Ricette Vegetariane e Vegane

Fusion Ideas: Fritti di Ernst Knam

Ho parlato di Oltre, firmato da Ernst Knam, qui, edito da Reed Business Information (Italian Gourmet); nello Shop molte volte si trovano anche offerte molto interessanti (per chi non mi seguisse e dovesse capitare qui è giusto sottolineare che questa Rubrichetta non è in alcun modo sponsorizzata o chissà che altro. Deliro circa i volumi che acquisto e bon. Finisce lì). Oltre è un libro meraviglioso seppur poco utile, perché di certo non è così naturale volersi cimentare in uno dei capolavori racchiusi nelle pagine. Fritti per certi versi è più alla portata di noi comuni mortali (regia può comunque fare partire le risate registrate? Grazie). Come tutti i volumi di queste edizioni economico non è, anche questo come Oltre si aggira intorno ai 75 euro nel caso in cui non si dovesse prendere insieme ad altri o in offerta. Di questo allegro gruppetto colorato e meno serioso degli altri a cui appartiene anche Oltre, possiedo “Dal Mare – Pesci, alghe e molluschi” di Matteo Vigotti con le fotografie di Giovanni Panarotto, ” In verde” la filosofia vegetariana di Pietro Leemann (su cui ticchetterò prestissimo) e “Igles3” I tre periodi della cucina di Igles Corelli. La collana si chiama Fusion Ideas e ognuno dei volumi è colorato come un’opera concettuale. Quello che ho tra le mani è giallo canarino ed è un’esperienza anche quando viene sfogliato, perché è fatto con una carta lucidissima e profumata come seta e un altro tipo ruvida al tatto, che ricorda quelli dei conetti per fritti dove si infilano calamaretti e pescetti caldissimi da gustare passeggiando su un lungomare

 I titoli sono meno altisonanti di Oltre e non ci sono ingredienti che ti fanno strabuzzare gli occhi e andare in coma emotivo. Tutto molto minimal e chiaramente fusion dove la frutta fa da padrone insieme alle verdure in abbinamento a diversi tipi di carne, essenziale e follemente bello. E pulito. Senza fronzoli se non una semplice e accecante bellezza fotografica con sfondi molto scuri e intensi. Ernst Knam spazia dalla tradizione regionale italiana a quella giapponese sino ad arrivare alla stucchevole dolcezza della cucina mediorientale.

“Una quiete silenziosa precede una vivacità sommessa prima e una festa di schioppettii e sbuffi poi. Il fritto, quello fatto bene, è puro divertimento che trasforma materie prime e panature in oro croccante delicato e gustoso”.

Comincia così questa avventura insieme a Knam che ci porta immediatamente catapultati a Code di Black Tiger impanate nel cocco e fritte (che il cocco e i gamberoni vanno sempre bene, oh!), Bianchetti fritti (u muccu!), Ravioli di funghi, Fagottini di verdura allo zenzero, Animella impanata in semi di girasole su insalata di fiori di banana (e i fiori di banana sono davvero deliziosi!), Sushi arrotolato fritto, Datteri farciti con foie gras e mandorle impanati in polenta bianca e fritti e avvolti nello speck d’anatra, Tonkatsu su insalata cinese (Tonkatsu!), Palline di crauti in pastella di birra (provati e son venuti fuori buonissimi. La ricetta è semplicissima), Salmone in crosta di spezie fritto in foglie di banano (e l’ho detto io che quest’anno senza foglie di banano qui non si muove nulla), Ministrudel won-ton (geniali e nella mia personale to do list. Guardando la foto ti vien solo voglia di abbracciare il volume e piangere commossa), Pollo fritto in crosta di patata con soia caramellata, Fiori di loto fritti con crema di rafano bianco, Uovo fritto intero impanato (e qui Cracco si arrabbia, lo so), Mozzarella di bufala in carrozza (dalla foto pare che abbia fritto un’enorme mozzarella di bufala di ennemilachili ed è una delle immagini più goduriose che un foodie possa immaginare) e titoli che ti fanno venire voglia di metterti sotto braccio una tanica di ventimila litri di olio, agguantare un pentolone da caserma e morire con il colesterolo a seimila mentre ingurgiti pure i piedi del tavolo FRITTI.

 

 

 

“E’ un processo esigente di attenzioni: prima, durante e persino dopo, ma è capace di arricchire e rinnovare la tavola con ogni piatto, in ogni portata, fino al dolce. Da mangiare con tutti i sensi”. Con queste parole Knam apre la sezione dolci. E qui c’è solo da mettersi le mani tra i capelli e invocare le divinità dell’Olimpo perché si fa fatica a non staccare aggressivamente le pagine, appallottolarle e mangiarle nella speranza che tutto questo possa placare il nervosismo di non avere le suddette meraviglie in formato 3d reale davanti alla propria retina.

Razzad el Kad, Bignè di mele con composta di mirtilli, Castagnole, Crema fritta, Cannolo Siciliano (ernstttt ich liebe dich!!!), Griouches, Bomboloni, Fiori di sambuco fritti con salsa allo yogurt profumata alla cannella, Zayalaleta, Gelato al cioccolato al peperoncino fritto, Fritto misto di frutta con salsa di maracuja, Mini banane fritte in pastella alla cannella, Smoutebollen con salsa di fragole, Involtino di cocco e ananas e molto altro. Lo giuro. TROPPO altro. Sognare che ti scoppi l’aorta principale e farla finita così non è mai stato un pensiero tanto persistente.

Come fare un giro del mondo fritto e tornare a casa con un fegato gonfio, grande quanto l’Australia, ma essere felici. Di perire lì. Davanti all’uscio di casa con ancora un arancino nel taschino. Dove posso firmare affinché la mia dipartita avvenga così?

 

Ritorno seria (e chi ce la fa?). Un volume come Oltre sicuramente da sfogliare, amare e di cui innamorarsi perdutamente. Certo è che dovendo scegliere, considerata la cifra, da un punto di visto di utilizzo questo Fritti è sicuramente più consultabile e comunque perfetto per occasioni non solo speciali ma anche quotidiane. Certo la crema fritta non è una merenda giornaliera, e neanche i fiori di sambuco, ma è inutile negarlo un fritto prima o poi ci scappa (più del cervo impanato con il cioccolato del Ghana glassato su un gamberone estinto dell’Islanda, sicuro).

La Libreria di Iaia

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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