Riassunto dei cuoricini precedenti:Â Ordunque abbiamo all’attivo nel bottino cuoricioso: I Ravioloni con il salmone e spumante ( clicca qui per la ricetta), l’hamburgerino cuoricioso di sfoglia ( clicca qui per la ricetta) e la focaccia cuoriciosa che all’occorrenza diventa pizza ( clicca qui per la ricetta).
Scopro che nella tradizione greca è usuale bollire la lattuga romana e farci delle belle frittatone gonfie. Mi viene in mente quindi di aggiungerci dentro delle mandorle a scaglie da brava sicula. Perchè si sa nel patrimonio genetico tra le diverse catene e caratteristiche c’è un gene siculo che ti porta a voler completare tutto con mandorle e pistacchi e non in rare occasioni elaborare tutto con gli ingredienti basi del cannolo e della cassata, ovvero cannella e ricotta. Sulla cannella ho una vera e propria perversione tanto che non rinuncio mai a metterne anche solo una micro particella nel ragù, come si faceva pure nel timballo del gattopardo, ma pecco sulla ricotta. Lo confesso. Sarà il mio terrore, ereditato dalla Nonna Grazia, e ostilità nei confronti del formaggio.
Insomma con la lattuga romana ci facevo delle classiche insalate sfruttando la fantasia ai minimi storici. Nei giorni particolarmente ispirati poi la servivo anche con la frutta secca e lo yogurt come dressing insieme alle erbe aromatiche che rievocano la Caesar Salad (clicca qui per la ricetta) per certi versi; ma ecco la lattuga romana cotta e trasformata in frittatona come fosse spinacino fresco, quello mai. Lo apprendo da un librotto greco che tanto mi piace e di cui spesso si sentirà parlare qui. Apprendo, senza neanche troppo stupore, che la cucina greca sta a quella siciliana come quella giapponese sta alla cinese. E non sto vaneggiando; più del solito intendo.
La cucina greca per ovvi motivi che sarebbe stupido anche rievocare (ok non ho tempo, mi avete scoperto) è genitrice di quella sicula che si mischia, come ribadito fino allo sfinimento, con l’araba, spagnola e normanna. Questa consuetudine dell’agrume sul pesce e questa smania di imbottirlo con pane aromatizzato. Queste trecce pasquali e biscotti al sapore di arancia e mandarino.
Sarde a beccafico che anche se si chiamano in altro modo quelle sono e il tripudio delle melanzane in tutte le sue forme. I prodotti della terra e del sole con una varietà di fritture sorprendenti unite alla semplicità del pesce e quella poca carne, riservata chiaramente ad altri luoghi.
Mi sono lasciata incuriosire insomma da questa lattuga bollita e rielaborata ma non ho preparato il frittatone pasquale greco perchè ho voluto riservarlo per il periodo che verrà . Dall’input di bollire e far gonfiare con l’uovo la lattuga romana mi è venuta in mente l’idea di fare un primo vegetariano dopo i Ravioli Cuoriciosi al Salmone proposti durante questa settimana cuoriciosa con tante idee e ricette per l’imminente San Valentino.
Un’idea velocissima da realizzare e che si può preparare anche con netto anticipo. Il giorno prima ad esempio. Riscaldati questi cuoricini di riso e lattuga romana non sono niente male. Possono essere poi, a ben riflettere, anche un’operazione di riciclo qualora avanzasse del riso bianco. Solo a me ne avanzano nove tonnellate ?
In assenza di neve abbiamo pure fatto pupazzi con il basmati; così per dire.
Una lattuga romana bollita e scolata diventa mezzo piattino scarso ( ci si nutre un uccellino di 3 grammi con tutte le penne tanto per capirci);  per una quantità decorosa ordunque, che stabiliremo indicativamente nei termini di quattro  persone ( due fidanzati più  due immaginari che in realtà sono gli stessi ma in versione affamata), ne occorreranno almeno due cespi. Nonostante il Nippotorinese si ostini a dire che di riso ne bastano “due pugnetti a persona più uno per la pentola”, io continuo a non fidarmi. Mi ostino a non calcolare con la strabiliante e infallibile (sarà vero?) tecnica dei pugnetti. Poi mi ritrovo a fare arancini, insalate di riso e polpette e nonlosomancoio ma che importanza ha? l’importante è non seguire mai i consigli dei saccenti fidanzati poliglotti.
 Per quattro persone però 250 grammi saranno piiiiiiiiiiù che sufficienti (sonotantissssssimivabbè)
Le operazioni sono semplicissime
- lessa il riso
- lessa la lattuga romana
- metti in un recipiente riso e lattuga e amalgama con un po’ di olio extravergine di oliva e parmigiano.
- Aggiungi al composto due uova indicativamente ma dipende dalla quantità di riso e lattuga (procedere a occhio, insomma)
- Aggiungi qualche lamella di mandorla spellata
- Aggiusta di sale
- Inforna a 180 per 30 minuti circa ma dipende chiaramente dalla grandezza dei tuoi tortini.
A me di minuti ne sono bastati meno perchè codesti (mi piace troppo “codesti” e ogni occasione è buona per usarlo) cuoricini sono davvero piccoletti. Ho utilizzato degli stampi da muffin picciuini picciuò; nel caso l’idea può essere anche riciclata come realizzazione di piccoli finger food- apripasto per una serata cuoriciosa.
Per una versione vegana si potrà tentare senza indugio non aggiungendo l’uovo perchè ugualmente con un po’ di olio il riso e lattuga si amalgameranno (anche la margarina potrebbe essere un’idea pur non avendo provato perchè provo un’avversione irreale nei confronti del prodotto).
( E perchè no dei pezzettini di tofu che gioveranno al gusto e alla consistenza? Non si compatta? e vai di tofu sbriciolato! questo è un mantra che si ripete fino allo sfinimento in casa).
( e quanto amo le parentesi , santo cielo)
Certo è che con il riso in questa versione frittatosa se ne possono fare e molte di cose. Anche un semplice riso al forno con salsa e pezzotti di formaggio o carne. I cuori saranno rossi e insomma:  cosa volere di più?
Da una stupida e insignificante idea come questa possono venir fuori meraviglie. Basterà soltanto organizzarsi per tempo qualora il lavoro e gli impegni siano pressanti e inderogabili ( e quando non lo sono?). Avere un po’ di riso bianco pronto in frigo fa sempre comodo anche in queste occasioni. Con un po’ di zafferano semplicemente, sostituendo la lattuga romana con gli spinaci o piselli o facendo anche un ragù con del seitan o perchè no tentare anche con le lenticchie o legumi per rendere più corposo un piatto per un vegetariano o vegano, sono tutte idee da prendere in considerazione.
Pure quella di finirla con questi periodi sintattici confusi sarebbe un’idea da prendere in considerazione ma la domanda è:
chi ce l’ha il tempo per pensare? Io francamente no.