Avevamo giusto finito di uploadare cupcake natalizi che già su Pinterest si repinnava selvaggiamente roba pasquale e una delle prime immagini capitatemi a tiro è stata proprio una simile a questa. Simile perché con l’arte del magico Photoshop (questo sconosciuto in casa tranne che per il correttore al volo. Devo aprire quel maledetto tutorial prima o poi, uff)  ai miei occhi si erano parate rotondità di una beltà strabiliante. Alla fine senza tirarla troppo per le lunghe erano delle piccole ciambelline servite all’interno del guscio. Solo immagine senza ricetta e spiegazione. Non mi restava che rimboccarmi le maniche e darci sotto perché queste ciambelline servite all’interno del guscio d’uovo non potevano certamente mancare. Non è stato difficile come sospettavo ma anzi semplice e indolore solo che naturalmente non calcolando bene le dosi da inserire all’interno del guscio ho ecceduto giusto un attimino ed esteticamente non mi hanno soddisfatto come  avrei voluto. Nel senso che questo è il primo risultato ed era giusto mostrarlo per onestà ; adesso affinando un po’ la tecnica si spera in un risultato migliore. Dal basso della mia esperienza ciambellosa in fatto di ciambellegusciose trascrivo però quello che ho imparato:
- Il miglior metodo per bucare l’uovo e privarlo del contenuto rimane sempre e comunque l’ago. Basta, con un po’ di violenza necessaria, infilare nella parte superiore del guscio un qualsiasi ago e pian piano ticchettare. Appena si saranno formate le prime crepe sempre con delicatezza al fine di non rompere l’intero guscio “martellare” con micro colpetti e aprirsi un varco. In questo caso, considerando che non si devono decorare/colorare e che il buco può (e deve) essere visibile si potrà lavorare e allargare il foro quanto necessario per far inserire l’impasto della ciambella prescelta.
- Qualsiasi impasto di torta e ciambella può essere adoperato. Questo per dire che anche l’idea di ficcarci dentro impasto di cupcake o muffin, per non parlare di versioni cioccolatose, tanto malvagia non è. E’ bene inserirlo delicatamente con un cucchiaino e non eccedere perché gonfierà e parecchio pure. A me sono strabordate infinitamente perché per diffidenza e paura che non arrivassero al bordo ho giusto un tantinello esagerato. Considererei 3/4 del guscio per quanto riguarda il riempimento la migliore soluzione. Posizionare le uova all’interno della teglia si potrebbe credere essere un’operazione difficoltosa ma così non  è. Io le ho sistemato in una teglia in grado di raccogliere tutta la quantità preparata (12 uova nel mio caso). Con iniziali difficoltà le ho incastrate vicinevicinevicine e se per le prime risultava tutto complicato perché tendevano a cadere facendo fuoriuscire l’impasto, poi è diventato semplicissimo. Certo è che se ci fosse qualcuno ad aiutarci in questa operazione che richiede semplicemente qualche minuto sarebbe meglio. Dopo aver sistemato in altezza e per bene le uova si può tranquillamente infornare a 180 per 30 minuti massimo, ma come nelle preparazioni classiche è bene controllare con uno stuzzicadenti. Quando esce asciutto tirare fuori e lasciare raffreddare.
- Per l’impasto da utilizzare si può pensare davvero a una vastità infinita di elaborazioni. Ne lascio giusto qualcuno nel caso si fosse a corto di idee:
- quattro quarti alla vaniglia- cupcake
- alla banana -cupcake
- base vegana
- base cioccolato -cupcake
- base caffè – muffin
- vegano al matcha
- pandoriniÂ
Delizioso. Il risultato è semplicemente delizioso e in pochissime mosse si sorprenderà chiunque abbiate in tavola. Se ci siete solo voi non crederete ugualmente ai vostri occhi. E’ un’idea deliziosa; anche come regalo. Un assaggino ciambelloso in versione monoporzione che potrà essere gradito e gustato in questa insolita presentazione a tema.
Sul fatto che non passerà inosservato ho pochissimi dubbi e con le decorazioni necessarie sarà davvero un successo assicurato, magari presentato in un cestino adornato con fiocchetti e pulcini. Per chi ha più tempo si può pure pensare di dipingere i gusci con il pennello o preventivamente adoperare i coloranti alimentari lasciandoli a mollo per un paio di ore.
Capolavori uovosi commestibili. Mai più senza. Una delle presentazioni che mi piacerebbe provare poi, oltre ad accompagnare queste uova con un buon caffè, è quello di organizzarle come segnaposto. Con accanto un fiocchetto e la scritta con il nome con una calligrafia, o font se stampato, ricercata;  sicuramente avremo in questo uovetto ciambelloso un fido alleato.
Anche posizionati sopra ai portauova, eh. Perché a me piace da impazzire santo cielo il porta uovo segnaposto pasquale (non si è capito in effetti*fischiettando). Lo trovo delicato, chic e rustico al tempo stesso. Che sia con un uovo dipinto e colorato o che sia con un uovo così, semplice nudo e crudo, sino ad arrivare a questa variazione assolutamente sì: pollice in alto per il portauovo come segnaposto a Pasqua.
Il fascino intramontabile del segnaposto. Ma davvero perché bisogna rinunciarci? perché imporsi questo martirio? Che segnaposto sempre e comunque sia. Anche se si è in due.
Non si fanno solo per gli altri queste delicatezze. Anche per carità ma lo stile bisogna regalarselo a piccole dosi giornalmente e in forma egoistica. A me piace da matti mettere il segnaposto e non vi è settimana dove non lo utilizzi almeno per due-tre volte (nel week end è una certezza). Se non ho tempo anche un semplice post it con su scritta una carineria o anche una pernacchia. Ma l’importate è il dettaglio. Se elaborato è meglio, ma se assente è peggio; la filosofia del segnaposto insomma.
E a volte il post it è il giusto compromesso ma per le feste un bel portauovo o uovociambelloso deve assolutamente essere presente.