Ricette Vegetariane e Vegane

In linea con il Sushi di Makiko Sano

Makiko Sano la vedi davanti a una lavagna, con il sorriso smagliante, un collo liscio e un décolleté discreto e fine. Elegante con la sua treccia laterale e un maglioncino, sembra di lycra, morbido che scende lasciando scoperte magre ma muscolose e toniche scapole. Tiene in mano una tazza rossa e sorride. Grazie alla bellezza infinita dei suoi occhi orientali pare abbia un eyeliner perfetto e anche se fosse senza ciglia non occorrerebbero le extension per farla somigliare a una che ha due pennelli Cinghiale attaccati alle estremità del bulbo oculare. E’ bella, eterea e ti fa subito sospirare. Ride ma non ha rughe e la sua pelle diafana ti fa agguantare il libro e dire: preso!

Esperta nutrizionista, ha anche un ristorante a Hammersmith, Londra, dal nome Suzu che significa Vita Lunga e Sana. Quando leggi che vive a Londra con i suoi quattro figli, un po’ la depressione ti coglie ma poi continui a volerle bene; bastano pochi nano secondi. Giusto per introdurla quanto meno degnamente, va detto che Makiko (che di cognome fa Sano e non Fritto o Doppiapanatura. Proprio Sano) ha gestito il famosissimo banco di sashimi che ha fornito il Sushi a Buckingham Palace. Makiko diventa famosa, giustamente, per svariati motivi uno tra i quali è senza ombra di dubbio la Zuppa al Collagene, ovvero una sorta di lifting in tavola piuttosto che dal chirurgo. Il suo libro In linea con il Sushi propone ricette ma anche veri e propri programmi alimentari di cui ticchetterò poco più sotto. L’autrice ed esperta di alimentazione giapponese dimostra ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno, che le donne giapponesi sono sì geneticamente bellissimestupendissimemeravigliosissime di loro e che fa parte del Dna d’accordo, ma che il surplus si raggiunge anche e soprattutto attraverso la cultura culinaria. La cucina giapponese deve tanto alla tradizione Cinese e questo non è un segreto per nessuno, ma ha poi nei secoli sviluppato una propria identità ed è diventata in assoluto tra le più (se non la più) salutare al mondo. Per quanto scemo possa sembrare sostenerlo e confermarlo non è mica un caso che sia “il cibo preferito dalle Top Model”. Per quanto un messaggio possa essere sbagliato intrinsecamente (purtroppo scritto lampeggiante e a caratteri cubitali), va detto che il Giappone si piazza all’ultimo posto mondiale in fatto di obesità. Sì per favore riscriviamolo e rileggiamolo. Il Giappone si piazza (Makiko dice al penultimo, io ho letto in diverse riviste all’ultimo, ma poco importa la sostanza è sempre quella) proprio all’ultimo posto nella classifica mondiale dell’obesità e delle nazioni a rischio; dove si riconfermano purtroppo, come luogo comune vuole, gli Stati Uniti con un preoccupante e angosciante trentaquattro per cento.

Sulla cucina giapponese qui credo di aver anche un po’ esagerato. Sperando di non passare come una fanatica pazza esaltata (comunque non ho problemi ad ammetterlo che lo sono), credo fortemente che sia l’alimentazione ideale per chi ha deciso di amarsi e onorare il proprio corpo. Non c’entra nulla da dove vieni. A me quelli che dicono “Ma sei siciliana! Mangiati l’arancino invece che la wakame!” fanno solo tanta tenerezza. Se fossi nata in un posto dove mangiavano solo ali fritte sarei dovuta morire di colesterolo a quarant’anni? Suppongo proprio di no. Sempre in virtù del fatto che si è quello che si mangia, chiunque decida di mangiare solo ed esclusivamente quello che la tradizione familiare e del luogo impone dimostra solo tanta ignoranza. Nei suoi confronti soprattutto e poi verso chi ama. Questo non significa che io nei giorni di festa non possa mangiarmi la Pasta Reale, che è novantanovepercento mandorla, zucchero e coloranti alimentari, ma allo stesso modo non significa che non possa mangiare il resto degli altri giorni il riso mochi perché è più naturale, salutare e ugualmente buono.

L’introduzione di Makiko ti mette inizialmente angoscia. Ti fa venire dei dubbi riguardo un estremismo, che noi occidentali potremmo recepire tale, nipponico culturale; ovvero quando dice che esiste una legge che fissa in 90 cm la misura massima del girovita di una donna oltre 40 anni e che a Tokyo in alcuni ristoranti c’è la bilancia sul tavolo proprio per regolarsi con le porzioni (allo stesso modo del calcolo delle calorie sul menu che in America con la controtendenza detox salutare sta prendendo piede nelle città più modaiole. Los Angeles e California senza dimenticare l’onnipresente New York). Va detto però (suppongo, eh) che il girovita fissato a 90 cm non sia “imposto” semplicemente per una questione estetica, ovvero di voler vedere tante belle Makiko sane e snelle quanto più come un allarme salutistico; imponendo dei parametri si innesca una cultura civile che in Giappone esiste e di cui possono solo essere maestri mentre in Occidente pare una bella barzelletta su cui ridere a crepapelle. La mia (abbandonata. Sigh!) Rubrica Sushi con Iaia si è stoppata con mio forte rammarico ma dopo tutti i miei personali eventi,libro, tragedie e blablabla direi che è quasi superfluo  specificare il perché. E’ una cosa che nel 2015 insieme a Mangiar S(tr)ano e Cucina Orientale in genere è nella pole position dei buoni propositi. Makiko con foto accattivanti, illustrazioni facili e veloci facilmente memorizzabili snocciola una serie di nozioni e informazioni in maniera schematica, precisa e incredibilmente sintetica che ti lasciano senza parole. La carta è lucida e scivola tra le dita e il prezzo si aggira intorno ai 16 euro. Le fotografie sono di Lisa Linder e sono molto curate, semplici e d’impatto, l’editore è Il Castello. Il libro non è da comprare subito ma da comprare proprio correndo e pure affannati.

Dopo una piccola introduzione sulla Cucina giapponese e un piccolo raffronto con il Mondo Occidentale che vede tè verde con macedonia contro cappuccino con cornetto alla crema (e potremmo già fermarci qui) e dopo aver ricordato che i latticini non fanno parte della cultura giapponese (dandoci secondo me anche un po’ la colpa di aver fatto arrivare tutto questo meraviglioso cibo raffinato, confezionato, traboccante di panna e schifezze), si comincia. Perché io a Makiko, anche se non l’ha detto (ok Makiko lo faccio io!), voglio dare ragione e man forte. Voi Giapponesi ci avete portato un po’ di alghe, riso scondito e verdure al vapore e noi Cannoli, Cheesecake e bombe fritte con la nutella. Che gli orientali siano esseri superiori, io ne sono non convinta:

andrei proprio a morire sostenendo non questa tesi. E’ proprio un assioma.

Ci sono tre interessantissimi piani composti da 1300 kcal, 1500 kcal e 1700 kcal. Nel primo caso la colazione è da 300, pranzo da 500, spuntino da 100 e cena da 300. Nel secondo caso colazione da 400, pranzo da 500, spuntino da 100 e cena da 400. Nel terzo caso, ovvero 1700 kcal, colazione da 500, pranzo da 500, spuntino da 100 e cena da 500. Mantiene le solite raccomandazioni ovvero quelle di mangiare spesso e a piccole porzioni. Di bere moltissimo tè verde (che Makiko mi piace un sacco ma io solo su questo ho un po’ da ridire. Che non faccia venire in nessun caso la tachicardia è una cosa da discutere. Ma siccome ti credo ciecamente sarò l’unico caso mondiale), zuppe di miso (pare che Makiko si infili in borsa qualche bustina di istant miso giusto come spuntino ricordandoci che 30 kcal per 250 ml di miso non sono nulla. E come darle torto?) e tanta acqua. Scrive insomma Tè verde senza limiti.Ci fa pure un piccolo schemino per calcolare il nostro fabbisogno giornaliero:

Altezza x Altezza x 20 x 25 = fabbisogno giornaliero

(20 sta per obiettivo IMC)

Una persona alta 161 cm 1,61×1,61x20x25=1296 kcal al giorno

Una persona alta 173cm 1,73×1,73x20x25=1496 Kcal al giorno

Per mantenere il peso?

altezza X altezza x 22 x 25 = fabbisogno espresso in calorie.

Ora io su questo metodo non ci metto becco e annuisco ma se lo dice Makiko diamole fiducia (e andiamo dal nutrizionista sotto casa a dirglielo così ci prende a ceffoni e chi si è visto si è visto). Mi piace tantissimo il capitolo basi che è il primo. Come preparare il Riso Perfetto, Come tagliare le verdure, Come scegliere il pesce, come tagliare il pesce per il sushi (c’è un interessantissimo passo passo fotografico con le descrizioni accurate), i segreti della dispensa giapponese e poi si va al secondo capitolo ovvero si parte con la preparazione dei Maki.

Come preparare gli Hosomaki (e tante ricette), come preparare gli Uramaki (e tante ricette), come preparare il Sushi originale ovvero il Nigiri di Tonno, Salmone, Orata, Gamberi, Asparagi grigliati, Melanzane, Avocado, Gombi e Umeboshi. Come preparare i Temaki e il Sushi Party di conseguenza di cui ho parlato quante volte? 3908234832048? Arrivano le zuppe e le insalate e quindi tofu, alghe, zuppa di radici ma anche frittate, sottaceti, salmoni e salse. Arriva pure la zuppa di collagene e di pollo al collagene e poi le verdure al vapore, edamame senza olio, tartare di tonno e avocado, insalata di cipolla e alghe e pollo al vapore e sesamo. E’ un libro che trasuda omega 3 da tutti i pori, pagine e capitoli. E’ un libro che ti fa entrare in quella forma mentis dove “questi Giapponesi” non sono pazzi che mangiano riso, alghe e tofu che dobbiamo deridere.

Ma gente competente, intelligente (molto più di noi) che ha solo da insegnare. E l’Occidentale può pure starsene un po’ zitto invece di fare caciara come sempre e a testa bassa: imparare e poi studiare e imparare ad amarsi un po’ di più. Perché sì sarà proprio buono un bel cannolo e tre arancini ma poi se il fegato scoppia i dolori arrivano. E sono tanti.

Il libro secondo il mio modestissimo parere che non conta nulla: vale e molto. Non tanto per seguire a casa una dieta giapponese così. Che uno si alza al mattino e dice ora faccio la dieta di 1500 kcal di Makiko che vende sushi alla Regina che mi ha consigliato quella cretina di Gikitchen dopo aver fatto con la calcolatrice due conti. Va comprato perché chi ha poco tempo e voglia di possedere altri milioni di volumi (come nel mio caso ecco. Non troverà nulla di nuovo, diciamolo) può avere questo piccolo promemoria che alla fine sintetizza al meglio quello che da importante c’è da sapere.

Come spesso accade nella Libreria di Iaia metto in palio il libro anche stavolta, che spedirò attraverso Amazon al commentatore numero 66. Vi prego solo di non annidare i commenti e quindi di non rispondervi vicendevolmente così possiamo fare tutti insieme la conta semplicemente senza dover disturbare sempre Max. Proprio con il ditino 1… 2… 3… 4… 5… Per questa volta si può fare, no? Il vincitore a info@maghettastreghetta.it con numero di telefono e indirizzo è atteso dalla sottoscritta con mega abbraccio e grazie infinite (ma pure per tutti gli altri. Siete sempre splendidi: grazie!).

Vi lascio qualche Link della Rubrica Sushi con Iaia nel caso possa interessarvi.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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