Di Whoopie ho parlato per la prima volta qui ma non ci giurerei perché delirando ogni giorno da quasi dieci anni (sul web altrimenti moltomoltomoltoprima) ormai direi che è quasi impossibile ricordarsi anche solo un dettaglio. Tanto quanto impossibile è che ancora qualcuno non mi abbia arrestato per oltraggio alla grammatica italiana e alla corretta sintassi. Fatto sta che di Whoopie se ne è parlato diverse volte. E lo sto facendo in separata sede (sì ho cominciato a fare la misteriosa ma mica così tanto) in un nuovo progettoinsommabastadevostarezitta.
Fatto sta che ne ho provati di diversi. La storia sui whoopie è carina. Sono di moda nell’ambiente food già da due anni a questa parte forse perché sono la versione “facile-veloce”povera” dei macaron nonché più simpatica e fruibile.
Sono delle piccole tortine i Whoopie, ibridi tra (mini )torta e biscotto, assemblati dolcissimi e morbidi contenenti crema deliziosa che può essere relizzata in infinite varianti. I Whoopie paiono essere (ci sono molte contestazioni, eh) una tradizione degli Amish in Pennsylvania, dove sono venduti più che nel resto degli Stati Uniti. Pare che gli storici culinari identifichino questo dolcetto proprio nel cuore più profondo degli Amish. Le donne, infatti, usavano preparare dei piccoli cestini ricolmi di leccornie per i pranzi dei propri mariti che lavoravano nelle campagne. Quando poi nel cestino trovavano queste dolcetti pare che esultassero con un vero e proprio “Whoooooopie!”. Detto fatto. L’etimologia biscottosa è servita. Di ricette sui whoopie è pieno il web soprattutto nei food blog americani e siti (ma anche italiani, naturalmente). Un libro delizioso interamente dedicato ai Whoopie poi è davvero interessante da possedere (si tratta di “Whoopie” di Mauro Padula e Carolina Turconi; ne ho parlato diverse volte pur non avendo fatto un vero e proprio puntatone de La Libreria di Iaia (che riprenderà ben presto).
Valide tutte le ricette di All Recipes (ne ho provate tre e anche quelli di zucca) e senza neanche bisogno di dirlo quella di Donna Hay (che trovi qui nella versione Cioccolato-Arcobaleno). Quella base alla vaniglia che mi riesce sempre meglio è però in assoluto quella di Carolina Turconi e Mauro Padula ed è per questo che lascio con piacere questa. L’impasto è perfetto, morbido e delicato. Non troppo sbricioloso e neanche esageratamente dolce (che poi il Whoopie va pure imbottito e se risultasse troppo dolce ci si impasterebbe la bocca e basta, suppongo). Visto che domani pubblicherò un Whoopie tutto natalizio mi porto avanti con questa ricettina facile facile e veloce. Ne seguiranno altre al cioccolato e assemblaggi fantasiosi.
Adesso passiamo al quesito importante di oggi: solo io quando dico Whoopie canto Boogie Boogie? Così giusto per capire eh.
(quando li preparo invece ne canto una versione WhoopieWhoopie. E’ normale, no?)
La Ricetta base dei Whoopie
(tratto dal libro Whoopie edito da Sperling & Kupfer)
1 uovo, 120 grammi di burro, 120 grammi di zucchero, 230 grammi di farina OO, 80 grammi di amido di mais, 1 cucchiaino di lievito in polvere, 1/2 cucchiaino di bicarbonato, 1 pizzico di sale, 100 ml di panna liquida fresca, 1/2 cucchiaino di succo di limone, 1 cucchiaino di estratto di vaniglia.
Versa il succo di limone nella panna. Mescola e lascia riposare per dieci minuti. Lavora con un robot da cucina o con lo sbattitore elettrico il burro morbido con lo zucchero fino a ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungi l’uovo e l’estratto di vaniglia sempre lavorando con le fruste. Setaccia la farina, l’amido, il lievito, il bicarbonato e il sale. Con le fruste elettriche versa nel composto di burro gli ingredienti in polvere alternando con la panna liquida e il succo di limone. Pian piano fin quando tutto è ben amalgamato. Quando l’impasto è molto denso e omogeneo trasferisci tutto in una sac à poche con una bocchetta liscia non più larga di un centimetro e mezzo.
Fodera la teglia con la carta da forno e se preferisci con una matita (meglio se alimentare) traccia una circonferenza per rispettare prima di tutto la distanza o la dimensione del biscotto stesso. Inforna per 12 minuti a forno preriscaldato a 180 e conserva in un luogo asciutto. Continua a infornare una teglia per volta nel forno fin quando l’impasto è esaurito.
I whoopie se conservati in scatole di latta (quando freddi intendo) si conservano benissimo; questo significa che possono essere preparati per tempo e farciti magari con calma il giorno stesso in cui verranno serviti.
Questa ricetta base alla vaniglia, inutile ribadirlo ma è bello anche sottolineare le ovvietà , possono essere insaporite da qualsiasi tipo di spezia si preferisca. Dalla cannella all’essenza di mandorla sino ad arrivare alla scorza di limone o arancia o zenzero. La base naturalmente influirà sul ripieno che poi si vorrà preparare. I whoopie sono perfetti (come vedremo domani) anche per essere “disegnati” ad hoc. Se ne possono realizzare davvero di infiniti soggetti e varianti.
A Natale manco a dirlo diventano foglio biscottoso per natalate deliziose ed estremamente kawaii.
maledetta.
canterò tutto il giorno boogie boogie dicendo whoopie whoopie.
maledetta.
a me piace questa whoopee
Oddioooo, avevo dimenticato quella canzone! Ahahah! Ora però mi rimarrà in testa tutto il giorno! Aiutoooo! 😀
I can boogie boogie, boogie boogie! Certo che la conosco questa! Possiamo ballare come loro due a Capodanno!!! Non mi rifiutare il ballo!
Uuuuuuuuuuuuuuu au u u uu
Vabbè, a me i whoopie mi ricordano gli Who -_____-
[…] A prescindere dai macaron questa sorta di ganache è perfetta per ricoprire cupcake e imbottire qualsiasi tipo di biscotto. I whoopie? Certo che sì. […]
[…] La Ricetta dei Whoopie la trovi qui (e come li ho trasformati in Babbo Natale si potrebbero chiaramente far diventare Befane). I Whoopie come i Macaron (habemus videoricetta, sì) sono i classici biscottini versatili, personalizzabili e facilissimi oltre che scenografici (e diciamocelo meno ansiogeni dei macaron che rimangono pur sempre una delle preparazioni più difficilotte). Imbottiti in diversi modi e pacioccosi da morire, certo i Whoopie non passeranno inosservati. […]