Il Nippotorinese ama moltissimo la panna cotta; sabaudo fino al midollo, insomma. Io, lasciando stare il fatto che non mangi la panna, non l’ho mai trovato un dolce particolarmente buono. Sono noiosa lo so ma al cucchiaio per me esiste solo una cosa: gelato (noiosa e ripetitiva, aggiungerei). Negli anni però proprio per questa passione sabauda mi sono specializzata nella preparazione di diverse declinazioni e una delle prime ricette, comparse nel 2010 su questi schermi, è stata proprio una panna cotta con la ricetta della mia bellissima cognatina. Alle fragole, lo ricordo come fosse ieri.
Faccio già da anni la panna cotta a occhio, e talvolta aggiungo anche una parte di latte (si può fare solo panna, sì), vado sinceramente a occhio ormai ma orientativamente le dosi sono queste.
Gli ingredienti sono:
500 ml di panna liquida per dolci
100 ml di latte
9 grammi di gelatina in foglia
un quarto di cucchiaino di vaniglia in polvere ricavata dalla bacca
80 grammi di zucchero (anche meno)
Un cucchiaio colmo di tè matcha
Metto la gelatina in fogli ammollo con dell’acqua ghiacciata (rigorosamente) per 15 minuti. Su un pentolino metto la panna e il latte e poi lascio sciogliere lo zucchero. Aggiungo la vaniglia e porto a ebollizione. Una volta raggiunto spengo il fuoco, strizzo la gelatina per bene e la metto dentro. Lascio sciogliere pian piano girando di continuo. Una volta sciolto tutto verso la panna negli stampini o in quello in cui ho scelto di servire e lascio freddare. Dapprima fuori dal frigo. Poi dentro per almeno 4-5 ore.
Un dolce gustoso, facile e fresco caratterizzato dall’inconfondibile sapore del tè matcha. Perfetto per un dopo pasto ma anche per accompagnare un tè nero fumante caldo e avvolgente.
Che goduria! Adoro il matcha. Pensi che l’agar agar possa sostituire la colla di pesce?
Ciao! Si può fare assolutamente sì. Agar agar per sempre!