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Come costruire un Albero di Natale

Un albero che dura per sempre

Su Pinterest di questi alberi ne abbiamo visti talmente tanti che li abbiamo a noia, lo so. Quello che però non sapevo è che sono facili da fare, hanno una resa -dal vivo- davvero strabiliante e possono essere davvero dei fidi alleati del Natale. Ora, ti scrive una che ama addobbare almeno tre alberi per piano (se va bene) e che costringe a mettere alberi nella sua attività commerciale, negli uffici e pure nei bagni se necessario, ergo: ti scrive una malata del Natale. Una che di spirito straripa e lo moltiplica da ogni poro. Amo così tanto il Natale che una parte di me odia quella parte di me. Contorto ma vero. Lo amo così tanto che io stessa mi rendo conto di esagerare. Cerco di autosedarmi. Di entusiasmarmi meno. Di prenderla con razionalità. Mi impongo e ripeto allo specchio “dai, sei grande”. Ma poi finisce tutto in una sonora risata e via: natalate tutti i dì e più volte al dì. Natalate da Novembre a oltranza fino al sei Gennaio quando comincia il mio declino emotivo e sogno già di ricominciare il countdown. Questo per dirti che l’albero di legno asettico così e modaiolo da pinterest che attacchi la spina o metti due pile di certo non è il mio ideale di albero, è chiaro. Infatti ne possiedo sei per l’area vendita della mia attività e diversi da infilare nei corridoi della mia casa, all’entrata e ovunque. Dove non posso mettere un albero addobbato in pratica infilo questo. Fosse per me lo metterei pure sopra il tetto della macchina (sai che forse ci penso e lo metto almeno sul furgone dei ragazzi così quando vanno a scaricare la merce portano un po’ di spirito natalizio?). Insomma. Bando alle ciance.

Che tu.

L’albero di legno rimane un’idea SERISSIMA da prendere in considerazione. E mi permetto di ricordarti che uso il maiuscolo solo nelle cose importanti: quando parlo di nani da giardino perché sono una cosa seria e in questo caso quando parla di Natale. Perché cosa più seria non c’è. E che nessuno mi contraddica o è la volta buona che comincio a dire per la prima volta brutte parole in rete.

Ora tu dirai: Brava Iaia. Ma a te chi l’ha fatto?

E hai ragione. La faccio facile io che ho schiavizzato Alessandro e lo zio Peppe. Ma se tu non avessi un Aluccio come amico e uno zio Peppe adorabile che asseconda la sua dolce e piccola nipotina (lui è alto due metri e io sono un armadio di quasi un metro ottanta ma la fantasia può farti immaginare anche me e zio Peppe come due piccoli gnomi bassotti e dolciosi, no?). La prima cosa da fare è procurarsi uno zio Peppe. Questo è il consiglio che più mi viene dal cuore. Se non hai uno zio dolce e premuroso che asseconda i tuoi bisogni di Natale e che non è coraggioso tanto da rimanere impassibile davanti alla richiesta “sai zietto vorrei sei alberi di legno” allora mettilo nella lista delle cose da chiedere a Babbo Natale. Perché lo zio straordinario a Natale è sempre un regalo bellissimo.

Se Babbo Natale non te lo dovesse portare sappi che non sono disposta a cedere il mio. Ti anticipo.

Però ecco, onestamente, devi avere fiducia in te stesso e credere di potercela fare da solo. Puoi intenerire il marito, il fidanzato, un parente appassionato di fai da te o un vicino di casa pensionato disposto a tagliare legna. Certo il movimento Mee To potrebbe denunciarmi perché in questo periodo storico invogliare a intenerire sbattendo le ciglia è un po’ come diventare un mostro sessista che per ottenere favori si piega a sporchi mezzucci. Ma tutti questi ermellini negli occhi e ciglia finti ce le siamo messe per una ragione: per piacerci, certo. Ma pure per sbatterle con veemenza e ottenere il nostro stramaledettissimo albero di natale di legno! NON TUTTI HANNO LO ZIO PEPPE! (forse sto degenerando)

Cosa mi serve, Iaia? DIMMELO!

Vai da brico e mostra queste foto (non dire però al commesso cosa ho scritto perché potrebbe non prenderti seriamente e checchè se ne dica noi stiamo facendo una cosa seria, santoalberodinatale!) o foto di alberi di legno da Pinterest che ti piacciono. Come noterai sono semplicemente delle tavole che poi sono state ritagliate e bellamente inchiodate all’asse principale che sorregge tutto e che posa su una base. A me piace più quella quadrata ma se vuoi fare impazzire il falegname che te la taglierà, lo zio Peppe che troverai, il vicino di casa che hai intenerito con le extension alle ciglia: perché no?

Ti rendi conto che con un’asse e un paio di tavole tu puoi avere un sogno incredibile? Ti rendi conto che puoi metterci anche delle piccole mensoline dove appoggiare candele, nani da giardino e cornici? Ale per esempio ha messo le cornici della sua bellissima famiglia. Io non ho messo niente perché sono la solita minimalista noiosa gnegnegne ma non escludo di piazzarci delle candele a forma di nano da giardino quest’anno. Ne ho di bellissime e non ho paura di esporle, sia chiaro! Sopra puoi metterci una stella gigante o anche niente. Puoi metterci una scritta. Puoi metterci un cappello di Babbo Natale. Puoi metterci pure un fiore, un panettone o un pandoro. Perché è completamente personalizzabile. E sì: potresti trasformarlo in calendario dell’Avvento. Ti rendi conto di quello di cui stiamo parlando? Immaginami mentre ticchetto esaltata sulla scrivania perché sono così felice di scrivere. Di questo. Che sono salita con le ginocchia sulla scrivania e ticchetto veloce come in un manga giapponese. Vedo pure le scritte e i fulmini sopra la testa. Vedo pure gli occhi a stellina e la bava alla bocca dalla felicità.

Le luci

E le luci come le metti? Lo zio Peppe è anche elettricista, ma non voglio esagerare elogiandoti tutte le sue doti perché potresti odiarmi. È giusto così. Devi odiarmi. Io ho lo zio Peppe e vado detestata ma ti prego con eleganza e non troppo brio, per piacere. CONTEGNO!

Dicevo? Ah sì le luci. Con dei piccoli micro forelini le metti. È di una semplicità imbarazzante. Quest’anno, visto che ne devo fare altri perché come avrai intuito ne ho pochi, se riesco ti faccio pure un piccolo video tutorial (lo zio Peppe se mi sta leggendo credo stia per prendere il primo treno verso una meta sconosciuta. Zio, sappi  che ti troverò. A te e Ale. Non potete sfuggirmi. Non ho tempo per mettermi le estensioni alle ciglia. Non ho vicini di casa e il Nippotorinese ha la manualità pari a zero. Ed è pure il Grinch, ma vabbè).

Un video tutorial sarebbe perfetto! Tra l’altro lo zio Peppe mi ha spiegato che il falegname avendo un pezzo unico potrebbe tagliare direttamente e perfettamente con un disegno dell’albero sul legno. Questo farebbe saltare il passaggio dell’incollo fascia per fascia sul perno. Sono davvero svariati i modi e se hai in casa o conosci qualcuno che abbia l’attrezzatura fai da te necessaria in pochi minuti potrai realizzare un piccolo sogno.

Lo spirito natalizio esagerato non appartiene a tutti, d’accordo (ma com’è possibile?) ma. Ma l’albero di legno, dai. Zero sforzi e dura per sempre. E sono sicura che guardandolo di anno in anno ti farà ricredere. Sono sicura che sarà una terapia. Che piano piano ti farà venire voglia di quello vero, degli scatoloni e di tutta quella gran confusione.

E se non ci riuscirà perlomeno un albero sarà stato con te per sempre. E forse tu non lo sai ma sono magici e guariscono ferite. Non sottovalutare questa cosa. Ti faranno sorridere molto più di quanto tu possa solo anche immaginare.

(no. Non mi scrivere se ti interessa ricevere a casa per un giorno lo zio Peppe. È mio. E di Laura, chiaramente. Però se fai una buona offerta forse ci pensiamo)

(no. Lo teniamo per sempre, gne gne gne gne).

 

 

 

 

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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