Ricette Vegetariane e Vegane

Rain Man: There you go, Ray. You’re dancing. This is it.

Per la rubrica a cena con Oscar, purtroppo messa da parte per le ricettine leggere leggere del Carnevale,  certamente non poteva mancare Hoffman;  pur potendone sproloquiare all’infinito oggi è il turno di Rain Man. Perchè? Semplicemente perchè la celebrazione del Martedì Grasso corrisponde  alla Sacra Giornata dei Pancake. Lo scorso anno per l’occasione era stato confezionato il Totoro Pancake con tanto di documentazione (la curiosità ti assale mista a masochismo? Clicca qui >>>).Abbigliata in modo ridicolo e con tanto di maschera, tutto saggiamente documentato visivamente, avevo onorato il Sacro giorno del Pancake così. Già trecentosessantacinquegiornifa volevo però correlare questa giornata alla sezione Cinema e Cibo solo che Totoro prese allora il sopravvento in un impeto kawaiioso e sdolcinato. Quest’anno poi mi si ripresenta l’opportunità per la rubrica “A Cena con Oscar” e una sopraggiunta maturità (quale? ) e  posso non approfittarne? suvvia.

Il Martedì Grasso mette la parola fine al periodo dei sette giorni grassissimi che rappresentano  il carnevale ( e devo ancora smistare ottomila ricette grondanti di grasso, santapizzetta!) . Lo segue a ruota il Mercoledì delle Ceneri previsto per domani, indice che la pacchia è finita e comincia la redenzione per eccellere in sinteticità.

I quaranta giorni prima della Pasqua, insomma, gravano sulla testa dei credenti e diventano monito contro l’abuso spropositato di leccornie.

Conto l’anno prossimo di essere a New Orleans per assaporare dal vivo questa meraviglia, che tradizione e pure importante è. L’ho detto e lo farò. Francamente vedere correre delle persone con una padella in mano facendo volteggiare in aria un pancake per ben tre volte è una di quelle cose che per nulla ragione al mondo voglio perdermi. In sostanza per vincere durante il tragitto compreso tra la partenza e arrivo si deve riuscire a far saltare il proprio pancake frittelloso per l’appunto tre volte.

Questa tradizione è antica e pare che sia dovuta al fatto che una donna in ritardo per la Messa continuò a preparare i propri pancake durante il tragitto casa-chiesa senza arrendersi e con tanto di grembiule. A me non può non apparire la fotografia di The Village. Piaciuta molto. Se non fosse stato per il ridiculume che ne faceva contorno.

Avevo proposto giustappunto al Nippotorinese di filmarmi sul terrazzo mentre compivo l’epica impresa ma il suo sguardo è valso più di una risposta dettagliata. E no.

Non correrò sul terrazzo rigirando il pancake (e contando che a stento riesco a farlo da ferma vicino al fornello mi sono risparmiata l’ennesima brutta figura) ma blatererò giusto un po’ riguardo a Rain Man.

Una delle notizie necessarie e prioritarie (c’è dell’ironia ovviamente) è dire che proprio in quell’occasione ho capito ahimè che la Golino poteva pure rappresentare la mia nazione nel mondo ma ugualmente aveva una voce insopportabile. E che poteva essere brava quanto voleva e tanti complimenti ma l’istinto primordiale di spaccarle il setto nasale prevaleva sempre e comunque.

Questo perchè essendo particolarmente legata ai suoni (nonostante il sopraggiungere dell’età abbia decretato la mia sordità definitiva) quell’elemento disturbante sonoro ha compromesso sempre la visione. Possedevo la videocassetta originale che risaltava tra le altre ed è stata una visione autistica. Vista e rivista decine di volte.

Un po’ come con Dirty Dancing ma in percentuale davvero minore. Ma davverodavvero.

Molto legata affettivamente a Raymond. Charlie, quello che poi sarebbe diventato un divoratore di placenta (la sapete questa su Tom Cruise o devo arrabbiarmi? Il gossip va seguito santo cielo! Quindi devo pure pensare che non sappiate quante mini Birkin abbia Suri e che colori Katie preferisca nella Kelly di coccodrillo? Vergognatevi!), lo sopportavo come si fa con i vecchi amici ma confesso che quasi mai è riuscito a convincermi. Forse giusto un po’ in Magnolia perchè era talmente beota il personaggio che al confronto lui sembrava neuronalmente dotato (ma era un’impressione infatti) o forse durante il balletto di Risky Business perchè vederlo in mutande e calzini lo ridicolizzava a tal punto da farci quasi bella figura.

Insomma Ray. Raymond continua a ripetere che vuole i suoi pancake con lo sciroppo d’acero (e il capolavoro di Hoffman nello specifico può essere anche visto cliccando qui >>>) mentre prende appunti, conta stuzzicadenti e ricorda numeri e nomi. Fa parte della mia vita il ricordo di Ray e come lui non ho mai ballato se non sugli eccessi mentre a farmi compagnia c’erano fissazioni e paure e ripetizioni. Molto spesso il Nippotorinese mi chiama Rain Man.Caratteristiche e tratti di isolamento ai limiti dell’autistico mi caratterizzano e se sono nervosa anche io ripeto broccolibolliticonillimone oppure favelessefichisecchi. Perchè i pancake non li mangio. Non vi è una volta che non pensi a Ray. Soprattutto a Capodanno quando la mia tradizione di famiglia pretende il confezionamento di queste frittelline entrate ormai a far parte della mia quotidianità. Che siano nella versione dolce o salata, diventano ottime basi per diverse preparazioni. Dalle più semplici alle più elaborate. Ma per Ray occorrono cose semplici e sincere. E nulla lo è più di un pancake con lo sciroppo d’acero.

Lui nel tragitto riuscirebbe a farne volteggiare dieci volte tre e contare pure le persone intorno, gli alberi e le nuvole.

Uso sempre la stessa ricetta per i pancake. Non che ci possano essere chissà quali variazioni ma questa mi ha sempre dato grandi soddisfazioni indi per cui trascrivo per l’ennesima volta:

(prova a mettere un cucchiaino di marmellata d’arancia nell’impasto)

Gli ingredienti per circa quattro pancake molto generosi e abbondanti (padella piuttosto grande) sono: 130 grammi di farina OO, 1 cucchiaino abbondante di lievito per dolci,  1 uovo grande, 150 ml di latte intero, 1 cucchiaino di zucchero, vaniglia Bourbon fresca da baccello raschiata precedentemente, burro per friggere.

In una ciotola abbastanza capiente sbattere l’uovo e incorporare la farina, il lievito e lo zucchero. Senza bisogno di setacciare. Mescolare con cura e aggiungere l’estratto fresco di Vaniglia. Pian Piano a filo lavorare con il latte e rimestare continuamente cercando di ottenere una crema piuttosto liquida. La presenza di grumi non dovrebbe rassicurarvi. Lasciare riposare l’impasto per venti minuti circa in frigo. Riscaldare una noce piccola di burro nella padella ben calda e versare generose cucchiaite dando una forma il più possibile rotonda. Generalmente difatti il pancake ha una meravigliosa forma tondeggiante. Cuocere da ambo i lati il pancake. Si potrebbe pensare di usare un piatto al fine di agevolare l’operazione; proprio come si fa con la frittata generalmente. Lasciare raffreddare e servire con frutta fresca, sciroppo d’acero, panna, gelato, nutella, marmellata. Qualsiasi ingredienti vi aggrada di più essendo come sapore piuttosto neutro ed essendo la base per diversi brunch sia di base dolce che salata.

 

 

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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