Ricette Vegetariane e Vegane
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Le Ricette del Convento

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È inutile che ci giro intorno. Quando ho visto passare le immagini di “Le Ricette del Convento” ho roteato gli occhi in segno di disapprovazione.

Mi sono dovuta ricredere però dopo poco. Perché scioccamente, in una frazione di secondo, ho giudicato un prodotto che -dopo la visione- ha lasciato il segno.

Non è il solito programma di cucina, e fin qui è chiaro a tutti al primo frame. Ti catapulta in un mondo fuori dal tempo per trasportarti, attraverso aneddoti e ricordi, in un luogo che difficilmente avrai occasione di poter conoscere-frequentare-osservare. È un’opportunità. E lo scrive una che non ha particolare affinità con la religione.

Prima di scrivere queste righe ho voluto guardare quante più puntate. Me ne mancano davvero poco delle quattro stagioni disponibili su Discovery. Se non lo possiedi, niente paura, perché su Food Network canale 33 lo mandano in onda spesso; sia vecchie che nuove puntate. Se dobbiamo dirla proprio tu c’è pure il fornitissimo canale YouTube con le puntate.

Il Monastero di San Martino delle Scale a Monreale

Tra passato, presente e futuro

Si erge imperioso sulle alture, come un faro di spiritualità immerso nell’abisso del tempo il Monastero di San Martino delle Scale a Monreale a pochi passi dalla meravigliosa Palermo. L’architettura del monastero è un  compendio di stili e influenze; si trova adagiato nella vallata tra Monte Cuccio e Monte Caputo, che non ho la fortuna di conoscere ma che mi è venuta voglia di visitare.

La storia del monastero affonda le sue radici nell’antichità, risalendo almeno al XII secolo; nel programma tv ci sono diversi e interessantissimi aneddoti che lo riguardano; basta gustarsi le puntate per scoprire tanti piccoli grandi segreti magistralmente narrati.

Secondo la leggenda, il monastero fu fondato dallo stesso San Martino di Tours, il cui nome è associato a numerosi luoghi di culto in tutta Europa. La leggenda narra che San Martino, durante un viaggio in Sicilia, abbia fatto scaturire una sorgente d’acqua con un colpo del suo bastone proprio nel luogo in cui ora sorge il monastero. Nel corso dei secoli, il monastero ha svolto un ruolo centrale nella vita spirituale e culturale della regione. I monaci che vi risiedevano erano noti per la loro dedizione alla preghiera, alla meditazione e alla produzione di manoscritti sacri. Il monastero divenne un importante centro di insegnamento e conservazione del sapere, contribuendo alla diffusione della cultura e della spiritualità in tutta la Sicilia. Anche oggi, il Monastero di San Martino delle Scale continua a essere un luogo di spiritualità e riflessione. E non solo.

La produzione di Birra -e verdure- nell’Abbazia

Don Anselmo e Don Salvatore raccontano nella terza puntata della prima stagione la produzione della loro buonissima birra; motivo di grandissimo orgoglio per i monaci. Grazie poi ai giardini curatissimi e molto amati dai monaci vi è una fiorente produzione di verdura che adoperano per la preparazione dei loro piatti prelibati.

Don Anselmo dice che la birra di loro produzione nel 2011 ha vinto il primo premio a Bergamo in una rassegna nazionale e sempre più apprezzata.

 

Da dove provengono le ricette?

Nell’antro della biblioteca dell’Abbazia, i monaci dicono di aver  rinvenuto un antico tomo che custodisce preziose ricette monastiche provenienti da ogni angolo della Sicilia, non soltanto dalle mura dei Benedettini, bensì  da quelle dei Francescani, Agostiniani e altri ordini. Riguardo alle prelibatezze della tradizione culinaria catanese, il Reverendo Salvatore ha inoltre rinvenuto un volumetto segreto che svela gli arcani di alcune preparazioni; arcani pronti a essere svelati e preparati insieme a noi. Tra le tante ricette ce ne sono molte della mamma e della nonna di San Salvatore. Tutte le influenze sicule, dall’oriente all’occidente dell’isola, sono quindi presenti.

Tra queste, spiccano le delicate crispelle di riso, le succulente olivette di Sant’Agata, la pasta alla pecoraia, le linguine e le “sgaloppine” con la birra senza dimenticare il rinfrescante gelo di cannella e persino il golosissimo gelato al cioccolato. Il tutto accompagnato  da una narrazione umile e genuina, impreziosita da aneddoti e curiosità intrise della storia e del territorio. Ricapitolando, i tre protagonisti:  Don Anselmo dispensa consigli ma anche condivide ricordi spesso citando frasi latine e tra una risata, un ricordo di infanzia, una narrazione storica e qualche risata con il simpaticissimo Don Riccardo molto goloso e sempre pronto ad assaggiare le leccornie i venticinque minuti passano in serenità e piacevolmente.

Don Salvatore, catanese, il cuoco appassionato di cucina sin da bambino. Don Anselmo la voce dell’esperienza e narratore della storia. E il giovane assaggiatore dall’ugola d’oro Don Riccardo. Un viaggio dal sapore antico che odora di spiritualità. Deliziosi peccati di gola da raccontare, recita la sigla. Anche se il motto è

Fatelo a casa, ma fatelo bene

Non avrei mai immaginato di potermi affezionare così tanto a questi tre Monaci. Un programma tv dedicato al cibo e non solo, da non perdere.

 

 

 

 

 

 

L’immagine di copertina è stata rielaborata graficamente da me e presa dal libro “Le ricette del convento”. Il resto sono fermi immagini dal canale Food 33 e Discovery.

10 Cose che ho imparato per far durare di più i tulipani

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Qui trovi il video su Instagram>>>

10 Cose che ho imparato

Non compro più fiori recisi da anni per una serie di ragioni. Preferisco le piante.
Gli unici fiori che mi concedo, oltre le mie amate margherite sono i tulipani.
Ti scrivo quello che negli anni ho imparato. Se ti va di raccontarmi anche i tuoi piccoli segreti te ne sarei grata.

1. Tulipani solo alla Lidl. Li ho comprati ovunque ma nessun tulipano dura di più/è più bello di quelli che trovo alla Lidl (chiedi al tuo punto di vendita quando arrivano così da poterne trovare in quantità e soprattutto in tutte le nuance. Io non manco mai l’appuntamento a inizio settimana)
2. Bisogna recidere il gambo, come consigliato nel mazzo stesso, di almeno 3 centimetri meglio se in trasversale . Andrebbero recisi ogni 2 massimo 3 giorni (a me durano dai 7 massimo 9 giorni che è già un risultato incredibile).
3. L’acqua deve essere poca (questo è davvero il segreto dei segreti). Ne basta quel tanto per bagnare le punte tagliate.
4. Le foglie basse non devono stare mai a contatto con l’acqua perché si deteriorano più in fretta. Nel caso è possibile reciderle.
5. Non ammassare troppi tulipani insieme costringendoli a stare stretti. “Falli respirare”
6. L’acqua non deve essere fredda e non va cambiata totalmente. Meglio aggiungerne un po’ alla volta.
7. 1/2 cucchiaino di bicarbonato (alcuni consigliano candeggina ma non ho mai provato) allunga la vita dei tulipani. Onestamente non ho riscontri scientifici a riguardo (anzi se lo sai..) ma me lo ha consigliato una mia amica e com’è che si dice: tentar non nuoce! Sicuramente un nutrimento per fiori adatto alla causa sarà infallibile.
8. Forando il gambo con uno spillo alla base del fiore -dove ci sono i petali- dovrebbe restare più “rigido” e non tendere a scendere. A guardare giù. Ho provato decine e decine di volte. Non sempre risulta ma sì, nella stragrande maggioranza funziona.
9. I tulipani non amano il calore e se esposti troppo al sole o in un ambiente caldo sfioriranno velocemente.
10. Banale ma utile sempre: scegli tulipani tendenzialmente chiusi per goderne di più.

Granita siciliana al limone

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La granita siciliana

Della granita in generale abbiamo parlato infinite volte e qualcosa, qualora volessi approfondire, l’ho scritta qui. 

>>> Il video lo trovi su instagram cliccando qui >>>

Nonna faceva questa limonata zuccherata, la assaggiava e decideva se aggiungere acqua o limone o zucchero. Dipende sempre e solo dal gusto dei tuoi limoni e per questo è sempre bene diffidare da proporzioni esatte perché, come in tutto, non esistono. È “a sentimento”. A gusto. Assaggi quindi la limonata zuccherata e poi decidi. Solo così la granita sarà perfetta.

Come si fa? Quale sono le dosi?

Generalmente per un litro di acqua vanno 400-500 ml di succo di limone (io che amo molto il gusto dei limoni abbondo e faccio generalmente 500, ma potrebbero essere troppi) e 350-400 grammi di zucchero (dipende davvero tantissimo dal gusto del limoni perché se non sono aspri poi metterne anche 300). Scalda il litro di acqua con lo zucchero per formare lo sciroppo.

Una volta ottenuta questa limonata/sciroppo se hai la gelatiera il gioco è fatto: quaranta minuti (la mia) e via. Altrimenti metti in una vaschetta di acciaio adatta al freezer e ogni 30 minuti vai con la forchettina e rompi i cristalli di ghiaccio.

In 4 ore circa dovrebbe essere pronta. Se si forma un blocchetto ghiacciato niente paura. Rompi i cristalli con la forchetta picchiettando e poi aiutati con un frullatore (alcuni fanno con il frullatore a immersione o lo sbattitore elettrico per dolci ma io onestamente non ho mai provato. E credo che lo sbattitore si possa pure rompere) fino a ottenere un composto molto omogeneo e “cremoso”. La granita siciliana, quella tipica e non simil grattachecca con il ghiaccio, della zona orientale della sicilia ha un aspetto cremoso (questa al limone è sicuramente quella più “ghiacciatina” e meno cremosa).

 

Vuoi provare altre granite?

qui trovi quella al cioccolato >>>

qui alla mandorla>>>

Granita siciliana al cioccolato

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Le granite siciliane -mi riferisco a quelle della Sicilia orientale perché sono tipiche del territorio- sono famosissime ovunque ormai e declinate in infinite varianti. Quelle classiche di sempre però -dipende anche dalla zona chiaramente- sono: mandorla, cioccolato, pistacchio, limone, fragola, pesca. Sul mio sito ne trovi diverse versioni ma mi è venuta voglia di fare qualche video per questa rubrichetta granitosa, prima che arrivi l’Estate (anche se è sempre tempo per una granita. Pure in Islanda a Capodanno per quanto mi riguardo).

Le migliori le puoi mangiare (insieme al gelato migliore) solo da Musumeci a Randazzo da @gio_ice ❤️ che AMO.
A cui chiedo umilmente perdono per questo scempio.
Di certo sono imparagonabili a quelle di Gio e mai potranno raggiungere il gusto di artisti e professionisti del settore ma quando la nostalgia prende e si è impossibilitati dal raggiungere il luogo incantato a Randazzo caput mundi, come lo chiama Gio, ecco che possiamo tentare l’impossibile.

Le dosi per questa granita

Il video lo trovi su instagram e per vederlo devi cliccare qui>>>

360 ml di acqua
95 grammi di zucchero
30 grammi di cacao amaro in polvere
85 grammi di cioccolato fondente che non superi il 52%

Fai sciogliere gli ingredienti in un pentolino aiutandoti con la frusta da pasticciere.
Una volta che è sciolto tutto per bene, lascia raffreddare.
Una volta raffreddato tutto versa in una vaschetta -meglio se d’acciaio- e metti in freezer per almeno 6-7 ore (ma dipende dal freezer). Ogni tre quarti d’ora circa picchietta con una forchetta e gira il composto, per rompere i cristalli di ghiaccio (come si fa anche con il gelato fatto in casa). Dopo aver picchiettato e girato un po’ il composto, rimetti in freezer e procedi così fin quando è pronto. Deve avere una consistenza abbastanza cremosa, come tutte le granite tipiche della Sicilia Orientale che per consistenza ricordano il gelato. Questa versione viene spesso servita con la panna montata fresca. Un idillio!

A Bangkok? Tutti pazzi per il Gorgonzola

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(immagine generata con CHAT GPT intelligenza artificiale)

Il Gorgonzola, con il suo gusto distintivo e la sua consistenza cremosa punteggiata di blu, è uno dei formaggi più famosi e possiamo scomodare il termine iconici. Pare che le sue origini siano da attribuire ai monaci dell’Abbazia di Gorgonzola, situata nei dintorni di Milano; la leggenda vuole che un giovane pastore lasciò del latte in una grotta durante una tempesta e ritornò più tardi per trovarlo trasformato in un formaggio blu. Questo processo di formazione del caratteristico venuzzeolo, o muffa blu-verde, è dovuto alla presenza di muffe Penicillium, che sono naturalmente presenti nell’ambiente.

Amato in tutto il mondo, originario della Lombardia e della regione Piemonte, il Gorgonzola ha una lunga storia alle spalle. Gode da sempre di una popolarità senza tempo anche in tutto il mondo e non solo in Italia. Una fama globale che accresce inarrestabile in questi ultimi anni.

Il suo gusto è perfetto per risotti, focacce ma anche per accompagnare verdure e piatti semplici quanto particolari. Un vero e proprio prezioso tesoro culinario che continua a conquistare i palati di persone in ogni angolo del pianeta. I numeri parlano chiaro: due milioni di forme esportate nel mondo con un incrementi in continua crescita di alte percentuali. Thailandia, Vietnam, Arabia Saudita ma anche Islanda e Kosovo. Un luogo però su tutti c’è. Quale? Bangkok.

A Bangkok è scoppiata una vera e propria Gorgonzola mania.

Gorgonzola mania

Ne vanno proprio matti ed è diventata una vera e propria ossessione. Da mangiare sulla pizza o a cucchiaiate poco importa. Ho visto recentemente un’intervista sul programma Little Italy che mi ha divertito moltissimo. Tutti a osannarlo al grido di “Evviva il Cocconzola”, letteralmente. In effetti il nome è parecchio complicato e cocconzola, è già un ottimo traguardo.

 

 

 

 

 

 

Hummus di avocado

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‎حمص بالطحينة !

Un semplicissimo hummus con avocado dentro. Uso bene o male sempre la stessa proporzione 60 ceci e 40 avocado. Ma è l’assaggio che fa sempre la differenza perché dipende dal nostro gusto. Quindi per favore assaggia e dosa bene tu. La tahina fa sempre la differenza e a me piace con tantissimo succo di limone a cui aggiungo sempre un po’ di scorza non trattata chiaramente.
Sopra semi di zucca o chia o quelli che ho in casa. E un po’ di ceci, magari croccanti o speziati. O saltati con un po’ di spezie in padella e filo d’olio. Una nota croccante che farà la differenza.
Puoi tuffarci dentro cruditè di verdure -carote/sedano su tutto- o quelle chips di mais o barbabietole tanto squisite, a mo di guacamole.
Simil avocado toast? Sì!
Spalmato su fette di pane tostato, oliato e salato. Una goduria!

Focaccia con limoni, olive verdi e menta

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Una ricetta tanto semplice quanto gustosa che sono sicura ti stupirà. Le olive possono essere anche quelle nere belle succose ma io preferisco le verdi in questo specifico caso. Fettine di limone biologico non trattato visto che mangeremo la scorza e foglie di menta, che io preferisco mettere a crudo perché profumano di più e sono sicuramente più saporite di quelle bruciacchiate (perché dai si bruciano sempre) nel forno.
Spennello con olio al tartufo bianco che amo particolarmente ma questo è un dettaglio che si può chiaramente omettere perché del buon olio extra vergine d’oliva farà comunque la differenza.

Trovo che sia una focaccia fresca e perfetta per il periodo primaverile. Da infilare nel cestino e poterne godere anche per una gita fuori porta/picnic.

🫒🍋🍃La ricetta della focaccia

guarda il video su instagram>>>>

Ingredienti
200 gr di farina 00
, 400 gr di farina di semola (Nel video dico metà Manitoba e metà 00 perché era l’unica farina che avevo in casa. Viene meglio con 400 di semola e 200 di 00. Una ragazza pugliese che mi segue mi ha detto che anche usando solo semola viene buonissima ma devo ancora provare)
400 gr di acqua
15/20 gr lievito di birra (io ho usato l’istantaneo)
1 patata (di circa 150 grammi non di più)
una dozzina di pomodori
un cucchiaio di zucchero
un cucchiaio di sale grosso
4 cucchiai di olio extra vergine
sale, origano e pepe q.b.
Preparazione
Lessa la patata e lascia intiepidire unisci le farine, il sale grosso, il lievito, lo zucchero l’olio. Ottieni un impasto non troppo solido. Mettilo su di una teglia unta. Copri con un panno e lascia lievitare un’ora (io ho fatto due ore). Metti i pomodorini, sale e pepe se vuoi. Inforna a 200 gradi per 30 minuti. Se vuoi prima di mettere l’impasto, dopo aver oliato la teglia metti delle cipolle tagliate sul fondo. Verrà ancora più buona e gustosa.

Avocado al forno con uovo

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L’avocado cotto diventa amaro e questo è un dato di fatto ma in questo caso occorrono davvero pochissimi minuti e posso garantirti che non accade. È un modo molto scenografico e gustoso di portarlo in tavola. Con un tuorlo nel naturale incavo quando togli il nocciolo e via a 180 con sale e pepe grosso macinato sul momento. Senza nient’altro.

Occorrono davvero pochi minuti, giusto il tempo che il tuorlo cuocia.

Garden Focaccia

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La Garden Focaccia già una decina d’anni fa aveva conquistato tutti e in ogni dove se ne potevano ammirare variazioni davvero spettacolari. Su Pinterest poi neanche a parlarne: un catalogo infinito. Se ne sono occupati tutti; non solo riviste culinarie ma testate giornalistiche di ogni genere. Ha conquistato per la spettacolare semplicità. Si distingue dalla classica focaccia per l’aggiunta di ingredienti vegetali come verdure fresche, erbe aromatiche, legumi che vengono disposti sulla superficie prima della cottura in maniera tale da formare piante e fiori. Un giardino da portare in tavola. È la classica preparazione: minima spesa e fatica, massima resa visiva e gusto. 

La Garden Focaccia è perfetta per antipasti chiaramente ma anche come centrotavola. Sulle tavole di  Pasqua, di primavera in genere in realtà, tutti i lievitati sono degli ottimi-scenografici-gustosi centrotavola tutti da mangiare e ammirare. Basta un tagliere al centro della tavola con la Garden Focaccia sopra e il risultato è assicurato.

Mi piace tantissimo quella con il campo di tulipani (basta adoperare dei datteri e uno stelo di sedano. Anche cotti rimangono perfetti) ma anche tutte le versioni iper colorate. La cipolla rossa di Tropea insieme al pomodoro e il mais sono i tre ingredienti perfetti che mantengono meglio il colore. I piselli se freschi (surgelati tendono a scurirsi) come in questo caso (anche le fave) mantengono anche il colore. E per il prato rimane imbattibile il finocchietto selvatico. Ho usato pochi e semplici ingredienti per questa Garden Focaccia proprio per mostrarti quanto i colori rimangano pressapoco invariati. La rucola diventa leggermente più scura ma è molto scenografica per fare gli steli (per mio gusto migliore rispetto al sedano che poi cotto in forno uhm..non è chissà quale gusto). 

Non riuscivo a non riproporla per l’ennesima volta sulla tavola di Pasqua. Ormai è diventata una tradizione e nonostante passino gli anni la garden focaccia non smette di regalare un sorriso. 

Lasciati ispirare e guarda le garden focaccia sul web. Sono sicura che ti si aprirà un mondo super colorato e gustoso. E anche tu avrai voglia di cimentarti subito nella realizzazione di questo gustoso quadro culinario. 

Qui una versione con cipolla bianca, asparagi e spinaci. Le foglie di menta, come tutte le erbe aromatiche, scuriscono tantissimo ed è per questo che mi piace sempre metterle dopo poggiandole sopra.

La ricetta della focaccia

La migliore in assoluto? ecco il video che ho pubblicato su Instagram così la pubblichiamo insieme >>> clicca qui>>>

Puoi fare l’impasto tu (ti lascio la ricetta per una focaccia pugliese perfetta), fare la classica pasta per il pane con la ricetta che adoperi da sempre o se non hai voglia/tempo/varie ed eventuali per fare l’impasto non demordere! Prendi una brisèe pronta, una sfoglia o un impasto per pizza nel banco frigo. Il risultato visivo è assicurato! (Il gusto oggettivamente un po’ meno ma sulla resa visiva non cambierà nulla. Una buona sfoglia farà la differenza, se posso permettermi di darti un consiglio. L’ho provata e viene anche buona). 

Ingredienti

200 gr di farina 00
400 gr di farina di semola (Nel video dico metà Manitoba e metà 00 perché era l’unica farina che avevo in casa. Viene meglio con 400 di semola e 200 di 00. Una ragazza pugliese che mi segue mi ha detto che anche usando solo semola viene buonissima ma devo ancora provare)
400 gr di acqua

15/20 gr lievito di birra (io ho usato l’istantaneo)
1 patata (di circa 150 grammi non di più)
una dozzina di pomodori
un cucchiaio di zucchero
un cucchiaio di sale grosso
4 cucchiai di olio extra vergine
sale, origano e pepe q.b.

Preparazione

Lessa la patata e lascia intiepidire unisci le farine, il sale grosso, il lievito, lo zucchero l’olio. Ottieni un impasto non troppo solido. Mettilo su di una teglia unta. Copri con un panno e lascia lievitare un’ora (io ho fatto due ore). Metti i pomodorini, sale e pepe se vuoi. Inforna a 200 gradi per 30 minuti. Se vuoi prima di mettere l’impasto, dopo aver oliato la teglia metti delle cipolle tagliate sul fondo. Verrà ancora più buona e gustosa.

Il Video su instagram

Prepariamola insieme >>>> qui trovi il video 

Puoi adoperare anche i fiori eduli

perché viene bellissima uguale.