La Sicilia vanta alcuni formaggi tipici ma di certo non possiamo dire che ci sia una tradizione minimamente paragonabile a molte altre regioni. Ora io ho un torinese in casa, d’accordo? Particolarmente fissato con i formaggi e intenditore per giunta. E ogni volta che storce il naso perché nessuno dei formaggi tipici gli piace particolarmente mi infastidisco.
Il risotto alla marinara di mamma, la pasta al pesto di pistacchio, A pasta ca muddica, con la bottarga e scorza di limone, a pasta co niuri de dicci, la pasta con le telline e con il macco. Ma non finisce qui!
Lo avvolgeva nella carta marrone del pane e tutto l’olio si propagava facendo dei disegni circolari bellissimi. E io ci vedevo delle mucche. A volte dei cuori. Altre volte ancora delle nuvole e dei pinguini. Papà me lo passava e io lo tenevo stretto a me.
A Triaca che cos'è? La triaca sono i fagioli; quelli disegnati come da una china 0.5 impazzita alternata a una 0.8 color rosa su sfondo bianco. Con la Triaca D'Estate si fa una pasta piena di ricordi ed emozioni incredibili. Gustosa, leggera e nutriente A pasta ca triaca.
Il gelo siciliano è un dolce al cucchiaio freschissimo, delicato e leggero molto consumato sull’isola, soprattutto durante la caldissima e afosa Estate. In realtà puoi trovarlo durante tutto l’anno ma è proprio in questa stagione che il gelo non può mancare.
La pasta con il nero è per i coraggiosi. Per chi non ha paura di mangiarla liberamente senza tanti complimenti e paturnie. Io, conoscendomi, a prescindere dal fatto che non fa parte della mia alimentazione avrei problemi a mangiarla.
Sono dei frutti di mare con una conchiglia di madreperla che ha un buco naturale -per farci collanine e bracciali- che sembrano forgiati da Polifemo con la stessa lava. Per farti capire velocemente il valore un chilo di occhi di bue sta intorno ai 90-100 euro. Sono rarissimi.
In Sicilia chi non si sposava piuttosto che rimanere zitella preferiva farsi monaca. Le monache, è risaputo, erano abilissime nella preparazione di dolci dall'indescrivile...
La produzione artigianale dei dolci è strettamente collegata alla storia della panetteria, perché tutto comincia esattamente da quei forni capaci di sfornare pane di incredibile bontà. I nobili mangiavano il pane, neanche a dirlo, e pian piano la diffusione dei dolci -nelle feste e a fine pasto- e questo ricordo di aver letto su un libro comportò la produzione eccessiva dei dolci a discapito del pane e per questo fu imposto che i dolci fossero preparati solo per le feste
Le Crispelle di riso e le zeppole di San Giuseppe: due ricette irrinunciabili per festeggiare San Giuseppe, il 19 Marzo, la festa del papà. Un dolce bignè sovrastato dalla crema pasticcera e una ciliegia la prima preparazione e dei bastoncini di riso fritti al sapore di cannella tuffati in ottimo miele profumatissimo.
Un primo piatto che racconta la sicilia con lo spada, il ciliegino e le olive quelle nere succose e morbiddisime tipiche della cultura e della cucina siciliana. Un primo semplice che ti stupirà e non potrai più farne a meno.