Ricette Vegetariane e Vegane

Cake Pops Pulcini (e Galline)

Mentre plasmavo il volto di questi adorabili pulcini ascoltavo il tema di Totoro e pensavo seriamente che dopo il Pancake di Totoro ( e i panini)  non mi sono dedicata più seriamente al mio amichetto pelucchioso che mi guarda in tutte le forme e grandezze durante i miei lavori; escludendo il cappellino per uova e l’acquisto su Etsy dei portacellulari che avrei potuto certamente fare con un po’ di stoffa e filo.

Perché sì sulla scrivania ce ne sono due piccini tra le matite poco sorridenti mentre sulla mensola a sinistra ce n’è un altro esaltato che ogni tanto tanto si butta e mi fa prendere colpi assurdi al cuore. Puffff. Arriva dritto dritto come se avesse preso la rincorsa e cade sulle mie mani che ticchettano o disegnano o fotografano fogli con maghette. Due ancora sulla destra dediti anche loro all’attività di bungee jumping, solo che devono soffrire il freddo perché preferiscono atterrare sul termosifone piuttosto che sulle mani. Dove sono incastrati tutti gli Ugly Dolls. E allora mi riprometto di fare assolutamente i cake pops di Totoro mentre ondulo un po’ la testa e sorrido.

Questi adorabili  lecca lecca morbidosi mi hanno definitivamente conquistato. E’ come vivere in un eterno luna park. Mi è sempre piaciuto e non è un segreto trasformare e inventare mondi ma con la cucina è ancor più divertente talvolta. Forse perché scompaiono. Non dentro i cassetti e i quaderni come avviene con i disegni. Ma scompaiono nel pancino di chi ami. Certe volte guardo il pancino del Nippotorinese e immagino pulcini zompettanti e cake pops di Totoro. Vedo ancora il pancake con il suo facciotto buffo e i piedini di Babbo Natale finiti nel camino. Stanno tutti lì nel mondo del pancino. Si sono riuniti e rimergono tra ricordi di risate e giorni passati che poi a ben pensarci sono ancora qui. Appesi e imperituri.

Ricordo quando ho visto per la prima volta Totoro. Abbracciata a lui che agitava la testa dissentendo fortemente. Incredibile come non lo avessi visto e se non ci fosse stato lui nella mia vita forse ancora non sarebbe accaduto. Perché si è soprattutto quello che hai deciso di essere e con chi hai deciso di farlo. Si è esattamente il risultato dell’unione dell’amore che hai fortemente voluto.

Quando guardo il panciotto gonfio di Totoro penso un po’ al mio. Quello che non c’è più e se per certi versi la musica cambia un po’ e diventa dolorosa poi tutto svanisce e riappaiono pulcini ed esserini piccoli saltellanti che come ombrello hanno una foglia di edera. Credo che con la conoscenza di Totoro e del mondo che è arrivato insieme a lui, oltre alla salvezza, ci sia stata la giusta sinfonia per ballare.

L’altro giorno senza paura ho accennato un balletto per strada. Senza spaventarmi di avere più di trenta anni. Del resto nel pancino lui porta pancake di Totoro e io avevo il panciotto gonfio di Totoro. Non importa l’età se hai due pancini e panciotti così diversi.

Una volta credevo che stare ferma sopra il ramo insieme a Totoro per me fosse impossibile. Che fossi troppo pesante.  Adesso  credo ugualmente che quella leggerezza non ci sia ma  non ho paura di tentare e provare. Mi accomodo lì con il mare sotto e guardo un po’ giù. Mi sporgo e se l’equilibrio manca al massimo cado. Tanto so nuotare. Sì è vero dipende da che tempo fa o se c’è vento ma se sai nuotare in un modo o nell’altro arrivi a riva.

Mi piacciono questi cake pops pulcini con la loro rotondità totorosa. Con quello sguardo un po’ stupido e infantile che ti fissa dentro il bicchiere di cotone idrofilo che è nuvola. Mi piace giocare con le parole e le mie visioni. Mi piace ascoltare musiche e ricordare. Mi piace lasciare andare via le dita sui tasti e far finta di giocare, cantare, suonare da sola.Mi piace mostrarmi senza filtri e maschere e farlo per me. A dimostrazione del fatto che davvero non bisogna avere paura. Mai. Neanche di essere un po’ Totoro. Senza parole pur sapendo parlare. Senza sorriso pur avendone uno incommensurabilmente grande. E’ facilissimo e non smetterò mai di dirlo fare i cake pops. Magari però tu arrivi adesso e non hai letto nessuno dei miei deliri precedenti e non sai neanche cosa siano i cake pops. E quindi è importante ricordare che con un avanzo di torta che annoia si possono confezionare questi adorabili cosini che in America sono in voghissima ormai come nel resto del mondo.

Si tratta di pallottoline o polpettine di torta impastate con crema di formaggio e burro e poi ricoperte di pasta di zucchero. Sembra davvero tutto complicatissimo ma così non è. Per la preparazione lascio questo link dove è spiegato passo passo come procedere per la realizzazione dei cake pops.

Ci sono diverse ricette base per la torta e diverse tipologie di decorazione perché non per forza si deve adoperare la pasta di zucchero. Al contrario di quelli a forma di gallina che erano semplicissimi, questi Cake pops al loro interno hanno una torta di cioccolato e una cremina dolcissima al gianduia. Sono stata stupidissima e mi sono pure presa a ceffoni ma ahimè non ho fotografato l’interno e avendone fatti tre contati, perché erano appunto l’avanzo di una torta, non ho potuto poi provvedere a rimediare. Io per la base consiglierei pure la torta densa al cioccolato di Nigella che ben si presta (clicca qui per la ricetta) altrimenti se si ha proprio fretta pure la Black cake al cioccolato da fare dentro il micro (clicca qui per la ricetta) o la torta paradiso di Beatrice sempre al microonde (clicca qui per la ricetta). Ricordo, spero mi sia concesso, che comunque anche tutte le basi per cupcake sono ottime per la realizzazione dei Cake Pops. Guardando nell’indice ci sono molto più che una trentina di basi, qualora vi andasse di dare un’occhiata.

Possedevo già diverse cover di Rilakkuma perché è chiaro che le donne serie come me non possono rinunciare a questo tipo di sobrietà. Confesso pur detestando ferocemente gli orsetti, quasi quanto i gatti, che questo Rilakkuma mi ha definitivamente conquistato. Inconsapevolmente ho raccolto Rilakkumate. Pare che i giapponesi abbiano questa insana capacità di farmi amare gli animaletti che più detesto. Siamo partiti con il gatto Kitty. Siamo arrivati all’orsetto Rilakkuma. Manca qualche personaggio kawaii -geco e siamo al completo.

Insomma adesso che ho questa cover mi sento al sicuro. Sto superando brillantemente le mie fobie.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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