Ricette Vegetariane e Vegane

L’aperitivo della Befana: scopette e cappellini a punta

Un aperitivo banale? Naaaaaaa

Banalissime le scopette, me ne rendo conto. E pure i capellini a punta. Ma, indubbiamente, un evergreen che non può mancare per rendere simpatico anche il più semplice degli aperitivi il giorno dell’Epifania; che non so da te ma qui si in casa si festeggia in grande stile. Mamma, come ti ho raccontato più volte, ha messo le cose in chiaro sin da subito. Non avevo neanche sei anni che esordì con “Babbo Natale è papà. Io sono la Befana. Non esistono entrambi ma tu devi crederci e soprattutto non devi MAI dirlo a nessun bambino”. E così è stato. Continuo a crederci, non l’ho mai detto a nessun bambino e soprattutto come ogni anno da che ho memoria per la befana ricevo da mamma colori, pastelli, pennarelli e attrezzi per colorare e disegnare. È sempre stato così. E può non essere magico un giorno in cui ricevi colori, pastelli e roba per disegnare? NO! 

È proprio uno dei giorni più magici dell’anno; anzi diciamo l’ultimo magico prima che ancora molto tempo debba passare. Di carbone ne ho ricevuto sempre poco ma mi è sempre tanto piaciuto. È una meringa bistrattata che dovrebbe essere riqualificata, diciamolo. 

Le scopette per l’aperitivo ormai da più di un decennio sono immancabili sulla mia tavola dell’Epifania. Una scusa per apparecchiare con tanti gingilli significa solo una cosa per me: gioia infinita! Amo apparecchiare tutto l’anno, figuriamoci durante le feste dove posso dare ancor più sfogo alla creatività e alla fantasia. 

Basta un alsaziano, salatino a bastoncino famosissimo, con della pasta sfoglia arrotolata dopo averla ridotta con tante piccole frange. E via in forno a 180 per 10-12 minuti. Il bastoncino se te lo stai chiedendo no, non brucia. Perfette le scopette, come i cappellini qualora avessi le formine, per un aperitivo o un tagliere di formaggi (anche vegan! Chi ce lo vieta?) o qualora non volessi proprio preparare nulla renderanno due olive tristi e solitarie e qualche manciata di patatine tutto ancor più favoloso. 

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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