Chi non ha visto Frankenstein Junior almeno venti volte in vita sua non solo ha tutto il mio disprezzo, perchè qui la comprensione risulta difficile tanto quanto capire perchè i vips si siano dovuti riversare su Twitter a conferma della loro levatura culturale, ma lo ha (il soggetto in questa frase contorta è il disprezzo) anche da parte di tutti i miei pupazzetti. Tiè.
Premesso che le mie di visioni sono state ben più di venti perchè è necessario conoscerne i dialoghi a menadito, non mi stanco mai di ridacchiare sommessamente a Castello Ululì e Lupo ululà  mentro nitrisco per ore.
METTAPPOSTTTOLLACANDDDELLLLA.
Rido difficilmente durante le visioni e trovo demenziale e insulso tutto quello che riguarda il novantanove per cento della comicità ma il genio di Brooks nella sua folle semplicità scanzonata non mi fa buttare per terra a pancia all’aria tenendomi l’addome ma ogni santa volta mi ricorda quanto sia meraviglioso entrare nelle vite e nelle teste degli altri. E rimanerci per sempre.
Nel 1974 il genio di Brooks si cimenta nella regia di questo capolavoro insieme a Gene Wilder che per me rimane sempre e comunque il Willy Wonka, quello vero. La regia è eccelsa e non si può certo parlare di un filmuncolo parodia, tanto che nel 2000 viene inserito al tredicesimo posto nella classifica delle migliori commedie americane di tutti i tempi senza contare poi che Stati Uniti a parte nei diversi paesi del Mondo è sempre sul podio delle classifiche come dvd più venduti. In Italia addirittura risulta al primo posto dei classici di maggior successo di tutta la storia degli home video. Le candidature agli oscar sono ben due: Nomination come migliore sceneggiatura non originale e Nomination come miglior sonoro; senza contare le due nomination al Golden Globe come Miglior Attrice in un film commedia e Migliore attrice non protagonista. Dentro Frankenstein Junior si nascondono oltre che frullati inventivi di genio puro (nella traduzione italiana non si sono fatti poi così tanti strafalcioni come poteva accadere) anche parecchie ricette da estrapolare. Il purè di patate e l’aringa ad esempio ma anche diversi tipi di pane. Quello che però ho scelto oggi per la rubrica “A cena con Oscar” è la torta di mele della nonna, ma in versione leggermente più elaborata.
Inga, il Dottor Frankenstein e Igor dopo aver tentato di dar vita alla creatura si rilassano intorno ad un tavolo tipicamente anni trenta delle case signorili e nobili. Lungo e rettangolare con sedie  dallo schienale alto di legno e contorni preziosi lavorati.
Il Dottor Frankenstein non sa che nella sua creatura pulsa il cervello con la scritta “Do not use this brain” che il fido gobbuto (quale gobba?) dopo qualche pasticcio ha scambiato con quello da lui segnalato.
I tre si godono un dolcetto in piena fase relax. Igor gustandone cucchiaiate chiede al Dottor Frenkenstin che delizia fosse e questi risponde prontamente “Torta di mele della nonna”. I rumori della creatura che prende vita vengono scambiati da quest’ultimo per rantoli di piacere durante la degustazione del dolcetto. Quando i tre si rendono conto che la torta di mele della nonna è buona sì ma il rumore non proviene dallo stomaco di Igor bensì da altro si dà il via all’ennesimo esilarante siparietto.
Ci sono molte scene tagliate in Frankenstein Junior e molte si possono reperire anche trascritte sul web come quella della lettura del testamento.Sinora sono state cucinate all’interno di Gikitchen diverse versioni della torta di mele , che rimane la regina delle variazioni mondiali.
Ognuno ne ha una propria versione e sempre davanti alla lettura degli ingredienti si proverà stupore nel trovare un ingrediente piuttosto che un altro; addirittura componenti che mai si sarebbero immaginati ci fossero.
Si dedicano libri su libri e non è difficile trovare anche volumetti contenenti solo torte di mele. Io ad esempio ne ho già tre, santocielo, e in tutti e tre ci sono torte completamente diverse. E’ il caso di questa torta (più un tortino) che ho scelto per omaggiare Frankenstein Junior. Una torta di mele un po’ insolita e morbida che se tagliata con un coppapasta e servita in  monoporzione diventa anche un tantinello più scenografica e teatrale giusto per rievocare gli anni trenta. Non ho saputo resistere nel mostrare poi il regalo che mi è stato recapitato a sorpresa proveniente da una delle mie più grandi amiche che amo incommensurabilmente, infine è un dettaglio da non sottovalutare: trattasi di Valentina (www.aromadelcaffe.com).
Un’adorabile paperetta che galleggia nella tazza e che alla base contiene un contenitore retinato per mettere infusi, tisane e tè. Paperella ellalllà Tortino quaquaqua, insomma.
Ecco perchè Frankenstein Junior è il classico film che si vede con un’amica. Abbracciate un po’ mangiucchiando e bevendo senza dimenticare di sputazzare sproloquiando. Ripetere le battute regredendo ai quindici anni e tornare dalla cucina con un nuovo bottino mentre ti trascini con ridicole pantofole pelose; lei è attorcigliata al plaid che ci si  contendete sul divano. Un classico intramontabile che non dovrebbe mai mancare; proprio come non dovrebbe mai mancare la possibilità di avere un’amica come Vale, vicina. Poi però ci sono questi piccoli gesti e rituali che si uniscono ai ricordi e a quello che è stato e che potrà essere e ci si sente non fortunati ma di più. Correlo moltissimo Valentina a Frankenstein Junior perchè è una visione in bianco e nero lontana ma al tempo stesso coloratissima e vicina perchè quando c’è tenerezza e amore sincero e puro si vedono i colori anche laddove non ci sono. Perchè è divertente, entusiasmante e riesce a farti rotolare per terra con tre parole anche nelle giornate dove vorresti arrotolare cadaveri in un tappeto e buttarli in un fiume, piuttosto.
E allora mi ritrovo a sognare di guardare Frankenstein Junior sul divano con lei mentre le preparo una torta di mele (non il caffè perchè la amo) giusto per sentirle dire:
“Cì ti amo ciao”. E allora è questo che spero. Che questo giorno e questa visione con lei arrivino presto. Nel frattempo mi godo la preziosa compagnia della paperella che anche se si inclina un po’ non affonda mai, proprio come la nostra amicizia.
La Ricetta
Per sei persone circa: 3 mele piuttosto grandi, 2 uova, 100 grammi di farina, 120 grammi di zucchero, 100 grammi di burro, 1 bustina di lievito, 100 grammi di cioccolato fondente (io ne ho usato uno speziato fatto in casa da me con del pepe rosa, cannella e peperoncino), 1 pizzico di sale.
Per il caramello: 50 grammi di zucchero.
Sciogli il burro a bagnomaria e lavoralo con lo zucchero. Togli dal bagnomaria e unisci le uova e il lievito con la farina precedentemente setacciata. Gli ingredienti vanno inseriti uno alla volta mescolando bene con il cucchiaio di legno e non con lo sbattitore elettrico. Amalgama per bene il tutto, inserisci due mele tagliate sottilissimamente che se non vuoi fare annerire puoi bagnare un po’ con del succo di limone. Versa nella teglia e la terza mela, sempre tagliata sottilmente, appoggiala in superficie. Copri con qualche cucchiaio di zucchero se vuoi formare una crosticina ma è un passaggio facoltativo perchè se non vuoi eccedere con gli zuccheri è meglio lasciar stare.
Inforna a 200 già caldo per 30 minuti e controlla con uno stecchino di legno. Quando esce asciutto tira fuori la torta dal forno e lascia raffreddare.
Mancano dieci giorni*disse fischiettando.
- Blueberry Pie (My Blueberry Nights)
- Burrobirra (Harry Potter)
- Club Sandwich (Harry ti presento Sally)
- Cherry Pie (Twin Peaks)
- Fegato e Fave (Il Silenzio degli Innocenti)
- Goulash (Harry Potter e il Calice di Fuoco)
- Hogwarts Cupcakes (Harry Potter)
- Pollo allo spiedo (Ragazze Interrotte)
- Spaghetti alla Puttanesca (Tootsie)
- Tortino di Carne (Sweeney Todd)
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- Cioccolato e Ravanello (La città Incantata)
- Cupcake Kiki’s Delivery Service (Kiki’s Delivery Service)
- Cupcake Stregatto (Alice nel paese delle Meraviglie)
- Cupcake Tea Time (Alice nel paese delle Meraviglie)
- Cupcake Totoro (Totoro)
- Garden Gnome Cupcake (Biancaneve)
- Gooseberry Pie (Biancaneve)
- Pancake Totoro (Totoro)
- Panini con il Salame (Porco Rosso)
- Ponyo Bento (Ponyo)
- Spaghetti con polpette (Lilli e il Vagabondo)