori

 

Sicuramente uno dei segreti segretissimi che conoscono in tanti è scovare segreti a casa di mamma, nonna e persone speciali. Spesso la mamma, le nonne, le zie non adoperano più pezzi importanti e bellissimi che fanno polvere nelle credenze. Se conoscono la vostra passione e siete fortunate/i sicuramente ne riceverete qualcuno in dono (a me è successo e tengo a questi tesori di inestimabile valore, tantissimo) altrimenti si può chiedere la cortesia di averli in prestito trattandoli con le dovute cure e attenzione. Sono pezzi di rara bellezza e una zuppiera magari di 40 anni fa potrà essere il tuo centrotavola perfetta per tutto il natale e le feste. Stupirai tutti anche solo un pezzo, te lo assicuro. Se non si ha voglia (lo capisco perché anche io non sarei in grado di chiedere) puoi sempre ricorrere ai mercatini (ormai anche online) dove cercare e trovare oggetti magici che vogliono solo riprender vita per vivere ancora momenti emozionanti e unici insieme a te che diventare una nuova casa.

Senza contare che qualsiasi catena ormai ogni anno sforna nuove collezioni dai sapori diversi e che si possono ottenere oggetti che richiamano al passato. Hm Home e Zara Home ultimamente hanno pezzi vittoriani e che riprendono gli oggetti antichi e classici; a buon prezzo puoi scovare appunto veri e propri tesori.

Il Centrotavola

Il centrotavola meriterebbe un capitolo a parte. Un libro a parte, a dirla tutta. Possiamo andare sul classico seguendo le forme e linee del tavolo, ergo per un tavolo rotondo è sempre meglio un centrotavola sul tondeggiante/ovale e va da sé che per quello rettangolare è meglio una forma molto lineare che vada dal quadrato e arrivi al rettangolare ma perché no pure triangolare. Altrimenti osare come moda degli ultimi anni impone. Se il galateo ci ricorda che i fiori non devono superare lo spazio visivo dei commensali adesso sui social ci sono vasi e fiori talmente alti che bisognerebbe sporgersi alzandosi per guardare il vicino di fronte. A me piace sempre mantenermi sul basso. In altezza l’unica cosa che mi ha incuriosito ma non ho ancora provato sono le casette a mo di “facciamo il villaggio di natale” al centro della tavola. Alcuni sono davvero ben realizzati; intendo quelli non troppo sfarzosi perché mettere la ruota panoramica al centro della tavola e pure la pista di scii, per quanto ami il kitsch e lo promuova, mi sembra un tantinello ma giusto tantinello too much.

 

 

 

 

 

 

 

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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