Non è il solito libro. Csaba questa volta non va a Venezia o Firenze. Non ci porta a casa sua per il Natale e non ci spiega neanche come fare il tè. Che io ami Csaba non è un segreto per nessuno ma più passa il tempo e più questo affetto sincero si sta trasformando in stima. Non ne sbaglia una. Nel periodo delle Erin Condren e della cartopazzia più sfrenata spinta tantissimo dal web, Csaba ci regala un vero e proprio almanacco perpetuo -così lo definisce- dove è possibile celebrare le 52 settimane -e quindi la vita- attraverso la cucina e il ricevere. Questo per lei è fondamentale, come la cura e le attenzioni. Non è neanche un segreto che io appoggi fortemente questo modo di concepire la vita. Vengo presa in giro da tutti perché rifiuto categoricamente l’utilizzo di tovaglioli di carta anche quando in casa a cenare siamo in venti, ma sai cosa? Sono felice così. Sono felice di bere il mio tè di pomeriggio dalla teiera d’argento, se posso. Perché mai dovrei aspettare le grandi occasioni e soprattutto chi lo dice che un giorno “qualsiasi” sia davvero qualsiasi? Nessun giorno lo è. Ogni mattina, pomeriggio e sera è un dono prezioso e mai dovuto. Ogni stagione che si rincorre e che viviamo è una grande fortuna e da quando la morte mi ha stravolto così tanto la vita non vi è un attimo in cui io non abbia cura di ogni singolo secondo. Non voglio una vita fatta di bicchieri di carta e il “servizio buono” per le grandi occasioni. Non esiste il servizio buono e modesto. Esiste il servizio che mi fa felice usare. Preferisco dormire meno e lavorare di più ma avere i miei sacrosanti momenti come fossi una vecchia ottantenne che beve il tè al Ritz e non una modesta vecchietta arrabbiata con la vita e i giovani perché non ci sono più l’educazione e le stagioni di una volta.
Questo libro-non libro-agenda-non agenda è rivolta a questa tipologia di donna. Per carità sono tutte le meravigliose le donne, e non lo dico con opportunismo ma verità. Io semplicemente voglio essere quella che sono. Mamma e io discutiamo spesso di questo. Lei è più da: buttiamo sul tavolo quattro piatti, due tovaglioli e facciamola finita che devo fare mille cose. Io sono più da: mettiamo pure la terza forchetta che non si sa mai e se non arrivo a sparecchiare ci penso dopo ma almeno mi sono goduta il momento.
Sono così da sempre. Ho cercato di essere altro mettendo a tacere tutto questo ma non ero io. Mi piace servire il tè nell’argenteria e fare i biscottini. Mi piace il merletto della nonna e usare le tovaglie ricamate senza il terrore che succeda qualcosa. Nonna è diventata cieca per ricamarmi le tovaglie. Devo pure tenerle in un cassetto, non farle vedere a nessuno e rimanere terrorizzata perché possono macchiarsi? Ma che si macchino!
Questo volume -chiamiamolo così perché libro non libro agenda non agenda viene lunghetto- ha il prezzo di 30 euro e se può sembrare esagerato non credo sia così. Le illustrazioni sono di Adriano Rampazzo e mi piacciono molto. Delicate, essenziali e intuitive. Naturalmente è firmato Luxury Books ed è diviso per stagioni. Prima l’Inverno con l’inizio dell’anno e quindi i buoni propositi del mangiar meglio e il tea time. Poi la Primavera con l’elogio alla stagione di primizie e festeggiare la Pasqua in famiglia organizzando anche qualche brunch in terrazza. Arriva l’Estate con l’essenza di stare all’aria aperta, sole e relax e quindi l’Esprit vacances: ospitare gli amici in casa magari sul terrazzo. Per poi arrivare all’Autunno con il rituale della prima colazione e l’organizzazione di una cena a lume di candela. Un intero capitolo gigante dedicato al Natale che Csaba ama particolarmente e non ne ha mai fatto segreto. Sul suo libro del Natale mi sono consumata le dita a forza di parlarne.
E le ricette? Ci sono. Ci sono eccome. Sono pure tante. Cake of the month, charlotte ai pistacchi, cinnamon rolls, latte di mandorla, matcha horchata al cocco, meringata ai lamponi, layer cake e tantissimo altro. Mi piace il fatto che ognuno abbia la possibilità di rendere questo volume unico e non solo. Di renderlo un vero e proprio libro personale. Puoi appuntare quello che hai cucinato, i tuoi traguardi e pure le occasioni da ricordare. Lo puoi compilare e adoperare come un vero e proprio diario di bordo attingendo dalle sue interessanti considerazioni e consigli azzeccati. C’è bisogno di bon ton, cura e ricercatezza in questa era di vergognoso junk food. C’è bisogno davvero che Csaba ci ricordi attraverso una piccola guida quali siano le posate e i bicchieri da utilizzare per ogni evenienza. Sarà che io sono gne gne gne e non me ne vergogno ma sì che ce ne è bisogno, eccome. Forse il font corsivo risulta fastidioso in quelli che vogliono essere gli appunti di Csaba perché è troppo leggero, effimero e sfuggente ma onestamente è l’unico neo e difetto che sono riuscita a trovare al volume. Hai da scrivere ogni giorno, ripeto. Ogni giorno. Certo hai tre righe a disposizione ma per tutto quello che ci sta dentro è già tantissimo così, ti assicuro.
Sono felicissima dell’acquisto e mi auguro che sia l’inizio di una serie di almanacchi. Non ho voluto condividere le foto del mio personale almanacco che ho già cominciato a compilare perché ne sono davvero gelosa. Diventa tuo, ripeto. E questo accade di rado, eccome.
Ed io sono anche come questa parte di te!Mi piace circondarmi di bellezza,di storia scovando nei mercatini tra vecchi merletti e quelli di casa,che a mia mamma non sarebbe mai saltato in testa di usarli perché solo per le occasioni speciali e guai a rovinarli,di ricreare scene sulla tavola,anche solo per una colazione per me e per chi amo,anche nella quotidianitá,La cura ,anche dei dettagli,dei contenitori,delle forme é importante,dentro le quali poi si cela la sostanza,cibo,sapore,od emozione che sia!Grazie del consiglio di questo testo che cercherò
Quanto ti capisco Iaia! Sono quella che “sempre e comunque tovaglia e tovaglioli di stoffa”, anche se qualche amico si ferma all’ultimo momento e si ordina una pizza… guai mangiare nel cartone!!! Ritengo sia molto importante, oltre a dedicare tempo a cucinare per qualcuno, dedicarne altrettanto a come presentargli quello che si è cucinato. Fosse anche quel piatto di spaghetti con il sugo di pomodoro rimediato di corsa in una giornata particolarmente piena. ^_^ Inutile dire che la tua recensione ha acceso come sempre la mia curiosità e che il libro entrerà sicuramente nella mia lista dei desideri…
Come ti capisco..mi ritrovo in tanto di quello che hai scritto. Ti dirò: non so se mi piace più il libro di Csaba o la tua descrizione! 😀