Ricette Vegetariane e Vegane

Yoda Pasta al sentore di Liquirizia con Tofu, Verdure e tè Matcha

Migliore colonna sonora, effetti speciali, costumi, montaggio, scenografia e miglior film e ancora e ancora. Con Star Wars si potrebbe andare avanti non per ore ma settimane. Se non più.

Quando ho avuto tra le mani gli stampini di Yoda in formato rigorosamente mignon acquistati su Amazon Uk, mi sono sentita felice come quando papà mi ha comprato il My Magic Diary della Casio (azzurro e grigio per l’esattezza). Sì, quella rubrica elettronica anni ottanta dove potevi disegnare anche il volto ai componenti della tua rubrica, che poi sarebbe diventato per tutti avatar, con dei pixel strampalati che rievocavano forme del primo Super Mario Bros. Nonostante siano formine tipiche per biscotti mi sono detta che niente mi avrebbe fermato: Yoda Pasta, come inaugurazione. I dolcetti sarebbero venuti dopo. Sta di fatto che è davvero molto piccolo come stampino e che la pretese di voler fare addirittura una pasta ripiena era a dir poco eccessiva; non è occorsa poi così tanta pazienza a dirla tutta perché è bastato davvero meno tempo del previsto. Yoda, ma vorrei andare nello specifico in separata sede con un’altra preparazione nettamente più elaborata, “cucinare bravo è”; lo sostiene convinto e a ragion veduta quando il giovane Skywalker precipita nella foresta. Non solo dice di saper cucinare bene ma esplicita la sua passione nei confronti delle radici, facendone poi deliziose zuppette. Quando si parla di  radice non è poi così fantasioso il primo pensiero che mi balza in mente: liquirizia. Elemento più volte accantonato dai fornelli per qualche oscura ragione. La liquirizia, come l’anice e spezie tipicamente forti e di carattere, è generalmente detestata o amata fortissimamente. Come accade ai grandi sapori e protagonisti del palato, insomma. Appartengo esattamente alla seconda specie e sottolineerei pure quel fortissimamente.

Che sia il sapore o l’odore della liquirizia, non ne ho mai abbastanza (come l’anice). Anzi ultimamente essendomi appassionata (e convertita) ai Crazy Rumors, ovvero burrocacao totalmente vegani e naturali dai mille sapori (non dico che li ho presi tutti per pudore ma li ho presi tutti. Pudore? Quale pudore?), sono proprio rimasta offesa nel non aver trovato giustappunto la liquirizia. Dopo Red Velvet, Gingerbread, Banana Split e tutti i fiori, spezie ed essenze possibili ed immaginabili, proprio la liquirizia doveva essere assente? Quando ho smesso di fumare le radici mi sono state amiche. Ho spolpato radici di liquirizia con una voracità imbarazzante. Col senno di poi forse la forza (dell’idiozia) scorre possente in me proprio per questo motivo; sono una brava e giovane (?) Jedi e il Maestro Yoda “orgoglioso molto sarebbe di me”. In un primo momento mi ero decisa fermamente di abbinare due gusti eccessivamente forti e contrastanti, ovvero matcha e liquirizia. Il primo avrebbe conferito il colore verdolino al grande Maestro mentre il secondo avrebbe dato forza e vigore al piatto sia sotto forma di radice che in polvere (la stessa che ho adoperato poi per il Risotto che ho mostrato anche in questa videoricetta lo scorso anno).

Il tè matcha non conferiva la tonalità del verde yodesco. Un primo momento di sconforto visto che volevo dedicare questa pasta alla mia Elllisa, dalle molte elle quanto ce ne stanno nella sua bellllllezza (Eli= tè matcha). Ho dovuto quindi poi rimediare con gli spinaci; gli unici in grado, come le verdure a foglia, di conferire la giusta nuance al facciotto sapiente e artisticamente rugoso di Yoda.

 

 

Dopo aver eseguito la solita ricetta della pasta fatta in casa che vede per ogni cento grammi di farina, un uovo e un cucchiaio di olio extra vergine d’oliva e sale, ho dosato in base alla tonalità del colore aggiungendo degli spinaci semplicemente lessi e fatti scolare a lungo (trattengono troppo l’acqua e inumidiscono eccessivamente l’impasto). Gli spinaci li ho fatti lessare nell’acqua bollente dove giaceva bellamente una radice di liquirizia. La stessa che poi ho adoperato pure per farli cuocere una volta ripieni. Gli Yoda Pasta-Ravioli all’interno possono avere chiaramente qualsiasi ripieno. Che siano o meno aromatizzati alla liquirizia o tè matcha, dalla carne al pesce alla verdura senza problema alcuno si dovrà dare solo spazio alla fantasia. Io che non ne possiedo molta, perché  la mia è più delirium mentalis, ci ho infilato dentro cosa? Il tofu. Sì perché seriamente chi è che ce lo vieta di infilarci dentro un bel battutino minuscolo di tofu tagliato a quadretti invisibili con verdurine allo stesso modo ridotte a cubotti e fatte saltare precedentemente? Nessuno. Anche il nostro Darth annuirebbe dandoci ragione. Ne sono praticamente sicura.

Domanda intelligente: Ma alla fine ce la spieghi o no la Ricetta?

Risposta cretina: certo che sì. Prendi carta e penna.

  • Ho fatto la Pasta seguendo la solita ricetta (clicca qui per l’approfondimento).
  • Ho lessato degli spinaci con una radice di liquirizia. Ho fatto scolare gli spinaci per bene eliminando tutta l’acqua che trattengono.
  • Ho fatto riposare la pasta bella avvolta nella pellicola per venti minuti e poi l’ho stesa su un piano infarinato ricavando tante formine di Yoda quante me ne servivano. Dipende dalla quantità della pasta che si ha preparato. Generalmente per 1 persona si calcola circa 100 grammi di farina.
  • Ho fatto cuocere in una padella con pochissimo olio: tofu, carote, melanzane, zucchine tagliate a quadratini davvero piccolissimi e aggiunta poca acqua come per stufare questo battuto. Volendo si può unire e amalgamare con una buona salsetta. Altrimenti per i più golosi e “meno foodie” anche della panna (ma non l’ho detto io eh. La panna in cucina non la uso praticamente mai. Perché sono antipatica, sì).
  • Ho poggiato una facciotta yodosa sul piano. Ho riempito con l’aiuto di un cucchiaino inserendo la cucchiaiata di tofu e verdure e aggiunto un pizzico di tè matcha;  ho richiuso con un’altra formina yodosa. Ho sigillato per bene gli estremi facendo una leggera pressione con la forchetta.
  • Ho fatto bollire l’acqua nuovamente con la radice di liquirizia e ho fatto cuocere le facciotte yodose fino a quando non hanno raggiunto la consistenza perfetta. Dare un tempo è impossibile perché dipenderà sempre dallo spessore dato alla pasta. Essendo però il ripieno già cotto mi sono dovuta preoccupare solo di quello.
  • Ho scolato per bene la pasta e l’ho ripassata in padella con del burro di ottima qualità spolverando (non eccessivamente) con un po’ di polvere di liquirizia prima di servire.

Altre ricette con la Liquirizia?

La Torta al cioccolato e liquirizia con Lamponi di Nigella

Ecco un risotto (assolutamente da provare. La liquirizia ti sorprenderà). Adesso però basta con tofu, verdure e liquirizia e diamo la parola ad Ellli. La donna che ha fritto la nutella *seguono inchini (con calma datemi i nomi che cominciamo a fondare il fan club, grazie).

 

A CENA CON OSCAR. LE RICETTE E GLI ARTICOLI

 

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11 COMMENTS

  1. no maaa..in che senso liquirizia? devo andare in erboristeria? 😀 oh ma non puoi fare ste cose spaziali in questo momento che non ho un gran bel rapporto con la cucina eh! 😀 e io vengo a casa tua a provarle ste cose 😀 😛

  2. a me la liquirizia piace molto poco u.u
    ma siccome amo voi due, vabbè manco a dirlo che lo mangerei. forse.
    magari mentre mi fate terapia Ludovico di Star Wars °_° ffff.

    [MY MAGIC DIARY ODDIO QUANTO LO AMAVO °_° LO VOGLIO ADESSO!]

  3. uh! Io ho quasi sempre un po’ di liquirizia con me, serve a tirarmi su la pressione che in genere è sotto il primo livello di asfalto

  4. io la liquirizia la detesto, ma è un particolare irrilevante
    ne mangerò a chilate solo per te, a ettate dai,a grammate dai, occhei occhei non è vero, non mi piaceeeee
    solo un pezzetto piccolo. solo per te
    <3

  5. Bellissima la pasta! … Io ho visto questi stampi sul sito inglese lakeland… Amo guerre e stellari e ci stavo infatti facendo un pensiero… Come per quelli del doctor who… Altro mio grande amore!

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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